Geminiano Cozzi, la lunga vita delle ceramiche veneziane
- Postato il 20 agosto 2025
- Di Panorama
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Cominciamo da due punti fermi, due date importanti, il 1765 e il 2025: ovvero 260 anni di storia manifatturiera speciale, molto speciale. Quella dell’azienda di porcellane veneziane, fondata dall’allora ventitreenne modenese Geminiano Cozzi. Quest’anno si celebra l’anniversario, ma anche il traguardo di una tradizione tenuta viva grazie all’impegno di Tonino Tognana, imprenditore di lungo corso che 30 anni fa ha acquisito il marchio per rilanciarlo poi nel 2014 con quel successo che solo una dedizione appassionata può regalare.
Signor Tognana, come verranno festeggiati questi 260 anni di storia della Geminiano Cozzi?
Mi piace precisare che non si tratta solo dell’anniversario di un’azienda, ma anche della celebrazione di una tradizione veneziana vocata alla bellezza, alla cultura del cibo e dell’arte della tavola. La storia della Geminiano Cozzi è anche un pezzo di storia di Venezia e della sua abilità artigianale tramandata nei secoli. Detto questo, i festeggiamenti sono già iniziati l’anno scorso con il lancio di due diverse collezioni: Burano e Arena che hanno avuto molto successo. Parlo soprattutto della linea Burano, caratterizzata dal piatto festonato, non rotondo, ma leggermente mosso, che è stata introdotta nelle nuove collezioni degli hotel Bulgari (in Giappone, a Bodrum e Roma) e fornita a due hotel della catena Belmond. Quest’anno per i 260 anni della manifattura lanciamo altre due nuove collezioni: Rosa rosae, basata sulla forma della linea Burano dello scorso anno, ma con soggetti della natura come rose e farfalle verdi, ispirati a un decoro conservatore dal museo della ceramica di Bassano del Grappa; e Teatro dei sogni, ripreso invece da un vaso del 1780, conservato al museo Cà Rezzonico di Venezia, con ispirazione orientale declinata in palme e casetta cinese. La stessa che l’architetto Aldo Rossi ha citato per la sua installazione, presentata alla Biennale del 1980. Si tratta per noi di grandi investimenti.
Ci può spiegare, nel vostro caso, come avviene la nascita di una collezione di porcellane?
Lo sforzo principale riguarda lo sviluppo di nuove linee. Questo implica creare un inventario adeguato, fondamentale soprattutto per il settore hôtellerie e ristorazione, dove il servizio è molto veloce e la merce deve essere pronta. Lo sviluppo di un prodotto nuovo richiede un investimento economico enorme. Offrire al cliente una gamma di forme bianche diverse su cui applicare decori personalizzati significa avere davanti la possibilità di sceglierne dalle 11 alle 13 diverse; pensare, studiare e avere nuove collezioni pronte è un processo lungo e oneroso. Una volta sostenuti i costi di stamping e sviluppo prodotto, il più grande investimento è mobilizzare merce in magazzino, pronta per la consegna. Nel settore hôtellerie di alta gamma è fondamentale garantire rifornimenti costanti negli anni: il prodotto deve restare disponibile e identico per almeno 10 stagioni dal lancio. Questo garantisce fidelizzazione e continuità di riordini da parte del cliente. La nostra produzione è molto diversa rispetto al retail moda, dove le collezioni scompaiono dopo uno, due anni. Anzi, è esattamente il contrario: noi dobbiamo mantenere le linee perché il servizio clienti lo richiede, e naturalmente è un vantaggio creare customer loyalty, soprattutto se si sviluppa un decoro tailor-made specifico, perché negli anni a venire il committente continuerà a riordinarlo.
Avete designer famosi che decidono la linea estetica delle collezioni?
Abbiamo un ufficio design interno coordinato da mia moglie che possiede un estro creativo straordinario. Inoltre ci avvaliamo di collaboratori esterni che sviluppano i decori che poi vengono declinati sui diversi articoli in collaborazione con il produttore di decalcomanie.
Qual è la tipologia dei vostri clienti fidelizzati?
La categoria luxury di gruppi alberghieri, di navi con pochi passeggeri e clientela privata ad alto potere di spesa. Inoltre, lavoriamo come private label per griffe di moda molto importanti che operano negli interni di residenze o di hotel di lusso.
Altri progetti per l’anniversario?
Faremo un evento a Venezia, in ottobre insieme ai fratelli Alaimo del Caffè Quadri che quest’anno compie 250 anni, e visto che insieme celebreremo anche i nostri 260 anni abbiamo chiamato l’evento “510”, ovvero la somma delle ricorrenze.
Avete motivo di festeggiare anche successi di business?
Direi di sì, visto che dal punto di vista del fatturato, nel settore nicchia, abbiamo segnato una crescita del 24 per cento, con ulteriore incremento a doppia cifra fino a maggio. Ma ci sono le turbolenze causate dai dazi Usa che spaventano alcuni clienti esteri e stanno rallentando gli ordini. Tuttavia anche se quest’anno esportiamo circa il 25 per cento, l’Italia rimane il nostro maggiore mercato. E, nonostante la crisi in Europa, abbiamo acquisito nuove catene alberghiere importanti nel segmento lusso. Inoltre, gli americani continuano a venire e a spendere in Italia nonostante la svalutazione del dollaro.
Quanti siete in azienda?
Tra diretti e indiretti siamo 35, 40 persone. Tanta è la produzione esterna, con partecipazioni in aziende controllate.
Avete molti competitor?
Ce ne sono diversi fortunatamente: la concorrenza spinge a migliorare.
Nota della redazione: nella versione di questo articolo pubblicato sul n° 35 di Panorama cartaceo sono stati citati, per errore, alcuni brand del lusso: Dolce e Gabbana, Louis Vuitton, Trussardi, Armani Casa. Ci scusiamo con gli interessati per l’imprecisione.