Garlasco, non c’è solo Sempio all’attenzione della Procura: al via l’incidente probatorio

  • Postato il 13 giugno 2025
  • Di Panorama
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Una traccia di DNA sotto le unghie, un’impronta sul muro, un alibi che non regge. Diciotto anni dopo il delitto che sconvolse l’Italia, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi riapre scenari inquietanti. Andrea Sempio, già prosciolto nel 2017, torna indagato per omicidio. Ma non è l’unico nome su cui la Procura di Pavia vuole far luce: si cerca la verità tra vecchi reperti mai analizzati, impronte orfane e tracce genetiche sfuggite alle indagini iniziali. Un nuovo fronte investigativo che rimette in discussione tutto, persino ciò che sembrava ormai chiuso.

I 3 principali indizi contro Sempio

Andrea Sempio, già indagato e poi prosciolto nel 2017, è di nuovo al centro dell’attenzione della Procura di Pavia. Il 37enne è attualmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio, in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima già condannato in via definitiva a 16 anni.

Sono tre gli elementi su cui si concentra l’interesse degli inquirenti. Il primo è una traccia di DNA ritrovata sotto le unghie di Chiara Poggi, ora attribuita a Sempio, che sarà oggetto di valutazione nel maxi incidente probatorio fissato per il 17 giugno. Il secondo riguarda un’impronta palmare – la numero 33 – individuata sul muro delle scale che conducono al seminterrato della villetta di via Pascoli, dove fu rinvenuto il corpo senza vita della ragazza. Infine, c’è la questione del tagliando di un parcheggio a Vigevano, che secondo i pm rappresenterebbe un alibi poco solido e privo di riscontri certi.

Non solo Andrea Sempio…

Sebbene molti indizi sembrino convergere su Sempio, la Procura non esclude altre piste. In questa direzione si inserisce la decisione di sottoporre ad accertamenti genetici e dattiloscopici un gruppo di persone che ruotavano intorno alla casa di Chiara, o che vi entrarono nei minuti successivi al ritrovamento del corpo.

Si tratta di una lista di una decina di nomi: tra questi, oltre a Sempio e Stasi, figurano i membri della famiglia Poggi, alcuni amici del fratello Marco (Roberto Freddi, Mattia Capra, Alessandro Biasibetti), Marco Panzarasa (amico di Stasi), un medico legale, tre investigatori e alcuni soccorritori. Il genetista Marzio Capra ha chiesto che i tamponi vengano estesi anche a biologi, genetisti e periti che in passato hanno lavorato sul caso: per «evitare di trovarci fra anni con un possibile “Ignoto 3” o “Ignoto 4” che è semplicemente il Dna di un vecchio perito o carabiniere del Ris, oppure il mio che ho partecipato agli accertamenti», ha dichiarato.

Il maxi incidente probatorio

La prima fase dell’incidente probatorio si è aperta giovedì a Milano con la consegna dei reperti ai periti nominati dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. La genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani hanno ritirato alla caserma dei carabinieri di via Moscova i primi reperti: si tratta, in particolare, delle fascette para-adesive usate per repertare le impronte nella villetta. Tra queste anche la traccia 10, rinvenuta sulla maniglia interna della porta di ingresso e ancora oggi non attribuita né a Stasi né a Sempio.

Nel pomeriggio, all’Istituto di medicina legale di Pavia, è stata effettuata la seconda consegna, che comprende i tamponi prelevati sul corpo della vittima, i resti della colazione e il contenuto della spazzatura mai analizzato. Prossima tappa chiave: il 17 giugno, nei laboratori della Polizia scientifica di Milano, dove si verificherà se le due tracce di DNA parziale rinvenute sotto le unghie della vittima – entrambe maschili – possano essere considerate scientificamente utilizzabili. Per la Procura e per la difesa di Stasi, una delle due tracce è riconducibile a Sempio; l’altra, al momento, appartiene a un soggetto ignoto.

Tutti gli esperti coinvolti nei processi a carico di Stasi, finora, avevano ritenuto il materiale genetico non affidabile. Ora si tenta un’ultima verifica anche su altri reperti: oggetti mai analizzati come confezioni di fruttolo, biscotti, brick del tè – potenzialmente toccati da Chiara o dall’assassino – e frammenti del tappetino del bagno, su cui è stata lasciata un’impronta insanguinata di scarpa. Qui sarà necessario scegliere se cercare il DNA o le impronte, perché le analisi chimiche contaminerebbero irrimediabilmente il reperto. Una possibile soluzione, ancora da validare, potrebbe consistere nel tagliare in due i campioni per consentire entrambe le analisi.

“L’impronta sulla gamba di Chiara Poggi compatibile con una stampella”

Infine, un nuovo elemento emerge dalle dichiarazioni del medico legale Pasquale Mario Bacco, rilasciate al settimanale Giallo. Analizzando la gamba della vittima, Bacco sostiene che il segno rilevato non sia compatibile con un tacco o una scarpa, ma con «il piedino di una stampella con pallini antiscivolo». Nello specifico, la traccia sarebbe composta da tre pallini disposti in modo geometrico. «Dovremmo immaginare un tacco con tre elementi protuberanti, piuttosto strano. La punta di una stampella, invece, è più compatibile» – afferma il medico, che aggiunge: «Chiara è stata calpestata con un oggetto mentre era stesa. È il classico segno che definiamo di disprezzo».

Un dettaglio inquietante, anche alla luce del fatto che Paola Cappa – cugina della vittima – al tempo si muoveva con una stampella e un tutore alla gamba sinistra, in seguito a una caduta in bici avvenuta il 13 luglio, esattamente un mese prima del delitto.

Autore
Panorama

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