Garlasco, tra indagini e complotti: le fantasie massoniche di Cristicchi e la stoccata di Lucarelli
- Postato il 11 agosto 2025
- Di Panorama
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Il giallo di Garlasco è tornato a vivere una seconda giovinezza sui social, questa volta con un retrogusto che sa di logge segrete, simboli esoterici e complotti degni di un romanzo di Dan Brown. A imbandire il banchetto delle teorie, con dovizia di dettagli e riferimenti “misterici”, c’è Simone Cristicchi, cantautore che il pubblico ricorda per testi intensi e – da Sanremo 2025 – anche per polemiche roventi.
Negli ultimi giorni, Cristicchi ha messo in fila su X una serie di indizi che, secondo lui, collegherebbero l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, alla massoneria. Dal “sole di mezzogiorno” all’uso della parola “alchimia”, fino a un sospetto gesto con una pennetta USB durante un’intervista: tre elementi che, nella sua narrazione, diventano segnali in codice di un reticolo occulto che avvolgerebbe il caso.
Comportamenti suggestivi di Lovati:
— Simone Cristicchi (@scristicchi) August 10, 2025
1-in diverse interviste rigira tra le mani una pennetta usb (rif a quella in uso di CP?)
2-Parla del “Sole di mezzogiorno”
(Rif a un termine in uso a una famosa associazione segreta?)
3-Tira fuori più volte il termine “alchimia”
Selvaggia Lucarelli, che del giallo di Garlasco ha seguito le pieghe più intricate, non ha lasciato passare l’occasione di replicare. Uno screenshot del post di Cristicchi e un commento ironico: «Poi non dite che io non ci azzecco sempre». Una frase che, tradotta, suona come “ve l’avevo detto”, con quel tocco di sarcasmo che non ha bisogno di spiegazioni.
Il dibattito che ne è seguito ha visto schieramenti opposti. Da una parte, chi vede in Lovati un “Gerofante” che comunica in codice; dall’altra, chi liquida tutto con battute sul caldo estivo e sulle derive da thriller cospirazionista. Cristicchi, intanto, non si è fermato: ha rilanciato vecchi post, immagini di “tavole” alchemiche, e persino un’interpretazione simbolica degli slip di Chiara Poggi ritrovati sul divano, legandoli ai colori della “Grande Opera” e all’Ordine dei 9 Angoli, setta satanica che sembra più a suo agio tra le pagine di un manuale di occultismo che in un fascicolo giudiziario.
Il risultato? Una narrazione parallela che viaggia veloce su X, mescolando indagini reali, processi archiviati e suggestioni occulte. Un cortocircuito perfetto tra cronaca nera e pop culture, dove ogni simbolo diventa prova, ogni parola chiave un messaggio cifrato e ogni screenshot una reliquia. Un mondo in cui il mistero non è mai abbastanza… e la realtà, inevitabilmente, si fa da parte.