Genova, il Sappe: “Due detenute ‘evase’ dal carcere di Pontedecimo. Chi le ha ammesse al lavoro all’esterno?”
- Postato il 14 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Genova. “Due detenute di etnia rom ristrette nel carcere di Pontedecimo, a Genova, non sono rientrare in istituto lo scorso 9 giugno dopo il turno di lavoro e, dunque, sono tecnicamente ‘evase”‘. Così in una nota il Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Per Donato Capece, segretario generale del sindacato ora “la priorità è catturare le due evase, ma una riflessione va necessariamente fatta su quanto avvenuto: chi le ha ammesse al lavoro, in base a cosa le hanno giudicate idonee? Va necessariamente ripensato il concetto di fondo della pena alternativa al carcere, superando l’idea che essa possa essere la conseguenza di un automatismo di legge ad essa spesso connessa e non, invece, un vero e proprio istituto premiale per chi sconta la pena”.
“Anche questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui” prosegue il sindacalista, per il quale “servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta”.
“Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci”, conclude Capece.