Gaza, Montanari a La7: “San Francesco sarebbe sceso in piazza per la pace, Meloni lontanissima da lui. È complice di un governo genocida”

  • Postato il 5 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Oggi San Francesco, coi suoi frati e a piedi scalzi, sarebbe a Roma. Perché la pace si costruisce con la non violenza, con la partecipazione, chiedendo a chi ci governa di farla davvero. Giorgia Meloni invece è complice di un governo che pratica un genocidio. È molto, molto lontana da San Francesco”. Così a In altre parole (La7) Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, ha commentato le parole della presidente del Consiglio in occasione delle celebrazioni per San Francesco d’Assisi.
Ieri, 4 ottobre, Meloni è intervenuta dalla Loggia del Sacro Convento, trasformando l’occasione istituzionale in un intervento politico, elogiando il piano per Gaza proposto da Donald Trump come “una luce che squarcia le tenebre della guerra in Palestina” e ribadendo il ruolo dell’Italia come “interlocutore credibile” negli aiuti umanitari, unendo “ragione e fede” per favorire il dialogo tra culture.

Montanari ha sottolineato le profonde differenze tra l’approccio francescano e quello della premier: “San Francesco aveva detto ai suoi frati di andare nei paesi dell’Islam senza contendere sulla dottrina, di vivere sottomessi anche agli islamici. Era andato in pace dal sultano. Giorgia Meloni evoca Lepanto e i crociati, è tutta un’altra idea di religione molto strumentale”.

Lo storico dell’arte ha inoltre commentato uno striscione esposto a Roma inneggiante ad Hamas: “Sono pochi stupidi. Se i giornali domani daranno grande risalto a queste cose lo faranno strumentalmente. Nel governo italiano, composto da solo 25 ministri, ce n’è uno (il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ndr) che ha detto che il diritto internazionale è importante fino a un certo punto. Diciamo che è messo peggio il governo”.

Il giudizio più severo di Montanari riguarda però la vicenda dei volontari italiani della Global Sumud Flotilla, sequestrati da Israele in acque internazionali: “Il nostro governo si è comportato non solo da alleato, ma da scendiletto di Israele. Dopo tante chiacchiere sulla dignità nazionale, sulla difesa della patria e della bandiera, siamo finiti con il ministro Crosetto per ringraziare coloro che hanno sequestrato dei nostri connazionali, neanche internazionali, commettendo un enorme illecito. E come si apprende di minuto in minuto anche trattandoli in modi che sono al limite della tortura“.
E ha aggiunto: “È sconcertante: davvero il nostro ministro doveva ringraziare il governo israeliano? Doveva invece richiamare l’ambasciatore italiano a Tel Aviv, doveva aprire un caso internazionale. Perfino Giulio Andreotti o Bettino Craxi avrebbero avuto una postura istituzionale in questa vicenda“.

Montanari, infine, ha anche ricordato i legami tra Meloni e Netanyahu: “Credo che Giorgia Meloni sia molto più vicina a una capofazione che non a un presidente del Consiglio della Repubblica Italiana. Si comporta come tale. E peraltro, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno dei legami fortissimi con Netanyahu e il suo partito“.

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