Genova riconosce i figli di due madri, Salis: “Non si faccia politica sulla pelle delle bambine e dei bambini”
- Postato il 25 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Non è una lotta degli uni contro altri, non è un atto straordinario, si tratta di uniformarsi a una sentenza della corte costituzionale e di andare incontro a quella che è la società contemporanea, si fa sempre del grande populismo su questi temi e si cerca di creare tifoserie e schieramenti, io non permetto che si faccia politica sulla pelle delle bambine e dei bambini e sull’amore delle famiglie, le madri per me sono tutte madri, e lo dico da madre, moglie, cattolica”.
Così Silvia Salis oggi, 25 giugno, giorno in cui il Comune di Genova ha riconosciuto i figli e le figlie di due mamme. A distanza di poco più di una settimana dalla “promessa” lanciata in occasione del Liguria Pride l’amministrazione ha registrato ufficialmente le bambine e i bambini recependo la recente sentenza 68 del 22 maggio 2025 della corte costituzionale. La sentenza sancisce il diritto alla doppia maternità e viene incontro, nel concreto, a coppie di donne che hanno dato alla luce bambini con tecniche di procreazione assistita avvenuta all’estero.
“Per noi è un momento importante, eravamo una famiglia vera già prima perché la società è più evoluta di quanto non si pensi, ma adesso ci sentiamo riconosciute dalle istituzioni ed è un grande passo” dicono Francesca Gandolfi e Martina Cereseto, mamme di un bimbo che, qualche ora dopo, andranno a prendere all’asilo come in un qualsiasi giorno. Le due donne, insieme ad altre coppie, hanno partecipato alla cerimonia di oggi salutando con un forte applauso la firma del primo atto da parte della sindaca.
Oggi i riconoscimenti sono stati 12 – alcuni sono stati registrati nei giorni scorsi in forma più privata. “Ma a Genova ci sono altre famiglie che si trovano nella stessa situazione, una cinquantina, ma saranno presto di più perché quando i diritti sono legittimate le persone trovano anche il coraggio di portare avanti le loro vite” dice Ilaria Gibelli, avvocata di Rete Lenford e attivista lgbtqia+.
Gibelli, anche lei madre insieme alla compagna di una bambina, con la collega Elena Fiorini (ex assessora della giunta Doria) aveva chiesto e ottenuto dal tribunale di Genova l’iscrizione sul certificato di nascita di una bambina del doppio cognome delle due madri. Quel risultato era stato poi impugnato da un ricorso del Comune di Genova, retto da Marco Bucci, che sosteneva come la trascrizione all’anagrafe fosse impossibile per motivi di legge.
“Quella che stiamo facendo oggi era una cosa già assolutamente consentita se si guardava la normativa e se ne dava un’interpretazione costituzionalmente orientata – ha aggiunto Emilio Robotti, assessore ai Servizi demografici e Diritto di cittadinanza – perché quello che diceva la più autorevole dottrina e diverse procure è che l’interpretazione era nell’interesse prevalente del minore, e non c’erano ostacoli come ce ne sono nel caso di famiglie omogenitoriali maschili, possiamo dire insomma che si potevano fare delle scelte diverse e che il non farle è stata una scelta politica, oltre che di prudenza”.
Quella di Genova non è la prima registrazione di figli di due madri: già nel 2023 il sindaco di Savona Marco Russo in persona aveva iscritto all’anagrafe un maschietto. Per evitare eventuali problemi ai dipendenti degli uffici aveva firmato il documento.
Critico sulla decisione della sindaca Salis l’ex vicesindaco e ora capo dell’opposizione in Comune Pietro Piciocchi: “Nel decidere di dare così tanta enfasi a questo gesto, non capisco perché avverta la necessità di offendere gratuitamente la sensibilità di una parte consistente della nostra città, nonché la reputazione della precedente amministrazione, un sindaco dovrebbe sapere che ci sono leggi che governano l’attività dello stato civile, quello che si può fare e quello che non si può fare, non essendo questa materia rimessa all’arbitrio del singolo”.
A chi chiede a Salis un commento a questa polemica, la sindaca risponde: “Semplicemente applichiamo una sentenza della corte costituzionale, non facciamo alcuna fuga in avanti o favori ad alcuni, non voglio occuparmi di quello che è stato il passato. In questo momento l’ex vicesindaco è consigliere di opposizione e ha tutta la libertà di esprimere un’opinione e di rispondere a un elettorato che però non gli ha permesso di vincere le elezioni, quindi al momento la giunta che rappresenta la città è una giunta progressista che si uniforma a una sentenza del 2025”.
“La mia posizione è di estremo rispetto per le scelte che si stanno facendo: io credo che sia importante sempre più che sia una questione sulla quale ci facciamo delle domande. Ma ripeto: l’amministrazione, laica, ha tutte le possibilità per fare le scelte, c’è rispetto dei ruoli e dei tipi di responsabilità che ci sono”, ha commentato con i cronisti l’arcivescovo di Genova Marco Tasca, ieri sera prima della processione di San Giovanni Battista.