Garlasco, sulla spazzatura ci sono solo i Dna di Chiara e Alberto
- Postato il 26 giugno 2025
- Di Panorama
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Dopo diciotto anni, le tracce della colazione sulla scena del delitto di Garlasco parlano per la prima volta. Ma non raccontano nulla di nuovo. Il Dna trovato sul sacchetto dell’immondizia e sui resti della colazione consumata la mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli appartiene quasi esclusivamente a Chiara Poggi. L’unica eccezione? Una traccia genetica riconducibile ad Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, già condannato in via definitiva. Nessun profilo sconosciuto, nessuna svolta. I risultati dell’incidente probatorio appena concluso non rafforzano la pista «alternativa» che punta il dito su un altro sospettato, Andrea Sempio. Anzi, confermano la stessa realtà biologica già cristallizzata all’epoca delle prime indagini: in quella casa, la mattina dell’omicidio, c’erano solo Chiara e, forse, chi le era più vicino.
Le analisi, riferisce il Corriere della Sera, sono state condotte dalla genetista forense Denise Albani, nominata perito dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli, insieme al dattiloscopista Domenico Marchegiani. Il loro incarico: isolare eventuali tracce biologiche e digitali dai reperti — tra cui frammenti di plastica, imballaggi alimentari e pellicole adesive — che hanno resistito al passare del tempo.
Le tracce di Chiara Poggi
I tamponi eseguiti giovedì 19 giugno nei laboratori della Scientifica di Milano su diversi oggetti ritrovati nella villetta — un piattino di plastica, un sacchetto azzurro dell’immondizia e le linguette di due confezioni di Fruttolo — hanno rilevato materiale biologico. Le analisi successive hanno confermato che quei frammenti di Dna appartengono tutti a Chiara Poggi. In particolare, il piattino presentava una sequenza quasi completa del suo profilo genetico.
Sempre riconducibile a Chiara risulterebbe anche la traccia trovata sul sacchetto contenente cereali avanzati, rinvenuto sul divano il giorno del delitto. Proprio in quel sacchetto è stato trovato, durante il secondo giorno di incidente probatorio, un capello o un pelo lungo circa tre centimetri — al momento non è ancora chiaro se si tratti di origine umana o animale.
Il profilo genetico di Stasi
L’unico profilo genetico maschile isolato durante l’esame proverrebbe da Alberto Stasi. Sarebbe infatti suo il Dna rilevato sulla cannuccia di plastica di un brick di Estathé. Un elemento che lo stesso Stasi, ex studente della Bocconi, non ha mai escluso: la sera prima dell’omicidio aveva cenato con Chiara. Diversa la situazione per quanto riguarda il Fruttolo, un prodotto che ha sempre dichiarato di non consumare.
Sul bicchierino di plastica del tè freddo è emersa, dopo l’uso di una lampada forense, una possibile impronta digitale. La Procura di Pavia, che coordina l’indagine «parallela» condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, potrebbe ora disporre ulteriori accertamenti dattiloscopici. Intanto, tra i reperti tornati sotto osservazione, resta ancora da analizzare il materiale genetico raccolto sui fogli di acetato che conservano da anni le impronte digitali rilevate all’epoca nella villetta.
La traccia dell’ignoto
Proprio tra quei fogli — trentaquattro in tutto, già sottoposti a test preliminari per individuare eventuali tracce di sangue, finora risultati negativi — spicca la cosiddetta «traccia 10». Si tratta di una traccia «sporca», lasciata da un soggetto ignoto sul lato interno della porta della villetta. La difesa di Stasi ha chiesto che, una volta concluse le analisi genetiche, venga ripetuto il test per verificare la presenza di sangue.
Nel frattempo, i consulenti tecnici della Procura hanno individuato due impronte digitali rimaste fuori dalla relazione tecnica iniziale del Ris, nonostante fossero state fotografate e repertate all’epoca. Una di queste è stata rilevata sullo stipite della porta che conduce alla cantina, durante il sopralluogo del 12 settembre 2007. Secondo gli esperti Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli — gli stessi che hanno attribuito ad Andrea Sempio la «traccia 33» — l’impronta è «comparabile», ma non appartiene né a Sempio né a Stasi. L’altra impronta si trova sulla cornetta del telefono fisso, investita dal sangue nella seconda fase dell’aggressione.
Il giallo della vacanza in Trentino: dov’era Marco Poggi?
Intanto, emerge un nuovo elemento che rischia di riaccendere le polemiche attorno alla vicenda. Secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, il gestore dell’hotel di Falzes, in Trentino — dove la famiglia Poggi era in vacanza al momento del delitto — ha affermato che il figlio Marco non era presente. A suo dire, nell’estate del 2007 sarebbero stati ospiti dell’hotel solo i genitori di Chiara, Giuseppe e Rita, che avrebbero prenotato una sola camera matrimoniale. Nessuna stanza risulterebbe riservata per Marco né per la famiglia dell’amico Alessandro Biasibetti, che secondo le ricostruzioni ufficiali avrebbe trascorso la vacanza con i Poggi, arrivando il 4 agosto (un giorno prima dei genitori di Chiara).
Una testimonianza che entra in rotta di collisione con le dichiarazioni agli atti e solleva nuovi interrogativi su eventuali omissioni investigative. La documentazione relativa alla vacanza — come ricevute, fatture, o elenchi degli ospiti — non è mai stata acquisita, contrariamente a quanto fatto per altri soggetti all’epoca indagati, come Sempio o la famiglia Cappa.
La rivelazione del gestore ha provocato l’immediata reazione dei legali della famiglia Poggi: «Non c’è limite alla fantasia, né alla volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte. Dispiace che la Procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo», hanno dichiarato in una nota gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, difensori dei genitori e del fratello di Chiara.
Resta il fatto che l’inchiesta originaria non ha mai ricostruito in maniera documentata la permanenza dei Poggi in Trentino. E anche ora, nella nuova indagine a carico di Andrea Sempio — iscritto nel registro degli indagati per omicidio in concorso — emergono lacune investigative: non risultano sequestrati i tabulati telefonici di Marco Poggi, nonostante le chiamate ricevute da Sempio il 7 e 8 agosto, che lui stesso ha giustificato come tentativi di mettersi in contatto proprio con Marco. Diversamente, sono stati acquisiti i dati dei cellulari dei genitori di Chiara. Un ulteriore dettaglio lascia perplessi: se i telefoni di Giuseppe e Rita agganciavano la cella BZ, compatibile con la zona, quello di Marco risultava collegato a una cella BD, differente da quella dei genitori.