Generali: piano strategico con maxidividendi e buyback. Ma pesa la questione Natixis (e non solo)
- Postato il 30 gennaio 2025
- Di Panorama
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Generali: piano strategico con maxidividendi e buyback. Ma pesa la questione Natixis (e non solo)
Generali alza il tiro. Al via il nuovo piano strategico al 2027 del Leone: 7 miliardi di dividendi ai soci, crescita fino al 10% annuo, target 11 miliardi di generazione di cassa, a un buy back di almeno 1,5 miliardi. Sul tavolo allo strategy day di Generali oggi a Venezia anche l’affare Natixis, difeso a spada tratta dal ceo Philippe Donnet. Mentre c’è stato un rumoroso no comment sull’altro punto chiave per il futuro: l’ops lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. Tutte questioni che però saranno cruciali per l’assemblea dell’8 maggio quando il cda sarà rinnovato.
Il piano triennale presentato dal CEO Philippe Donnet prevede una crescita dell'utile per azione tra l'8% e il 10% annuo, con una politica di distribuzione ai soci particolarmente generosa: oltre 7 miliardi di dividendi (+30% rispetto al triennio precedente) e un programma di riacquisto di azioni proprie per 1,5 miliardi, di cui 500 milioni già previsti per quest'anno. L'obiettivo è quello di consolidare la posizione di Generali come leader europeo nel settore assicurativo e della gestione patrimoniale. “Siamo molto fiduciosi su quello che succederà. Ci sentiamo pienamente preparati anche perché siamo molto ben allenati, dato che abbiamo realizzato con successo anche i piani precedenti. Generali oggi è più forte che mai e continuerà a creare valore per tutti gli stakeholder”, ha dichiarato Donnet.
Sul fronte delle acquisizioni, Generali ha stanziato 1,5 miliardi per operazioni di M&A, con un focus sull'integrazione delle recenti acquisizioni, tra cui quella di MGG e l'accordo con Natixis. “Avremo un forte disciplina. Dopo l'acquisizione di Mgg e considerando Natixis, il nostro focus sarà sull'integrazione e sull'implementazione del piano”, ha spiegato il ceo.
E proprio il dossier Natixis è al centro delle tensioni interne al Leone. La joint-venture con i francesi mira a creare un colosso del risparmio gestito con 1.900 miliardi di asset in gestione. Un accordo che Donnet ha definito anche oggi "un'opportunità unica e trasformativa" e che è contestata però all’interno del gruppo di Trieste, da azionisti di peso come Francesco Gaetano Caltagirone (che detiene il 6,9% di Generali) e Delfin (9,9%). In più la tensione su Natixis si intreccia con un'altra partita: l’Ops lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, che detiene il 13,1% di Generali. Se Mps, dove Caltagirone e Delfin hanno una presenza rilevante, riuscisse a conquistare Mediobanca, la conseguenza sarebbe un cambiamento significativo degli equilibri azionari e il controllo della compagnia assicurativa.
Tutto questo proprio ora, nei mesi che precedono il rinnovo del consiglio di amministrazione di Generali, previsto per l'8 maggio. Il management attuale è pronto a mantenere le redini. Donnet, il presidente Andrea Sironi e altri consiglieri hanno infatti confermato la disponibilità a un nuovo mandato. Ma il cda uscente ha deciso di non presentare una propria lista per il rinnovo dei vertici. Quindi alla corsa di maggio, dove Donnet arriva con il piano presentato oggi come biglietto da visita, c’è incognita su liste ed equilibri. Mediobanca, primo azionista della compagnia, dovrebbe candidare Donnet e Sironi (non essendoci la lista del cda uscente) attingendo poi a profili tra gli investitori istituzionali e dall’altra parte Caltagirone e Delfin potrebbero offrire la lista alternativa. Il futuro della governance del Leone potrebbe allora essere in mano all’ago della bilancia, Assogestioni.
Il piano presentato oggi punta su crescita, redditività e una strategia di espansione attraverso acquisizioni mirate. L'assemblea dell'8 maggio sarà decisiva per il futuro di Generali e in mezzo, però, ci sono tante variabili.