Gesù disse: le versioni di duemila anni di Padre Nostro che Papa Leone canta in latino (ribaltando Francesco)

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Libri
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Gesu disse: quante sono le possibili versioni di una preghiera duemila anni di Padre Nostro?

Prova o tentazione? Non ci indurre o non ci abbandonare?

Sembra una questione di parole ma dietro c’è una importante differenza di concezione del rapporto tra umanità e divinità e, in fondo, il mistero di perché esistiamo e agiamo.

La divisione è aperta dalle due versioni del Padre Nostro oggi circolanti fra i cattolici, almeno per quanto riguarda una delle frasi conclusive della preghiera più antica e più importante della cristianità.

(L’altra profonda questione è vecchia come il cristianesimo e riguarda la caratteristica del pane implorato da Dio: quotidiano o del domani? Tema già affrontato e da trattare a parte).

Una versione è quella più recente, imposta da una riforma di Papa Francesco, ribaltando una tradizione bimillenaria.

Il Padre Nostro di Francesco

Gesù disse: le versioni di duemila anni di Padre Nostro che Papa Leone canta in latino (ribaltando Francesco), nella foto Papa Francesco
Gesù disse: le versioni di duemila anni di Padre Nostro che Papa Leone canta in latino (ribaltando Francesco), Blitzquotidiano.it )Papa Francesco nella Foto Ansa)

Nella conclusione, il fedele invoca Dio con queste parole: “Non ci abbandonare alla tentazione ma liberaci dal male”. La struttura ecclesiastica si è adeguata, modificando, dove possibile, il testo della edizione on line dei Vangeli di Matteo e Luca che l’hanno tramandata. Anche Google si è adeguato.

La versione più antica, che abbiamo imparato al catechismo, ripetuta per anni e decenni da parte di chi ha continuato a pregare, suona invece così: “E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”.

In latino suona ancora meglio: “Et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo”.

Papa Leone XIV, appena eletto e circondato dai cardinali l’ha cantata così, in latino, che poi è la lingua della Chiesa cattolica. Averla abbandonata, nel concilio Vaticano II, a favore delle tante e varie lingue della cristianita, non ha certo frenato l’esodo dei fedeli dalle chiese. Piuttosto è stato un gesto di rinuncia alla identità di una religione bimillenaria.

 

Papa Leone canta in latino

@katoliklucu

SUNGGUH AGUNG NYANYIAN “PATER NOSTER”/BAPA KAMI OLEH PAUS LEO XIV BERSAMA PARA KARDINAL #paternoster #bapakami #katolik #indah #pausbaru #agung #merinding #leoxiv #misaperdana

♬ suara asli – katoliklucu – katoliklucu

 

Sembra un piccolo gioco di parole. Dietro ad esso si nasconde però un tema più importante: il nostro rapporto col male e il ruolo di Dio nei guai che ci capitano.

Secondo la tradizione giudaica, cristiana e anche islamica il male costituisce uno strumento attraverso il quale Dio ci mette alla prova.

Padre Pio diceva: “Attraverso le prove Dio vincola a sé le anime a lui dilette”

Tale è il senso delle vicissitudini di Giobbe, tale è la spiegazione che i musulmani danno alle loro disgrazie.

E dí prova parla anche la più antica versione dei detti di Gesù, nota come Fonte Q (11:2b–4), nella versione in inglese: “do not put us to the test”, non metterci alla prova:

“[Quando]] pregate, [[dite]]: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; e cancella i nostri debiti, come anche noi li abbiamo cancellati ai nostri debitori; e non ci mettere alla prova”.

La versione in italiano, come riportata dalla Bibbia  nel “Testo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana”, è sulla linea classica del non indurci in tentazione.

Secondo una versione della Bibbia in italiano del 1927, curata dal valdese Giovanni Luzzi, revisionata sui testi originali ebraico e greco, pubblicata dalla Società Biblica Britannica e Forestiera, il fedele chiede al Padre nostro di “non esporci alla tentazione”. Le stesse parole si trovano nelle versioni attribuite a Matteo e Luca da La Parola.net.

La traduzione inglese della Bibbia, ordinata da re Giacomo, parla di tentazione in questo modo: “And lead us not into temptation, but deliver us from evil”.

E in greco suona così:

καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν,

(e non ci indurre in tentazione).

Nella Didaché (testo biblico del I secolo, che si ritiene risalga al 70 d.C. circa; Didaché (Διδαχή) in greco significa “insegnamento”; il titolo ufficiale e completo è: Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei Dodici Apostoli) il testo invoca: “Non ci portare in un luogo dove possiamo essere tentati”.

Dedicata al Padre Nostro c’è, a Gerusalemme, una chiesa che si dice costruito sul luogo dove Gesù pronunciò quella invocazione per la prima volta. Qui sono riportate su tavole in ceramica le parole della preghiera in 140 lingue.

Quella in latino non lascia dubbi, dice: Et ne nos inducas in tentationem”.

Alla chiesa e al Padre Nostro ha dedicato nel 2014, al termine di un pellegrinaggio, un lungo post l’irlandese Patrick McInerney, dell’ordine di San Colombano (quello di Bobbio), nominato un mese fa da Papa Leone ad un importante incarico per il dialogo con l’Islam.

McInerney riporta in inglese le due versioni del Padre Nostro di Matteo e Luca. Al versetto cruciale il testo identico:

“And do not bring us to the time of trial”, Non ci portare al momento della prova.

Come è scritto nella Bibbia, il diavolo, prima di iniziare a tormentare il povero Giobbe (storia presa pari pari dalla tradizione di Babilonia) chiede il permesso a Javhe.

Il che ha autorizzato la teoria non disprezzabile (se Dio è onnipotente non può esistere una forza alternativa, ma solo e comunque subordinata; quando vedono Gesù i demoni scappano senza nemmeno provare a resistere; quando il diavolo espone Gesù alle tentazioni, al rifiuto non oppone resistenza e sparisce) che il demonio sia in realtà una specie di agente segreto del Padreterno.

Che esista una forza del male in grado di porsi come alternativa a Dio può aver fatto e fare comodo al potere sacerdotale di tutte le religioni, ma non ci si può credere se si considera la premessa che Dio è ‘onnipotente ed eterno’. Il Male non esisteva come forza autonoma, se crediamo che prima della creazione non vi fosse  che Dio.

Il male è la assenza di bene, coerentemente con la materia, caduca e limitata, di cui è fatto il mondo, dagli astri agli insetti.

L'articolo Gesù disse: le versioni di duemila anni di Padre Nostro che Papa Leone canta in latino (ribaltando Francesco) proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti