Germania, nei sondaggi testa a testa Merz (Cdu)-Habeck (Verdi). Al ministro dell’Economia più consensi che al suo partito

  • Postato il 11 gennaio 2025
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Nella campagna elettorale tedesca il 9 febbraio è previsto il primo duello televisivo tra Olaf Scholz (SPD) e Friedrich Merz (CDU). Nelle preferenze ai candidati registrate dal Polit Baromoter ZdF Scholz è però solo al quarto posto dopo Alice Weidel (14 e 15%). Stando alle proiezioni il duello dovrebbe tenersi semmai tra Merz e Robert Habeck (Verdi), vicecancelliere e ministro dell’Economia, che sono testa a testa col 27% delle preferenze. Habeck insomma registra un gradimento personale ben superiore a quello del suo partito, che ha perso terreno rispetto alle ultime elezioni.

Che il vicecancelliere Habeck goda di più favori del suo partito è da ricondursi alla schiettezza dei suoi toni ed argomenti, che riscuotono il favore di una vasta parte di elettorato di centro. Matthias Jung, capo del Forschungsgruppe Wahlen, che cura il sondaggio per ZdF, motiva il recupero del candidato Verde proprio nel presentarsi “relativamente calmo al centro”; ma Jung vede nella forza di Habeck anche la debolezza di Merz che “non ha forza trainante”.

Habeck si profila nell’area conservatrice e liberale in cui attinge la stessa CDU di Merz. I Verdi, ad esempio, vogliono offrire alle famiglie sgravi di circa 1000 euro all’anno sui costi dell’energia. Il Ministro dell’economia ha proposto, ben prima dei socialdemocratici, anche un Deutschland Fond in forma di premio agli investimenti con cui coprire il 10% dei costi delle imprese per la transizione energetica e progetti infrastrutturali. Inoltre, prima di altri ha ipotizzato che la Germania dovrà elevare le proprie spese di difesa sino al 3,5% del Pil.

Come ha dichiarato il politologo Karl-Rudolf Korte alla ZdF “Habeck punta sempre più sugli elettori della Merkel del centro progressista e c’è ancora molto potenziale”. Merz, invece, ha uno stile diverso. Fa affidamento sugli annunci su tempi migliori in cui le tasse saranno ridotte e “non sembra raggiungere nessun elettore aggiuntivo”. Per Korte, il duello partitico per esprimere un cancelliere del centro perciò “si svolge sempre più tra CDU/CSU e Verdi”. Anche se alla luce della diversa forza dei partiti nei sondaggi attualmente non appare una competizione credibile, così come non lo sarebbe tra Scholz e Merz. Non si vota infatti direttamente il Cancelliere, ma i partiti, e a seconda dei rilevamenti i Verdi sono dati attorno al 15%, più o meno come la SPD, mentre la CDU è sul 30%, in mezzo la AfD con circa il 20%.

D’altronde l’aumento del 16,8% delle imprese che hanno dichiarato insolvenza nell’anno appena concluso, livello che non si registrava da quasi dieci anni, pone un’ipoteca sulla candidatura del Ministro dell’economia in carica. E la campagna elettorale dei Verdi ha anche commesso un autogol con la proiezione sovradimensionale dell’immagine del Ministro sull’arco di trionfo a Monaco, in aperta violazione delle norme sui cartelloni pubblicitari e la tutela dei monumenti.

Markus Söder (CSU) vorrebbe un impegno a escludere una futura coalizione coi Verdi ed al congresso del suo partito a Seeon ha strappato all’alleato Merz toni più decisi contro il partito di Habeck. Altre voci nella CDU, come il Governatore dello Schleswig-Holstein Daniel Günther, ammoniscono però che una campagna elettorale “contro”, anziché mirata solo a far vincere la CDU, finirà per portare voti alla AfD che si profila sempre forte al secondo posto delle preferenze.

Più che della visibilità data ad Alice Weidel da Elon Musk su X – l’Amministrazione del Bundestag intende verificare se possa essere tentativo di influenzare la campagna elettorale e donazione illegale dall’estero – la AfD si avvantaggia della forte competizione degli altri partiti sul suo stesso terreno nel voler inasprire le leggi sull’immigrazione. Come ha fatto Merz censurando l’abbreviamento dei termini per la concessione della cittadinanza tedesca e proponendo di ritirarla a chi commetta un reato e detenga anche un altro passaporto. Può d’altro canto temere poco dalla concorrenza del BSW di Sahra Wagenknech, che come lei chiede apertamente di ripristinare le importazioni dirette di gas russo: i sondaggi lo danno a malapena al 5%.

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