Gaza Tribunal, la sinistra di Corbyn e la società civile indagano sui crimini di guerra e sulle colpe britanniche

  • Postato il 5 settembre 2025
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Ha preso il via ieri a Westminster il Gaza Tribunal, un’inchiesta pubblica “sui crimini di guerra a Gaza” promossa da Jeremy Corbyn per analizzare il ruolo del Regno Unito nelle operazioni israeliane a Gaza. L’iniziativa, in streaming, non ha valore legale vincolante, ma si propone di raccogliere testimonianze e documenti che possano chiarire se il governo britannico abbia violato obblighi internazionali e contribuito, direttamente o indirettamente, a crimini di guerra. Il tribunale è nato a seguito del respingimento, da parte della Camera dei Comuni, di un disegno di legge presentato da Corbyn che mirava a istituire una commissione indipendente simile alla Chilcot Inquiry sull’Iraq. Dopo la bocciatura della proposta da parte della maggioranza guidata da Keir Starmer, l’ex Segretario laburista Corbyn ha deciso di lanciare un’inchiesta parallela gestita dalla società civile.

Il Gaza Tribunal si articola in due giornate di lavoro, il 4 e il 5 settembre, suddivise in quattro sessioni principali. La prima è stata dedicata a ricostruire gli eventi che hanno interessato la Striscia di Gaza negli ultimi anni, focalizzandosi sulle violazioni dei diritti umani e sul contesto dei bombardamenti. La seconda sessione esamina le responsabilità legali del Regno Unito alla luce del diritto internazionale, valutando possibili casi di complicità o omissione nelle operazioni israeliane. La terza è incentrata sul ruolo concreto del governo britannico, dai rifornimenti militari alle relazioni diplomatiche, e la quarta valuta se Londra abbia rispettato gli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali, incluse quelle riguardanti la protezione dei civili e l’uso delle armi. Ogni sessione prevede testimonianze dirette di sopravvissuti, operatori umanitari, medici volontari e giuristi. Le prove raccolte confluiranno in una relazione finale, che sarà resa pubblica e fungerà da documento di riferimento per l’opinione pubblica e per eventuali iniziative future.

La presidenza del tribunale è affidata a una giuria composta da Jeremy Corbyn, Neve Gordon, professoressa di Diritto internazionale presso la Queen Mary University of London, e Shahd Hammouri, docente di Diritto internazionale all’Università del Kent. 29 gli esperti e testimoni, inclusi medici con esperienza sul campo e accademici specializzati in diritto internazionale e studi sul genocidio. Tra le testimonianze più significative, il professor Nick Maynard, chirurgo dell’Università di Oxford, ha dichiarato che aerei da combattimento F-35, equipaggiati con componenti britanniche, sono stati utilizzati per bombardare ospedali e colpire bambini. Maynard ha dichiarato che “non si può sostenere che gli ospedali fossero centri di comando di Hamas”, respingendo la giustificazione ufficiale di Israele secondo cui le strutture sanitarie fossero obiettivi militari legittimi. La dottoressa Victoria Rose, medica volontaria nelle strutture sanitarie di Gaza, ha raccontato di aver operato bambini senza anestesia e di essersi trovata di fronte a ostacoli sistematici imposti dalle autorità israeliane, che rendevano impossibile fornire cure mediche adeguate e tempestive.

Un intervento particolarmente atteso è stato quello di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati, che ha partecipato tramite videocollegamento. Albanese ha dichiarato che il Regno Unito ha “miseramente fallito” nell’interrompere le relazioni economiche e militari con Israele, nonostante gli obblighi internazionali, e che questo potrebbe configurare una responsabilità penale per alcuni funzionari britannici, accusati di aver approvato vendite di armi e scambi di intelligence con lo Stato israeliano.

Il tribunale non ha potere di condanna, ma produce una relazione che servirà a documentare le testimonianze e a fornire un riferimento per la società civile e l’opinione pubblica, con l’intento di stimolare un dibattito sulla responsabilità britannica nelle operazioni militari israeliane. Jeremy Corbyn ha aperto i lavori affermando che, se il Parlamento non è disposto a fare chiarezza, “la società civile deve assumersi il compito di registrare le prove e ascoltare le vittime”. I lavori sono concepiti secondo il modello delle “people’s inquiries”, inchieste organizzate dalla società civile per raccogliere testimonianze su violazioni dei diritti umani quando gli organismi ufficiali non intervengono. Una sorta di ‘tribunale della coscienza’, sul modello del Vietnam e del Ruanda.

Il Gaza Tribunal si colloca però anche in un contesto politico più ampio, con Jeremy Corbyn e la ex deputata laburista Zarah Sultana impegnati nella fondazione di un nuovo partito di sinistra, provvisoriamente chiamato Your Party. La nuova formazione nasce con l’obiettivo di offrire una piattaforma alternativa alla linea del Labour Party e di unire le forze della sinistra radicale britannica, concentrandosi su giustizia sociale, politica estera fondata sul rispetto del diritto internazionale e tutela dei diritti umani: fra i suoi iscritti, già circa 400mila, il tema delle complicità del governo laburista nelle violenze a Gaza è un potentissimo catalizzatore.

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Il Fatto Quotidiano

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