Genova avrà un sindaco donna, sampdoriana dei Parioli? “Era il mio sogno fin da bambina”

  • Postato il 23 febbraio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Strana e incredibile questa Genova, dove Silvia Salis, 39 anni, atleta olimpica, bella ragazza senza ostentazioni, vice di Giovanni Malagò alla presidenza (scaduta) del Coni, cade dal cielo e diventa candidata di tutto intero un centro sinistra larghissimo-totale, che fino a ieri era come una gabbia di leoni.

Strana perché la ragazza è genovese, figlia del popolo, come rivendica senza nessuna sottolineatura retorica, ma con una descrizione serena, nata dal matrimonio di un operaio, diventato custode di un campo sportivo, quello di “Villa Gentile” molto conosciuto a Genova e una dipendente comunale nei servizi sociali e nessuno l’aveva mai considerata, citata, “pensata”.

Una sorpresa che ha unito la sinistra a Genova

Andrea Orlando, uno spezzino a Genova
Genova avrà un sindaco donna, sampdoriana dei Parioli? “Era il mio sogno fin da bambina” – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Ma poi la ragazza, sconosciuta ai più, ma nota al livello che conta, non certo della sinistra, cita subito Mario Draghi nel dire che per lei l’ascensore sociale è salito subito e bene, perché da quel campo di sport povero l’ha portata al primo piano di successi sportivi, in una disciplina non certo da ricchi, come il lancio del martello, e a venti titoli italiani in quella disciplina, poi al secondo piano della dirigenza sportiva fino, prima donna a conquistarla, alla vicepresidenza del Coni e, terzo piano infine, al matrimonio con una star di Tv e cinema come Fausto Brizzi, il regista del film cult “Notte prima degli esami” , ……autore anche di tanti spot per il centro destra di Toti e della Leopolda renziana.

Arriva con o senza paracadute in mezzo alla Genova terremotata di questi tempi la bella Salis, bionda, alta, senz’altro appariscente, ma per niente vistosa, nel giorno in cui Giovanni Toti, il fu presidente della Regione, incomincia il calvario del lavori sociali, per due anni a fare il telefonista e poco altro alla Lilt, la Lega antitumori che ha i suoi uffici di fianco a palazzo di Giustizia, che coincidenza!

E il Toti, che appare un bel po’ ingrassato dai tempi delle sue inarrestabili cavalcate politiche e giudiziarie, spezza anche un bel endorsment alla signora candidata sindaca, spiegando che è una candidata forte.

Come andrà a finire?

E che finalmente Genova avrà un bello scontro tra lei, la bionda atleta, con casa romana ai Parioli, ma anche residenza ufficiale genovese a Quinto, in una bella casa sugli scogli, acquistata da pochi anni dal suo pimpante marito e Pietro Piciocchi, lanciatissimo candidato del centro dstra, che ha già pensato bene di paragonarsi a Beppe Pericu, uno dei sindaci mitici di Genova,tra l’altro di centro sinistra. Senza vergogna.

D’altra parte chi non si butta verso la Salis nella Genova assetata di una politica diversa, di un linguaggio più moderno, di schemi più agili e di personaggi nuovi, ma nuovi davvero?

A parte tutto lo schieramento di centro sinistra dal Pd, a Avs, a Italia Viva a Azione, perfino e sopratutto al M5 Stelle, che sembra uscire da un tunnel dove oramai non c’era che da far comparire draghi sputafuoco, ci sono già larghi strati social moderati, liberal progressisti, che hanno cominciato una trasmigrazione verso la vice presidente Coni, che ha già detto che vorrà essere chiamata sindaca al femminile.

Quella frangia moderata di quel Centro, che tutti cercano e nessuno lo piglia, come la bella di Torriglia, vecchio detto genovese, mai attuale come in questo caso, sembra immediatamente folgorata dalla bionda caduta dal cielo.

E basta ficcare il naso sui social per capire che è successo qualcosa di innovativo.

Lei, dopo avere conquistato tutto il suo fronte in sole quarantotto ore di incontri con le delegazioni della “Santa Alleanza”, beneficata solo oggi, che fino a ieri era un truciolato anche appuntito, ha già fatto due comparsate, efficaci come rasoiate per il centro destra.

In una lunga intervista, la prima in assoluto, concessa al direttore de “Il Secolo XIX”, Michele Brambilla, trasmessa invideo e poi su due pagine intere del quotidiano di proprietà di Gigi Aponte, il “padrone” di Genova, si è mostrata nella forma e nei contenuti.

E’ apparsa molto gradevole, ma per nulla ammiccante o anche solo minimamente a caccia di un consenso di immagine, vista la sua bella presenza. Sobria, in un vestito color kaki abbottonato fino al collo, i capelli biondi raccolti e non sventolati, ha parlato con una insospettabile proprietà e disinvoltura, anche con il tono e la misura di chi è già informata sul fatti.

“Non aspettatevi da me che mi metta a contendere con le altre parti politiche in modo polemico, o che difenda il passato, io sono arrivata ora e ho ben altro da dire e da fare”, ha come risposto alle frecciate anche un po’ spuntate che l’ex sindaco Bucci le ha lanciato, annunciando che si sarebbe potuta candidare anche con la destra.

Lei ha risposto indirettamente, descrivendo con chiarezza, ma senza rivendicazioni, il suo status dei valori-base nella sua formazione ideologica.

“Sono un donna di sinistra, sono cresciuta con quei valori e in questa scelta di candidarmi, sulla quale ragiono da poche settimane, il momento vero di orgoglio è stato quando l’ho comunicato a mio padre, che stava morendo e ho visto nei suoi occhi quello stesso orgoglio.

“ Un sindaco non deve essere un burocrate e neppure un capocantiere”, ha detto senza fare riferimenti, ma come rispondendo al ritratto di Marco Bucci, il predecessore, oggi governatore della Liguria che ha messo al centro di tutta la sua azione le grandi opere da costruire  e a Pietro Piciocchi, suo vice e uomo macchina.

“Bisogna chiedersi a chi servono le grandi opere e devono servire ai cittadini veramente e non diventare per loro un peso, un gravame”, ha risposto indirettamente, toccando uno dei punti chiave, in una città nella quale sono in corso opere ciclopiche, un po’ in corso, un po’ progettate, un po’ attese, un po’ anche ferme da decenni, il Terzo Valico, la Gronda, lo skymetro in ValBisagno, la grande diga foranea, la funivia tra il porto antico e la catena dei forti sulle alture.

Salis ha parlato molto di più di infrastrutture sociali per una popolazione che invecchia in modo esponenziale e ha bisogno di aiuto e che ha generazioni di giovani che fuggono dal lavoro povero e da una qualità della vita, che sarà arricchita dal clima, ma spesso non offre soluzioni moderne.

Ha pure ammesso la sua fede calcistica di sampdoriana, spiegando che è sbagliato nascondere il proprio tifo, ma chi poi governa la città deve avere  a cuore tutte le squadre e sopratutto pensare alle attrezzature sportive, come lo stadio che a Genova è un’altra delle questioni sepolte dall’inefficienza di intere generazioni di amministrazioni, restando in mezzo a quel quartiere centrale, tra rivendicazioni storiche e pesi urbanistici ormai intollerabili.

Alla sinistra-sinistra, riunita con i verdi in un primo incontro ha ripetuto senza peli sulla lingua che non intende caricarsi sulle spalle tutto il passato di governo delle amministrazioni di sinistra, che viene incessantemente processato dal centro destra e in particolare da Bucci e dal suo possibile candidato rivale, l’avvocato Pietro Picciocchi.

Insomma la ragazzo Salis rivendica una nuova partenza e usa un altro linguaggio, che sembra più moderno. Non è un caso che a correrle subito dietro sono stati anche quelli della “sinistra diffusa”, capeggiata da Andrea Acquarone, un saggista molto giovane e impegnato, che tra pochi giorni lancerà un pampleth intitolato “Tocca a noi!”, nel quale ci sono testi di trentenni e quarantenni, arcistufi di quello che la sinistra ha proposto fino ad oggi, soprattutto nella sua inutile opposizione al regno di Toti, Bucci e compagnia cantante.

Questa sinistra ufficiale dalla quale Salis sembra prendere, da una parte una distanza di stile e linguaggio e dall’altra nella quale affonda senza remore le sue radici, ricavandone il possibile, si è subito accodata.

Per primi i concorrenti candidabili, che fino a ieri si sarebbero buttati nel fuoco per correre al suo posto, come Armando Sanna, Federico Romeo, Alessandro Terrile e Alberto Pandolfo, gente che la dirigenza Pd aveva tenuto sulla graticola uno a uno. E senza pietà.

Orlando Andrea, il presunto leader, anche lui catapultato da Roma, lo sconfitto alle Regionali, ha sussiegosamente ammesso di avere chiesto lui alla Salis la disponibilità alla candidatura, ma di non essere andato più in là.

Il segreto su chi abbia indicato per primo il nome di questa rivelazione assoluta, è diviso oramai da tante rivendicazioni. L’hanno scoperta tutti, oggi che si è presa il centro della scena, per prima Roberta Pinotti, ex ministro della Difesa, che ha rivelato a Repubblica di averla indicata lei nella scorsa estate come una possibile candidata.

I sospetti forti riguardano Italia Viva di Renzi, un po’ per il ruolo del marito della Salis, molto vicino a lui. Rispetto a questa prossimità renziana, e non solo a questa, ma anche alle altre, che hanno fatto avvicinare la Salis pure alla cerchia totiana ( si parla di un rapporto stretto con Jessica Nicolini la ex portavoce di Toti, appena sconfitta alle elezioni regionali e dimessasi dall’establishment regionale come portavoce), la sua risposta è quasi ovvia.

Ricoprendo un ruolo importante ai vertici del Coni, le era capitato spesso di partecipare a riunioni anche con i vertici istituzionali liguri e non solo….

Ma la campagna elettorale deve davvero incominciare e allora vedremo se la candidata piovuta dal cielo è veramente……cum grano Salis.

Certo non sarà una campagna noiosa, non facile per la destra che già partiva con l’handicap del risultato nelle Regionali, che a Genova contavano un disavanzo di 18 mila voti, ma neppure per il centro sinistra, che si trova davanti una tale novità da gestire.

Ma ecco da una intervista di cinque anni, scoperta da Blitz e riferita alla vigilia del matrimonio con Fausto Brizzi nel 2020, lei 35anni, lui 52, cosa aveva detto, in epoca molto poco sospetta rispetto ad oggi la Salis, riferendosi alle sue aspettative di bambina:

«Sono cresciuta nel campo di atletica di Villa Gentile a Genova di cui mio padre era custode. Bambina, razzolavo felice tra piste e pedane. Il mio luogo del cuore era la gabbia dove uomini enormi giravano come trottole e lanciavano lontano dischi e martelli. Li guardavo incantata per ore e guardavo la città alle spalle. Pensavo che un giorno sarei stata lanciatrice di martello e sindaca di Genova. Il primo sogno si è avverato».

Silvia Salis ha 39 anni, due Olimpiadi, tre campionati del mondo e dieci titoli tricolori. Lasciata la pedana, è diventata consigliere federale e rappresentante atleti al Coni.

E oggi Salis corre per realizzare il secondo sogno…….

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Autore
Blitz

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