Genova città dell’inno nazionale, le frasi degli alunni da stasera sul ledwall della Regione
- Postato il 27 novembre 2024
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- Di Genova24
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Genova. “Italia, il tuo suolo è nato per non essere schiavo! Che bella frase”. “Il coraggio di una persona può trascinare quello di tutti”. “L’Inno d’Italia risuona nei cuori di milioni di Italiani per ricordare le pagine della nostra storia”. “L’Inno è come una preghiera o una poesia: chi lo impara non lo scorda più!”. “È un canto d’amore verso il nostro paese”.
Queste sono solo alcune delle frasi che da stasera prenderanno vita sul ledwall del palazzo della Regione: pensieri degli studenti liguri che hanno partecipato alle iniziative promosse dalla presidenza del Consiglio comunale e patrocinate dall’Università di Genova e dall’Ufficio scolastico regionale, per celebrare Genova città dell’Inno Nazionale, che si sono concluse questa mattina nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale con il convegno Genova città dell’Inno nazionale alla scoperta del Canto degli italiani, Goffredo Mameli e Michele Novaro: genesi di un simbolo.
“Dobbiamo rendere sempre più consapevoli i genovesi e soprattutto i ragazzi – ha dichiarato il vicesindaco Pietro Piciocchi – che Genova è la città dove è nato l’inno di tutti gli italiani. Iniziative come questa, organizzata dal presidente del Consiglio Cassibba, che ringrazio, molto partecipate dai giovani, sono importanti per riscoprire le nostre radici come simbolo di unità, identità e di comunità. L’inno nazionale può dare un contributo fondamentale per valorizzare il nostro senso di comunità. Il 2025 sarà per Genova l’anno dedicato all’Ottocento: sicuramente avremo modo di tornare sui temi del Risorgimento e sottolineare nuovamente Genova come città dell’inno, valorizzando il nostro Museo del Risorgimento a cui potremmo pensare che possa diventare Museo del Risorgimento e dell’Inno nazionale”.
Un percorso che ha visto coinvolti più di 600 ragazzi delle scuole medie e superiori liguri in un progetto scolastico di peer to peer learning, dove i più grandi hanno raccontato ai più piccoli la storia dei principali protagonisti del Risorgimento e raccolto e condiviso le diverse impressioni all’uscita della La Stanza dell’Inno, sala immersiva costruita attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale nel museo (visibile fino al 19 dicembre, giorno ultimo del progetto scolastico). Forti di questo percorso, i più piccoli hanno partecipato al laboratorio Ma cosa ti dice l’Inno? e, con l’aiuto degli insegnanti e arricchiti della formazione avuta dai loro compagni e dalla visita al Museo, hanno composto i loro pensieri ispirati dal Canto degli Italiani, che questa mattina sono stati letti davanti ad una platea gremita di giovani.
“Abbiamo voluto coinvolgere non solo le scuole, – ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba – ma l’intera comunità genovese, perché crediamo che il senso di appartenenza nasca dalla condivisione. Le frasi che saranno proiettate da questa sera sul ledwall di Palazzo Regione Liguria rappresentano i ragazzi, il loro modo di interpretare l’Inno, di farlo proprio. È un modo per dare voce ai pensieri, alle emozioni dei giovani, e per ricordare a tutti noi che l’Inno non appartiene solo al passato, ma vive nel presente e ci guida verso il futuro. Sono davvero felice della grande partecipazione che abbiamo avuto oggi e spero che ai ragazzi possa rimanere qualcosa di questa giornata, che li aiuti a riflettere sul significato delle parole di Mameli, sulla forza della musica di Novaro, e sul valore di essere parte di una comunità che affonda le sue radici in una storia straordinaria e che loro avranno il compito di continuare a scrivere”.
I lavori, cominciati alle 9,30, hanno visto gli interventi della professoressa Gabriella Airaldi, già ordinaria di Storia medievale all’Università di Genova, specialista di storia mediterranea e delle relazioni internazionali dal Medioevo all’Età moderna, con un intervento sulla figura di Goffredo Mameli e il Canto degli Italiani, il dottor Eugenio Garoglio, Ph.D in Storia Moderna presso Università del Piemonte Orientale con un intervento sul combattimento nell’800 e del dottor Michele D’Andrea, che ha parlato del vero volto di Mameli, ancora avvolto dal mistero.
Hanno concluso la mattinata le studentesse del liceo coreutico Piero Gobetti, con un’esibizione di danza contemporanea, ispirata a musiche dal sapore ottocentesco e le loro colleghe del classico con un momento tratto dal celebre balletto dell’800 “Excelsior”. Il gran finale ha visto gli studenti del Liceo Musicale Sandro Pertini e tutta la sala intonare la prima partitura dell’Inno di Mameli.