Garlasco, spunta il Baby Tonfa: l’arma dell’omicidio di Chiara Poggi può essere un portachiavi da autodifesa

  • Postato il 28 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Non bastavano le ipotesi sullo scandalo al Santuario della Bozzola, il memoriale di Falvius Savu o le dichiarazioni di Taormina ad alimentare il dibattito su Garlasco. Adesso tocca al Krav Maga, il sistema israeliano di autodifesa e combattimento corpo a corpo. Una disciplina che non usa solo le mani, ma anche strumenti specifici. E ce n’è uno in particolare che può rivelarsi l’arma del delitto usata per uccidere Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Si chiama Baby Tonfa o Mini Tonfa ed è un piccolo manganello che può essere usato come portachiavi, evoluzione del kubotan, bastoncino letale sempre di origine israeliana.

Garlasco, spunta il Baby Tonfa: l’arma dell’omicidio di Chiara Poggi può essere un portachiavi da autodifesa
Garlasco, spunta il Baby Tonfa: l’arma dell’omicidio di Chiara Poggi può essere un portachiavi da autodifesa
Garlasco, spunta il Baby Tonfa: l’arma dell’omicidio di Chiara Poggi può essere un portachiavi da autodifesa

Un’arma del delitto minuscola

Chiara Poggi fu colpita da una lama che le ferì le palpebre, ma la causa della morte fu un colpo alla tempia che le provocò un foro. Non si è mai identificato né ritrovato l’oggetto contundente che si è sempre ipotizzato essere un punteruolo o la stessa lama appuntita che causò la ferita agli occhi. Secondo la dottoressa Luisa Regimenti, docente di Medicina Legale all’Università Roma Tor Vergata, la punta del Baby Tonfa è perfettamente compatibile con quel foro. Costruito in plastica o metallo, costa una ventina di euro su Amazon ed è perfettamente legale in Italia: non rientra neppure tra gli oggetti vietati dal TULPS, il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. La Regimenti non ha avuto dubbi osservando la ferita della ragazza, poco profonda e rotondeggiante: «c’è una perfetta compatibilità con la lesione nella regione temporale della povera Chiara», ha sostenuto.

Il passato di Andrea Sempio nel Krav Maga

Ed è qui che entra in gioco ancora una volta Andrea Sempio, l’attuale indagato per l’omicidio. All’epoca del delitto aveva 19 anni e frequentava spesso la villetta di Garlasco, essendo  amico di Marco, il fratello di Chiara. Qualche anno dopo la morte della ragazza, nel 2010,  si è avvicinato al Krav Maga e tre anni più tardi è diventato ufficialmente istruttore della disciplina. Ha anche organizzato e collaborato al progetto “Non essere vittima” con corsi di autodifesa femminile a Pavia, Torino, Milano e Codogno. La professoressa Reggimenti, incuriosita,  ha osservato le abitudini di Sempio, rimanendo «colpita dal fatto che praticasse Krav Maga».

Analisi e arma, un confronto decisivo

L’ipotesi sul Baby Tonfa potrà essere mesa a confronto con gli esami antropometrici dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata dalla Procura di Pavia. Le misurazioni servono a collocare la figura di Sempio sulla scena del crimine, come ipotizzato dalle ultime analisi delle tracce del sangue, con la posizione del corpo quando, secondo l’accusa, si è appoggiato al muro della scala lasciando l’impronta palmare numero 33. Secondo il consulente della difesa Armando Palmegiani, sarà però difficile arrivare a dati certi: il corpo cambia in diciotto anni. È già stato anticipato, tuttavia, che il delitto può essere avvenuto in più fasi, in un tempo più dilatato rispetto a quello ipotizzato. Questo scenario può essere compatibile con l’utilizzo di più armi diverse: la lama che ha provocato il taglio simmetrico alle palpebre di Chiara e il corpo contundente come il Baby Tonfa usato per il foro alla tempia.

In attesa del deposito imminente degli esami, un oggetto minuscolo può riscrivere il caso di cronaca nera più discusso dell’ultimo ventennio, con un presunto innocente di nuovo indagato e un colpevole incarcerato che forse possono scambiarsi i ruoli

Autore
Panorama

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