Genova ricorda i moti del 30 giugno 1960: in corteo anche la sindaca Salis e Maurizio Landini
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Sono partiti poco dopo le 17, sfidando il caldo da bollino rosso, i partecipanti al corteo in ricordo dei moti del 30 giugno 1960, quando Genova insorse contro la decisione di convocare il congresso del Movimento sociale italiano nel capoluogo ligure.
Alla manifestazione, organizzata da Anpi e Cgil con partenza da piazza della Vittoria e arrivo in largo Pertini, partecipa anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
Proprio Landini ha parlato di “una deriva autoritaria in atto, lo dimostra l’incostituzionalità dell’autonomia differenziata, la pronuncia della Cassazione sul decreto sicurezza, l’atteggiamento di chi non vuole riconoscere un ruolo alle organizzazioni sindacali. Lo dimostrano anche la quantità di decreti che vengono fatti e che stanno esautorando il Parlamento, il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Che ci sia oggi il rischio di una deriva autoritaria non solo in Italia, ma anche in Europa, e negli Stati Uniti, mi sembra sotto gli occhi di tutti”.
Landini: “I giovani sono il cambiamento sociale, vanno rimessi al centro”
In riferimento ai moti del 30 giugno 1960, i, segretario della Cgil ha sottolineato che “una delle caratteristiche di quegli anni furono anche i giovani. Le cosiddette ‘magliette a strisce’ furono, diciamo così, il cambiamento sociale ed economico e le nuove generazioni. E io penso che oggi, da un certo punto di vista, il punto sia proprio quello: ripartire dalle nuove generazioni, che oggi stanno vivendo una precarietà senza precedenti e che stanno richiedendo un cambiamento. Vorrei ricordare a tutti, forse qualcuno l’ha dimenticato o non ne vogliono parlare, che c’è un dato che dovrebbe far riflettere: nel recente referendum, che non ha raggiunto il quorum, c’è però una classe di età che il quorum l’ha raggiunto, e sono proprio i giovani”.
“Oggi siamo di fronte al fatto che è il mercato che si è fatto Stato, e oggi il mercato sta chiedendo una centralità del potere fino ad arrivare anche all’utilizzo della guerra come strumento per tornare a regolare i rapporti in senso generale – ha concluso Landini – E quindi mai come adesso, io credo, ci sia bisogno di rimettere al centro la persona, il lavoro, la democrazia, la solidarietà, la giustizia sociale, che sono le ragioni e i valori che portarono allora le nuove generazioni, e non solo, a scendere in piazza per difendere la democrazia”.
La sindaca Salis in corteo: “Deriva molto pericolosa, ma le risposte non mancano”
Presente alla manifestazione anche la sindaca di Genova, Silvia Salis. Il corteo sosterà sotto il ponte Monumentale per depositare una corona ai caduti, poi proseguirà verso largo Pertini, doveverranno deposte altre due corone, una sotto la lapide che ricorda Sandro Pertini e l’altra nel porticato del Teatro Carlo Felice intitolata a Fulvio Cerofolini.
Proprio in largo Pertini si terrà il comizio finale con Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova, Massimo Bisca, presidente Anpi Genova, e lo stesso Landini, cui sono affidate le conclusioni.
“Credo che in questo momento ci sia un’emergenza internazionale, ci sia una deriva molto pericolosa, però vedo che le risposte comunque non mancano – ha detto la sindaca Salis – Noi in questo siamo fiduciosi, noi siamo una città, possiamo fare la nostra parte, che è portare avanti il ricordo, il tema in generale dell’antifascismo, ma in particolare di tutto quello che è relativo alla vita delle persone, i loro diritti e a una società più equa e più giusta”.
Bisca: “Avevo 8 anni quando mio padre mi portò a sentire Pertini, per questo siamo ancora qui”
“In quel congresso, al cinema Margherita, più sopra, c’era a presiederlo non solo Basile, il prefetto che ha deportato 1.500 lavoratori genovesi in un giorno, ma altri sono stati deportati in altri giorni – ha ricordato Massimo Bisca, presidente Anpi Genova – C’era l’ex capo delle Brigate Nere di Genova e altri che hanno fatto delle porcherie inimmaginabili in questa città e fuori di questa città. Io avevo 8 anni quando mio padre mi portò in questa piazza a sentire Pertini che parlava. Non capivo granché. Però capivo che mio padre e tanti altri del mio quartiere a Sampierdarena erano lì per evitare che altri come mio nonno fossero deportati e pestati. Ecco perché a distanza di tanti anni siamo ancora qui in tanti, nonostante il caldo”.
Il corteo antifascista da piazza Alimonda
Intorno alle 18 è previsto poi un altro corteo organizzato da Genova Antifascista, con concentramento alle 18 in piazza Alimonda.