Garlasco, tesi shock della difesa di Sempio: “Andrea e Stasi innocenti, Chiara uccisa dalla massoneria bianca”

  • Postato il 30 settembre 2025
  • Di Panorama
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Sul caso di Garlasco l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha le idee chiare, espresse nelle ultime in un’intervista rilasciata alla Stampa. Il legale ha affermato che sia il suo assistito che Alberto Stasi sono innocenti, e che la giovane sarebbe stata uccisa da una «massoneria bianca» legata a pedofilia e traffico di organi umani.

Secondo Lovati, Chiara Poggi è stata eliminata da «un’organizzazione criminale, gente che ci mette due secondi a spararti in bocca» per aver scoperto qualcosa di compromettente. Una tesi che il legale aveva già espresso durante la trasmissione Ignoto X su La7: «Le messe nere non c’entrano niente. Io ho sempre parlato di massoneria bianca, non messe nere».

Per Lovati si tratta di «una massoneria pedofila, dedita alla pedofilia, dedita al commercio degli organi umani e che ha radici internazionali». La chiave per comprendere questa teoria risiederebbe nelle ricerche che la vittima effettuava: «Basta guardare le ricerche che faceva Chiara sulla sua pennetta», ha dichiarato.

Il filone del Santuario della Bozzola

Il collegamento con il Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco rappresenta un elemento centrale della ricostruzione di Lovati. Nel 2014, l’ex rettore del santuario don Gregorio Vitali fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, che lo filmarono in situazioni compromettenti per poi estorcergli denaro. Il tribunale di Pavia condannò entrambi per estorsione aggravata.

Lo scorso settembre, Flavius Savu è stato arrestato in Svizzera. Secondo il suo legale Roberto Grittini, Savu aveva raccontato di «incontri di carattere sessuale» e di «rituali che potrebbero essere ricondotti a riti satanici» al santuario, con partecipanti che «si travisavano» e arrivavano «con grossi macchinoni».

L’avvocato Roberto Grittini, difensore di Savu, sostiene di avere «la certezza granitica» che l’omicidio sia “maturato in conseguenza della percezione da parte di Chiara Poggi di quel che accadeva all’interno del santuario».

Tuttavia, dalle indagini delegate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano non sarebbero emersi elementi che porterebbero a un collegamento diretto tra le vicende della Bozzola e il delitto.

L’inchiesta su Mario Venditti

Un colpo di scena significativo è arrivato dall’indagine della Procura di Brescia sull’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari per aver presumibilmente ricevuto denaro dalla famiglia Sempio in cambio dell’archiviazione dell’inchiesta del 2017.

Le perquisizioni hanno portato al sequestro di un biglietto con la scritta “Venditti gip archivia per 20-30 euro”, che secondo Lovati si riferisce semplicemente al costo per ottenere copia dell’atto di archiviazione, il cui costo rientra nel range indicato dal bigliettino.

Venditti, descritto da Lovati come «un magistrato integerrimo, uno dei migliori che abbia conosciuto nella mia carriera», ha ricoperto dal 2023 il ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia. Secondo fonti di stampa, l’ex procuratore sarebbe ora orientato a dimettersi dalla carica a seguito delle accuse.

Il DNA sulle unghie di Chiara

Una svolta importante è nel frattempo arrivata dalla conferma che il DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi è utilizzabile. Il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha dichiarato: “Per questa analisi sul DNA dei margini ungueali dovremo effettuare tutti gli eventuali confronti”.

L’incidente probatorio, per il quale i periti hanno ottenuto una proroga di 70 giorni, si concentra su un’indagine biostatistica di un “aplotipo Y”, un segmento di cromosoma che potrebbe essere idoneo a individuare la discendenza paterna. Il materiale biologico, verrà sottoposto a confronto biostatistico attraverso software di ultima generazione per verificare se sia attribuibile ad Andrea Sempio.

La parte più rappresentativa del materiale biologico denominata “Ignoto 1“, che secondo i consulenti della Procura pavese apparterrebbe a Sempio, rappresenta il cuore degli accertamenti in corso.

L’avvocato Lovati rimane pessimista sulle prospettive del caso: «Non si arriverà mai alla verità. Ma una cosa è lampante: Stasi, Sempio, le gemelle Cappa non c’entrano niente con il delitto. Sono tutti personaggi in cerca d’autore».

Autore
Panorama

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