Gilles Simon "loda" il sistema tennis Italia: "Accademie, Challenger e programmazione, così nascono i Sinner"
- Postato il 27 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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L’erba del vicino è sempre più verde, ma stavolta sono i francesi a dirlo degli italiani. Una bella soddisfazione, non che poi ce ne fossero poche di questi tempi quando di mezzo ci va la racchetta: Gilles Simon ha saputo fare autocritica, ammettendo che l’Italia in questo momento è semplicemente inarrivabile. E come tale, il suo modello di crescita è quello da replicare per pensare di potersi avvicinare ai suoi livelli di eccellenza, sebbene la base di partenza di altri movimenti (vedi quello francese) suggerirebbe anche scenari più incoraggianti.
- Il "segreto" del sistema Italia: "Accademie e Challenger decisivi"
- "La vera bravura sta nel far emergere il Sinner di turno"
Il “segreto” del sistema Italia: “Accademie e Challenger decisivi”
Simon da tre anni ha cambiato ruolo nel mondo del tennis: dopo un’onorata carriera da giocatore, culminata con il raggiungimento della posizione numero 6 del ranking ATP nel gennaio 2009 (14 titoli vinti: il più importante è il 500 di Amburgo 2011), adesso fa l’allenatore, e come tale riesce ad avere un occhio sempre attento sulle dinamiche e sull’evoluzione del gioco.
Tanto che parlare oggi della crescita esponenziale del movimento italiano per lui è abbastanza facile. “Anche la Francia ha tanti talenti, forse anche più di quanti ne abbia l’Italia, ma negli ultimi anni non ha saputo valorizzarli quando c’è stato da fare il salto di qualità”, spiega.
“La federazione italiana ha investito tanto sulle accademie, cosa che prima accadeva molto di meno, e questo ha prodotto cambiamenti in positivo e una nuova ondata di talenti in cerca di realizzazione. La prima cosa che hanno fatto è stata quella di aumentare il numero dei tornei cosiddetti “minori”, oltre che giovanili, e questo ha dato ulteriore impulso al sistema. Se giochi un Challenger in Italia ti accorgi che più della metà dei partecipanti a ogni singolo torneo è italiano, e questo rende l’idea del grande serbatoio che si ritrova la federazione. E quando parti con tanti giocatori, alla fine qualcuno arriva in fondo per forza di cose”.
“La vera bravura sta nel far emergere il Sinner di turno”
L’esplosione di Sinner, ma si potrebbe dire anche di Musetti (e prima ancora di Berrettini, Sonego e compagnia cantante), parte insomma da lontana, a sentire Simon. “Di Sinner non è che ne nascono tanti, anzi ogni generazione ne ha ben pochi di potenziali Sinner, ma la bravura sta nel farli emergere”, spiega l’ex giocatore transalpino.
“Avere un potenziale Sinner può rappresentare un colpo di fortuna, ma farlo diventare un numero uno richiede competenze e lungimiranza. Ecco, noi francesi di potenziali Sinner ne avevamo diversi, ma sin qui nessuno ha avuto la sua stessa carriera.
Ho l’impressione che in Francia ci sia una dispersione di talento nella nostra formazione accademica: un potenziale vincitore di slam diventa al massimo un giocatore da top 10, e a sua volta un top 10 potrebbe diventare un top 30 e via dicendo. Abbiamo tanti buoni giocatori (sono 12 in top 100), ma nessuno dove più conta. E di questo è solo nostra la colpa”.