Gaza, Oxfam: “A una settimana dal cessate il fuoco gli aiuti entrano ancora con il contagocce”

  • Postato il 17 ottobre 2025
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A una settimana dall’entrata in vigore del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, gli aiuti umanitari stanno ancora entrando ancora con il contagocce, nonostante i bisogni della popolazione, dopo due anni di bombardamenti, siano enormi. Lo racconta Salah Skaik, operatore di Oxfam che si trova a Gaza City. “Le famiglie stanno tornando e trovano la loro casa e i loro quartieri distrutti. I bisogni sono ancora enormi” spiega in un breve video. L’organizzazione offre anche aiuto psicologico per superare i traumi, oltre a distribuzione di acqua pulita e soldi per comprare cibo. “L’impegno assunto dalla comunità internazionale e dall’Unione europea per alleviare le sofferenze del popolo palestinese non si è tradotto ancora in alcuna azione concreta – scrive Oxfam in una nota- Gli aiuti umanitari, da cui dipende la sopravvivenza della popolazione, continuano a entrare in quantità meramente simboliche, mentre non si chiarisce quale sarà il ruolo del popolo palestinese nel determinare il proprio futuro, né si sta esercitando alcuna effettiva pressione su Israele per porre fine all’occupazione illegale della Cisgiordania”. Solo Oxfam in questo momento ha ancora oltre 2,5 milioni di dollari di aiuti di prima necessità e pacchi alimentari stoccati nei magazzini fuori Gaza, che non possono entrare.

La denuncia dell’organizzazione arriva alla vigilia del Consiglio dei ministri degli Esteri europei del 20 ottobre, in cui si discuterà delle eventuali sanzioni economiche a Israele, a partire dalla revisione dall’Accordo di Associazione Ue-Israele. “L’Unione europea è oggi a un bivio. – dice Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Deve decidere se vuol determinare la costruzione di una pace giusta in Palestina o se rinunciare completamente a esercitare la propria influenza e perdere qualsiasi credibilità. Se vuole semplicemente arrendersi alla realpolitik a cui stiamo assistendo o schierarsi in difesa dei diritti del popolo palestinese e dei principi del diritto internazionale. L’Europa non può essere un semplice finanziatore senza essere un attore politico. Al cessate il fuoco doveva seguire il ripristino del pieno accesso umanitario per la popolazione e della possibilità per le organizzazioni umanitarie di portare tutti gli aiuti necessari, ma ad oggi molte ong continuano a vedere i propri aiuti rifiutati e a non poter svolgere il loro lavoro a causa di un restrittivo approccio burocratico degli israeliani, che non è in linea con gli impegni umanitari del cessate il fuoco e viola il diritto internazionale. L’effetto di tutto questo è che la popolazione a Gaza continua a morire di fame, a non avere medicine, un riparo, acqua pulita”.

Oxfam insieme ad altre realtà come Amnesty, Cospe, Aoi e Arci ha lanciato nelle scorse settimana la campagna Stop trade with settlement, che chiede a Ue e Gran Bretagna di mettere al bando le relazioni commerciali con gli insediamenti israeliani in Cisgiordania (QUI SI PUO’ ADERIRE ALL’APPELLO).

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Il Fatto Quotidiano

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