Gaza, folla assalta il centro di distribuzione aiuti di Rafah: “La sicurezza privata Usa si è ritirata”

  • Postato il 27 maggio 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 4 Visualizzazioni

Una folla ha fatto irruzione nel complesso in cui vengono distribuiti gli aiuti umanitari a ovest di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. La Gaza Humanitarian Foundation, che gestisce il sito, ha fatto sapere che i contractor americani che si occupano della sua sicurezza si sono ritirati per consentire a “un piccolo numero” di persone di prendere il cibo. “Le necessità sul campo sono enormi. A un certo punto, nel tardo pomeriggio, il numero di persone presenti nel centro era tale che la squadra della GHF si è ritirata per permettere a un piccolo numero di abitanti di Gaza di prendere gli aiuti in sicurezza e disperdersi”, afferma la GHF in una dichiarazione che sembra cercare di minimizzare l’incidente avvenuto solo al secondo giorno di operazioni.

In base al piano sostenuto da Stati Uniti e Israele, i siti di soccorso sono gestiti da una società di sicurezza privata americana, mentre le Israel Defense Forces vigilano sulla sicurezza dell’area circostante. Israele ha permesso che gli aiuti arrivassero a Gaza la scorsa settimana, dopo aver bloccato la Striscia per 78 giorni. Prima dell’irruzione, Ghf aveva fatto sapere che “finora sono state distribuite circa 8.000 scatole di cibo. Ogni scatola sfama 5,5 persone per 3,5 giorni, per un totale di 462.000 pasti“. Secondo la tv israeliana Channel 12 le forze americane o le Idf hanno aperto il fuoco per cercare di disperdere la folla. Tuttavia, il servizio televisivo cita anche fonti militari israeliane anonime secondo cui l’esercito non hanno aperto il fuoco.

Fonti della compagnia di sicurezza americana hanno affermato che “verso la fine della giornata, circa 100 abitanti di Gaza hanno invaso il centro di distribuzione. Lo scenario era previsto in anticipo e le forze americane hanno permesso alla folla di prendere i resti delle scorte giornaliere nel centro per evitare perdite di vite umane. Durante l’incidente, sono stati sparati colpi in aria per disperderli. Domani, hanno aggiunto, inizierà una nuova distribuzione.

Oltre a quello di Rafah, un altro sito ha avviato le consegne nella zona di Morag, tra Khan Yunis e Rafah. Il sistema di distribuzione concepito dalla Ghf intende impedire ad Hamas di saccheggiare gli aiuti umanitari. I residenti sono arrivati per la prima volta al centro di assistenza e nei pacchi distribuiti hanno trovato pasta, farina, tahina, riso, salsa di pomodoro, fave, tè, biscotti e altri prodotti alimentari. L’Idf ha confermato che 2 dei 4 siti di distribuzione di aiuti costruiti nella Striscia hanno iniziato a funzionare. Tre dei centri di distribuzione si trovano nell’area di Tel Sultan, a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, mentre il quarto si trova nell’area del corridoio di Netzarim, a sud di Gaza City. “L’istituzione dei centri di distribuzione è avvenuta nel corso degli ultimi mesi, facilitata dai vertici politici israeliani e in coordinamento con il governo degli Stati Uniti”, afferma l’Idf nel suo primo commento ufficiale sui siti degli aiuti.

Il ministero degli Interni di Hamas ha condannato la distribuzione degli aiuti secondo il nuovo meccanismo della Gaza Humanitarian Foundation: “Il tentativo dell’ingresso degli aiuti attraverso un nuovo meccanismo fallirà. Invitiamo il nostro popolo ad agire responsabilmente in queste difficili circostanze”. L’organizzazione islamista intanto, secondo testimoni, ha iniziato a distribuire cibo gratis nella zona umanitaria di Al-Mawasi, come riferisce anche Channel 12. Il canale Inner Front di Hamas ha minacciato che chiunque riceva cibo dalla Ghf sarà “accolto con cura”.

Per la Gaza Humanitarian Foundation le operazioni non sono iniziate nel migliore dei modi. Dopo il direttore esecutivo, Jake Wood, anche il capo delle operazioni, David Burke, ha lasciato la fondazione istituita nei mesi scorsi tra Svizzera e Delaware. Wood, un ex marine, invece domenica notte, alla vigilia dell’annunciato delle operazioni di distribuzione a Gaza, aveva comunicato le sue dimissioni con una dichiarazione in cui aveva definito il piano non rispettoso dei “principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza”. Al suo posto è stato nominato John Acree, ex funzionario Usaid. Il sistema è stato duramente criticato dall’Onu, che si è rifiutata di parteciparvi, denunciando la militarizzazione degli aiuti umanitari, e quella che appare come una copertura di un piano di trasferimento forzato dei palestinesi che verrebbero costretti a spingersi verso il sud della Striscia, dove si prevede che vengano istituiti la maggior parte dei centri di distribuzione.

L'articolo Gaza, folla assalta il centro di distribuzione aiuti di Rafah: “La sicurezza privata Usa si è ritirata” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti