Garlasco, tutti gli indizi contro Sempio
- Postato il 1 dicembre 2025
- Di Panorama
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A Garlasco la giustizia non riesce proprio a trovare pace. E non la trovano nemmeno gli uomini che ci finiscono dentro come in un tritacarne. Il nome caldo, naturalmente, è quello di Andrea Sempio, 37 anni, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, diciassette anni dopo quel 13 agosto 2007 che sembrava aver consegnato tutto agli archivi con la condanna definitiva di Alberto Stasi.
E invece no. Il file si riapre continuamente, si riscrive, si rilancia. Come una serie TV infinita, con gli attori che non riescono più a uscire dalla scena. Ad ogni modo, degli indizi contro Andrea Sempio ci sono eccome, non è tutta fantasia o tutto “accanimento”, come dice lui. Ovviamente, è opportuno attendere prudentemente il 18 dicembre, la data in cui è prevista l’udienza che chiuderà l’incidente probatorio a carico dell’indagato. Vediamo nel frattempo quali sono gli indizi a suo carico.
Gli indizi su Sempio
Oltre al Dna, gli investigatori ripropongono altri elementi già noti — ma ora rivisitati con maggiore peso. C’è l’impronta 33 repertata sul muro delle scale della villetta di Garlasco, attribuita al palmo destro di Sempio grazie alla corrispondenza di 15 «minuzie dattiloscopiche». Sebbene non sia stata ammessa all’incidente probatorio, per la Procura resta un indizio forte.
Poi ci sono le tre telefonate effettuate dall’indagato a casa Poggi nei giorni precedenti al delitto, quando la vittima era da sola. Telefonate che — secondo l’accusa — testimoniano un interesse sospetto di Sempio, che dichiarava tuttavia di ignorare la data esatta del ritorno dell’amico in vacanza, giustificando così quegli squilli con una richiesta innocente.
Infine, lo scontrino datato 13 agosto 2007 per un parcheggio a Vigevano: consegnato agli inquirenti solo un anno dopo, come per costruirsi un alibi. Ma un testimone — che si è presentato spontaneamente — sostiene che non appartenga a Sempio, alimentando i dubbi intorno questo elemento.
Il presunto movente
Come riporta il Corriere della Sera, la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ritiene che tutti questi elementi insieme costituiscono una base solida per avanzare verso un processo. Si parla di un presunto movente che sarebbe stato ricostruito — un dettaglio che, se confermato, potrebbe cambiare radicalmente la prospettiva sull’intera vicenda.
Intervistato da Bruno Vespa a Cinque Minuti, Sempio aveva dato libero sfogo ai suoi sentimenti: «C’è un certo accanimento, spero in buona fede. Al momento non ho una vita. Sono tornato nella cameretta in cui stavo una volta, chiuso lì, non posso fare niente. È come essere ai domiciliari». Indagato per omicidio in concorso con Alberto Stasi, fidanzato di Chiara Poggi e unico condannato in via definitiva per il delitto, Andrea Sempio ha dunque ribadito per l’ennesima volta la sua innocenza.
Serve comunque una ricostruzione completa, un processo che dimostri che Stasi era innocente e Sempio colpevole, o entrambi colpevoli. Oppure entrambi innocenti e qualcun altro ancora colpevole. Insomma, a parte tutte queste possibili combinazioni, finché questo processo non ci sarà, il caso Garlasco resterà uno dei più grandi buchi neri della giustizia italiana: un delitto con un condannato definitivo e un nuovo sospettato, senza che nessuno dei due sia definitivamente scagionato o incastrato.