Garlasco, spunta una nuova impronta mai repertata
- Postato il 16 giugno 2025
- Di Panorama
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Alla vigilia dell’atteso maxi incidente probatorio fissato per il 17 giugno, un nuovo, clamoroso colpo di scena scuote l’inchiesta sul delitto di Garlasco. Un elemento finora mai esaminato potrebbe aprire nuovi scenari investigativi. Sul primo gradino della scala interna della villetta di via Pascoli, dove il 13 agosto 2007 fu rinvenuto il corpo senza vita di Chiara Poggi, è stata rilevata una nuova traccia ematica. Secondo gli investigatori, potrebbe trattarsi dell’impronta di una scarpa.
La scoperta arriva mentre la Procura di Pavia, da tempo impegnata in un nuovo filone d’indagine, ipotizza la presenza di più persone sulla scena del crimine quella mattina. In questo contesto, Andrea Sempio è indagato con l’accusa di omicidio in concorso, mentre proseguono le ricerche per identificare eventuali complici.
Come riportato dal quotidiano Il Tempo, grazie all’uso di tecnologie avanzate come il laser scanner 3D e strumenti basati su intelligenza artificiale, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano — guidati dal colonnello Antonio Coppola — in collaborazione con i Ris di Cagliari e il Racis di Roma, hanno realizzato una nuova e minuziosa mappatura dell’abitazione dei Poggi. Il lavoro si è concentrato sull’analisi delle macchie di sangue (Bloodstain Pattern Analysis – BPA), per ricostruire in modo più preciso la dinamica dell’aggressione e le armi utilizzate.
I rilievi si sono focalizzati in particolare sul salone, teatro della presunta aggressione, e sull’ingresso della cantina, dove fu trovato il cadavere. È proprio lì, sul primo gradino, che è emersa una traccia mai repertata nel rapporto redatto dai Ris nel 2007. Si trova poco oltre rispetto all’impronta della famosa scarpa a pallini, attribuita ad Alberto Stasi, l’unico finora condannato per l’omicidio.
Interpellata da Il Tempo, la professoressa Luisa Regimenti, medico legale dell’Università di Tor Vergata, ha fornito una lettura netta della nuova traccia: non si tratterebbe né di una semplice colatura né di un trascinamento di sangue. “È un’immagine figurata lasciata da un agente esterno”, ha dichiarato. Secondo la sua analisi, la forma ben delineata indicherebbe che potrebbe trattarsi di un’impronta di scarpa impressa quando il sangue era ancora fresco.
L’incubo del vasetto di yogurt
Nel frattempo, si fa sentire anche la voce della difesa. L’avvocato Massimo Lovati, che insieme alla collega Angela Taccia assiste Andrea Sempio, è tornato a commentare i nuovi sviluppi in un’intervista rilasciata a Il Giorno. Lo ha fatto riprendendo alcune dichiarazioni rilasciate in precedenza alla trasmissione Quarto Grado, dove aveva fatto riferimento a uno degli oggetti repertati nella villetta: un vasetto di Fruttolo.
“Ho sognato che nel Fruttolo c’era il dna del mio assistito. Poi uno lo può interpretare come crede”, ha affermato.
Lovati ha definito “legittimo” l’incubo legato alla possibilità che sullo yogurt ritrovato tra i rifiuti di casa Poggi possa emergere il Dna del suo assistito. “Le altre cose che hanno sbandierato non mi preoccupano. Le unghie, l’impronta, non le temo. Il Fruttolo sì”, ha sottolineato.
Lovati ha anche attaccato duramente l’impostazione dell’indagine: “Noi siamo come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Questa è una inchiesta insidiosa e il concorso nell’omicidio di Chiara Poggi è solo una diavoleria per riaprire nuove indagini e accusare Andrea Sempio. Io cerco di arginare ma andremo avanti così fino alla fine”.
Infine, ha ribadito l’innocenza di Sempio, pur non nascondendo i timori legati all’impostazione accusatoria: “Fin dall’inizio ho messo i puntini sulle ‘i’ sull’insidiosità di questa indagine. Già partendo dal capo d’incolpazione, in concorso, che non lascia spazi difensivi: è ingannevole. Poi chiamano il mio assistito per rifargli le impronte con l’inchiostro: non mi posso fidare. Se da una parte c’è slealtà, dall’altra parte c’è malfidenza. E – conclude – si spiegano anche gli incubi”.