Garlasco, spunta un audio-bomba che potrebbe cambiare tutto: “Muschitta? L’hanno minacciato”
- Postato il 22 giugno 2025
- Di Panorama
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Un capello lungo tre centimetri rinvenuto dopo 18 anni nella spazzatura di casa Poggi, ma soprattutto un audio rimasto segreto che ora rischia di riscrivere tutta la vicenda. È un dialogo che getta nuove, pesantissime ombre su uno dei testimoni più controversi del caso Garlasco: Marco Muschitta, l’operaio che nel 2007 raccontò di aver visto una ragazza bionda allontanarsi in bicicletta dalla casa del delitto, prima di ritrattare clamorosamente. «È un quaquaraquà, non è un uomo… sicuramente l’hanno minacciato… magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto». Parole che rimettono in discussione tutto, mentre le indagini tornano a scavare in quella mattina del 13 agosto 2007.
L’audio che riapre i sospetti
Ma a scuotere ulteriormente le indagini è l’audio esclusivo pubblicato da Il Tempo. La registrazione risale al 17 luglio 2022 e documenta una conversazione tra l’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto e Alfredo Sportiello, responsabile Asm di Vigevano e superiore diretto di Marco Muschitta. Ed è proprio Muschitta la figura che torna ora al centro del giallo.
«È un quaquaraquà, non è un uomo… sicuramente l’han minacciato… per via di quelle due ragazze lì, è sicuro… poi magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto», dice Sportiello nell’audio, mentre discute con Marchetto.
Muschitta, infatti, è l’operaio che il 13 agosto 2007 — giorno dell’omicidio di Chiara — dichiarò di aver visto una ragazza bionda in bicicletta allontanarsi dalla villetta di via Pascoli con in mano un oggetto simile a un alare da camino. All’epoca indicò anche un nome: Stefania Cappa. Interrogato il 27 settembre 2007 per oltre quattro ore dai carabinieri, durante un verbale interrotto due volte per motivi mai chiariti, Muschitta finì poi per ritrattare clamorosamente: «Mi sono inventato tutto quello che vi ho raccontato perché sono uno stupido». Successivamente finì anche a processo per calunnia nei confronti della gemella di Stefania Cappa, ma fu prosciolto. Da quel momento, per la giustizia italiana, divenne un testimone completamente inattendibile.
Eppure già all’epoca alcune intercettazioni tra Muschitta e il padre avevano suscitato più di un dubbio: «Per proteggerti, loro ti hanno fatto fare quella roba lì. Per me hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Non ti devi pentire. Tu hai detto quello che sapevi… Ma tu hai detto la verità?», chiedeva il padre. E Muschitta rispondeva: «Certo, io ho detto quello che ho visto, se poi volete…».
Nonostante ciò, anziché approfondire e riconvocare Muschitta per chiarire il cortocircuito della sua deposizione, gli inquirenti — proprio mentre stavano per fermare Alberto Stasi — si concentrarono piuttosto nel tentativo di screditare il testimone, cercando elementi per dimostrare che fosse un mitomane.
Alla luce di questo nuovo audio, però, il verbale del 9 ottobre 2007 di Sportiello assume contorni diversi. Sportiello riferì che Muschitta gli avrebbe confidato già il 27 settembre di aver visto quella ragazza in bicicletta e che, vedendo le immagini di Stasi in TV, avrebbe esclamato: «Non è stato lui, io ho visto altro». La convivente di Muschitta, però, lo avrebbe dissuaso: «Fatti gli affari tuoi, altrimenti ti preparo la valigia e ti caccio via». Dopo il fermo di Stasi, il tecnico del gas raccontò quanto visto anche al padre e ai suoceri, ma esitava ad andare dai carabinieri. A convincerlo fu proprio Sportiello, che lo spinse a parlare anche con la dirigente amministrativa Maria Lucianer. Quella stessa sera, mentre Lucianer veniva ascoltata in Procura dal comandante Gennaro Cassese, Muschitta veniva interrogato dal pm Rosa Muscio. Solo giorni dopo, il 9 ottobre, Sportiello venne sentito ufficialmente e confermò il racconto del suo dipendente, consegnando anche i fogli di servizio che documentavano la presenza di Muschitta proprio in via Pascoli nelle ore e nei minuti indicati. Nessuna prova lo collocava altrove: l’unico elemento che minava la sua credibilità era la successiva ritrattazione.
Nella registrazione del 2022, il maresciallo Marchetto e Sportiello commentano anche il tentativo andato a vuoto del programma Le Iene di intervistare Muschitta. «E non lo vuole dire… non vuol parlare», osserva Marchetto. «È un quaquaraquà, non è un uomo», replica Sportiello. «E ma chissà che minacce gli han fatto però?», incalza Marchetto. «Sì ma lì è stato Cassese… la prima volta…», sostiene Sportiello, «sicuramente l’han minacciato… per via di quelle due ragazze lì, è sicuro… poi magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto…».
Quando Marchetto insiste per sapere se l’operaio si fosse inventato tutto, Sportiello ribadisce: «E lui no ma va, quello che ha visto ha visto eh… lui quella mattina lì alle 9-9.30 ha visto… lui non se l’è inventata, ma figurati. Ha visto questa ragazza in giro con la bicicletta da donna, l’ha vista, lui non se l’è inventata eh. Come l’ha raccontata a me, io davanti alla direttrice gliel’ho raccontata a lei, la stessa identica cosa… perciò non è che uno può inventarsi che Franco è un finocchio, io non posso inventarmelo sapendo a cosa vado incontro… capisci?».