Gaza, al voto il piano per l’occupazione totale: Idf resta contraria, per l’Onu “conseguenze disastrose”. Gli Usa vogliono gestire gli aiuti

  • Postato il 6 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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L’occupazione totale di Gaza da parte di Israele sarà votata dall’esecutivo nella giornata di domani, giovedì 7 agosto con l’esito del voto che appare scontato. Malgrado l’opposizione dell’esercito, Netanyahu si è definitivamente piegato al volere della destra messanica che governa con lui ed ha lanciato il messaggio che “l’esercito si dovrà adeguare” alle decisioni prese dall’esecutivo.

L’ordine, stando alle indiscrezioni dei media, è di “conquistare i campi centrali della Striscia e Gaza City”, vale a dire proprio quelle aree dove l’intelligence militare ritiene che siano tenuti gli ostaggi, di cui solo 20 su 50 sarebbero ancora in vita. Zone dove finora l’esercito non ha mai colpito per non mettere in ulteriore pericolo la vita dei rapiti.

Idf contraria all’occupazione di Gaza

Il capo di stato maggiore Eyal Zamir, ha svelato Ynet, durante la riunione che si è tenuta ieri con i ministri Israel Katz e Ron Dermer, il generale Itzik Cohen e altri alti funzionari, “ha esposto diverse alternative e si è espresso contro l’opzione della conquista totale della Striscia, ma ha chiarito, sullo sfondo dello scontro con Netanyahu, che eseguirà qualsiasi decisione presa dai vertici politici”. Zamir, all’interno della stessa riunione, ha chiarito di “non aver minacciato di dimettersi”.

Lo scontro istituzionale in atto non è solo con le forze armate: è anche all’interno dello stesso governo. Sempre nella giornata di martedì c’è stato uno scambio di post tra due ministri ‘forti’ dell’esecutivo. “Il capo di stato maggiore è tenuto a dichiarare che rispetterà le direttive del livello politico, anche se si decidesse di procedere alla conquista di Gaza”, ha scritto su X Itamar Ben Gvir, ministro-colono, in pressing sul premier per la cattura totale di Gaza.

Poco dopo Gideon Sa’ar, favorevole invece a un accordo con Hamas e contrario alla continuazione della guerra, ha risposto: “Il capo dell’Idf è tenuto a esprimere la sua opinione alla classe politica. Non è tenuto alla subordinazione alle decisioni del governo”. Della questione ha parlato anche Yair Netanyahu, il figlio del premier, che via social ha accusato Zamir di stare guidando “una ribellione e un tentativo di colpo di Stato militare più adatto a una repubblica delle banane dell’America Centrale degli anni Settanta, ed è completamente criminale”.

Aiuti umanitari a Gaza

Cancellato lo stato di emergenza bellica

Fino ad ora, l’esercito israeliano ha preferito i fatti alle dichiarazioni: nella tarda serata di lunedì aveva cancellato lo stato d’emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre, che prevedeva l’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Che sul campo si traduce con diversi battaglioni in meno e con la presa d’atto che l’operazione ‘Carri di Gedeone’ è finita e i soldati devono riposare.

Finora, in 22 mesi di guerra, l’Idf si è sempre opposto all’ampliamento delle operazioni su tutto il territorio di Gaza. Per ragioni precise, oltre all’incolumità degli ostaggi. Ossia, il fatto che l’esercito sarebbe costretto a evacuare un milione di residenti per poter operare; la costruzione di un nuovo campo per la popolazione che richiederebbe mesi; la gestione di ogni necessità dei gazawi, che non rientra negli ambiti militari. I familiari dei rapiti hanno definito la decisone del premier sulla conquista di Gaza “una condanna a morte per i loro cari”.

Per l’Onu “conseguenze catastrofiche se Israele occupa Gaza”

La questione ostaggi è nel frattempo sbarcata all’Onu. Un alto funzionario ha ammonito che l’espansione delle operazioni militari israeliane all’interno di Gaza rischierebbe “conseguenze catastrofiche”. Un ampliamento della guerra “rischierebbe conseguenze catastrofiche per milioni di palestinesi e potrebbe mettere ulteriormente in pericolo la vita degli ostaggi rimasti a Gaza“, ha dichiarato Miroslav Jenca, assistente del Segretario generale delle Nazioni Unite per l’Europa, l’Asia centrale e le Americhe, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza. “Non esiste una soluzione militare al conflitto a Gaza o al più ampio conflitto israelo-palestinese”, ha aggiunto.

Gli Usa assumeranno il controllo degli aiuti a Gaza

Al di là dell’invasione di Gaza, è notizia di ieri sera il fatto che gli Usa intendono aumentare significativamente il loro ruolo nella fornitura di aiuti umanitari a Gaza. A scriverlo è Axios citando due funzionari americani e un funzionario israeliano. Trump ha discusso il piano con Steve Witkoff in una cena che si è tenuta la sera di ieri dopo il viaggio dell’inviato speciale in Israele e a Gaza. Un funzionario Usa ha affermato che è stato deciso che l’amministrazione Trump “assumerà” la gestione degli aiuti umanitari a Gaza perché Israele non li sta gestendo adeguatamente e ha riferito che paesi del Golfo come il Qatar contribuiranno finanziariamente, mentre anche Giordania ed Egitto saranno probabilmente coinvolti.

Camion si ribalta a Gaza, 20 morti

A Gaza intanto, si continua a morire. All’alba ci sono stati altri 9 morti. Un camion che trasportava merci verso Gaza, nella notte si è invece ribaltato a Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia, schiacciando mortalmente almeno 20 persone. Ci sono anche dei feriti. I media palestinesi hanno accusato Israele di aver chiuso alcune strade costringendo i camion di aiuti a percorrere strade che hanno subito bombardamenti.

Anche se l’occupazione di Gaza ancora non è in atto, l’Idf prosegue a lanciare ordini di evacuazione per i civili. L’ultimo riguarda i civili che vivono in nove zone del quartiere Zeitoun di Gaza City, nel nord della Striscia, i quali sono stati invitati ad andare verso sud.

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