Garlasco, nuovo colpo di scena: rinviata l’analisi dei dispositivi di Venditti e Sempio
- Postato il 3 novembre 2025
- Di Panorama
- 1 Visualizzazioni

Nuovo colpo di scena degno di un thriller nel caso di cronaca nera più discusso in Italia. È slittato a data da destinarsi l’accertamento tecnico irripetibile per l’estrazione della «copia forense» dai cellulari e dai computer di Mario Venditti e Giuseppe Sempio (padre di Andrea), nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari condotta dalla Procura di Brescia. L’indagine è collegata all’archiviazione, avvenuta nel 2017, di Andrea Sempio, amico di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007.
L’analisi, fissata inizialmente per lunedì 3 novembre a Pinerolo, è stata sospesa dopo la mossa (a sorpresa ma non troppo) del difensore di Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, che ha formalizzato al gip e alla Procura generale bresciana la riserva di richiedere un incidente probatorio davanti a un giudice terzo.
La mossa della difesa
La decisione di Aiello ha di fatto bloccato la procedura prevista per l’estrazione dei dati dai dispositivi. Secondo il legale, infatti, ogni analisi dovrà avvenire soltanto sotto la supervisione di un giudice, come previsto dal Codice di procedura penale. La riserva, depositata ufficialmente, ha prodotto l’effetto desiderato: «anestetizzare» l’attività tecnica, impedendo al pubblico ministero di procedere finché non sarà chiarito il perimetro del contraddittorio.
Aiello contesta che la Procura «non abbia inteso rispettare il primo annullamento disposto» il 17 ottobre dal Tribunale del Riesame, relativo ai sequestri eseguiti lo scorso 26 ottobre. Gli apparati informatici – telefoni, computer e supporti digitali – sono ora sotto chiave da oltre un mese e rappresentano naturalmente uno dei nuclei probatori più sensibili dell’inchiesta. Se gli accertamenti venissero effettuati senza garanzie difensive, le copie forensi rischierebbero di essere dichiarate inutilizzabili in un eventuale processo.
I sospetti di corruzione
Al centro dell’indagine c’è già da qualche giorno l’ipotesi che Venditti, all’epoca procuratore aggiunto, abbia ricevuto somme di denaro per favorire l’archiviazione di Andrea Sempio. Gli inquirenti ritengono che la presunta corruzione possa essere collegata ai «20-30 mila euro» citati in un appunto – definito «pizzino» – ritrovato in un’agenda sequestrata a casa Sempio.
Secondo una nota della Guardia di Finanza, «le modalità prospettate sembrano più vicine all’ipotesi di pagamenti occulti verso soggetti diversi dai difensori di fiducia», individuando così «anomalie» nei movimenti di denaro e nelle dichiarazioni rese.
Le spiegazioni di Giuseppe Sempio
Ed ecco che si giunge al punto cruciale. Un passaggio chiave del fascicolo è rappresentato infatti dall’intercettazione del 10 febbraio 2017, in cui Giuseppe Sempio, parlando in dialetto con la moglie, afferma: «Dobbiamo trovare la formula di pagare quei signori».
Interrogato il 26 settembre scorso dopo la perquisizione disposta dalla Procura, il padre di Andrea S. si è difeso precisando: «Sicuramente intendevo gli avvocati parlando di quei signori. Ogni prelievo fatto era per i legali». Gli inquirenti, però, non escludono che dietro quelle parole ambigue si celasse un riferimento diverso, meno innocente, forse legato a presunti intermediari.
Un’indagine piena di tensioni
Resta il fatto che questa vicenda alimenta la tensione fra difesa e magistratura bresciana, con una mole crescente di materiale informatico sotto sequestro e una serie di ricorsi pendenti davanti al Tribunale del Riesame. Il «caso Garlasco», segnato da quasi venti anni di inchieste, processi e archiviazioni, polemiche, affermazioni e smentite, si arricchisce così ulteriormente di un nuovo capitolo giudiziario. E speriamo sia quello risolutivo.
Ora la prossima mossa spetta al gip, che deve decidere se accogliere la richiesta di incidente probatorio. Solo allora potranno ripartire le analisi sui dispositivi di Venditti e Sempio, da cui gli inquirenti sperano di ricavare elementi utili per fare luce su una delle pagine più controverse della giustizia italiana.