Garlasco, al via il secondo round dell’incidente probatorio: si inizia dalla spazzatura
- Postato il 19 giugno 2025
- Di Panorama
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Sarà la spazzatura a dare il via al secondo round dell’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta bis per l’omicidio di Chiara Poggi. Periti, consulenti di parte e avvocati torneranno nei laboratori della Scientifica della questura di Milano a esaminare i reperti alla ricerca di nuove tracce di DNA, partendo proprio dal sacchetto dell’immondizia recuperato nella villetta di via Pascoli.
Dopo la lunga maratona di martedì – durata nove ore – e dedicata all’analisi delle impronte rilevate sui supporti «collosi», il focus dell’attività investigativa si sposta ora sul contenuto della pattumiera. Un esame che avrebbe dovuto svolgersi già nei giorni scorsi, ma che i periti nominati dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli — la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani — sono stati costretti a rinviare a causa della temporanea mancanza del verbale di sequestro, ritrovato solo in un secondo momento.
Dentro le buste sigillate, custodite per quasi 18 anni nei locali dell’Istituto di medicina legale di Pavia, si trovano alcuni oggetti raccolti in casa Poggi poco dopo il delitto del 13 agosto 2007: il frammento del tappetino del bagno con una traccia ematica lasciata probabilmente dalla scarpa dell’assassino, una scatola di cereali con i fiocchi avanzati, il cucchiaino usato da Chiara quella mattina mentre faceva colazione davanti alla tv. Ma l’attenzione maggiore è rivolta proprio alla pattumiera, mai esaminata fino ad oggi.
Il sacchetto contiene due vasetti di Fruttolo, un brick di thé freddo, un piattino, l’incarto dei biscotti e, almeno inizialmente, anche una buccia di banana. Proprio quest’ultima potrebbe rappresentare un rischio per le analisi: essendo rimasta per mesi nel sacchetto prima del sequestro — avvenuto nell’aprile 2008, otto mesi dopo l’omicidio — potrebbe aver contaminato o cancellato eventuali tracce di DNA. Quando i militari del Ris entrarono nuovamente nella villetta per repertare l’immondizia, la buccia risultava ormai marcia e quasi incollata al sacchetto stesso.
Se il tempo lo permetterà, al termine dell’analisi della spazzatura si tornerà a lavorare sui 34 fogli di acetato utilizzati per raccogliere le impronte dal luogo del delitto: ne sono già stati esaminati 17, fotografati in alta definizione e parzialmente testati. Su questi campioni, si proseguirà con la ricerca di materiale biologico e con il test “Obti” per il sangue, che finora ha dato sempre esito negativo. Un’attenzione particolare sarà riservata all’“impronta 10”, rinvenuta sul lato interno della porta e ritenuta in un primo momento potenzialmente compatibile con il killer: il test verrà ripetuto con un kit più sensibile.
Ma il passaggio più atteso resta quello relativo alle unghie di Chiara. I campioni biologici prelevati all’epoca sono stati in gran parte consumati nei test precedenti, ma le nuove analisi grafiche sui frammenti residui potrebbero essere determinanti. I magistrati pavesi ritengono che uno dei due profili maschili rilevati corrisponda ad Andrea Sempio, l’indagato su cui oggi si concentra questa inchiesta parallela, riaperta dopo anni di indagini già concluse con la condanna definitiva del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi.
L’analisi sulla spazzatura è però fortemente contestata proprio dalla difesa di Sempio. Il suo avvocato Massimo Lovati, intervenuto ieri sera a Chi l’ha visto? su Rai 3, ha dichiarato senza mezzi termini: “Noi non crediamo in questa spazzatura. Non ci crediamo perché è una questione talmente incredibile che si siano conservati dei rifiuti per 18 anni che la ritengo improbabile. Chi è che tiene una spazzatura per 18 anni? Mai sentita una roba del genere. In più, non mi pare che fu mai sequestrata, perché i Ris non la repertarono”.
Lovati ha rincarato la dose: “Se non c’è il provvedimento di un giudice che ha disposto il sequestro di questa spazzatura è acqua fresca. Vi rendete conto che sono passati 18 anni? E siamo qui a parlare di niente?”
L’obiettivo degli inquirenti è comunque quello di ricostruire il più possibile la scena del delitto e chiarire ogni possibile dinamica di quella mattina del 13 agosto 2007, ipotizzando persino che qualcuno potesse aver fatto colazione con Chiara poco prima dell’omicidio.
Un’ipotesi che Lovati continua a respingere con fermezza: “Io a questi Fruttolo non ci credo – ha ribadito –. È una cosa incredibile. Il sequestro perde efficacia quando la sentenza diventa giudicata, quando non è più impugnabile. Per questo io mi oppongo all’apertura di questa spazzatura. Devono andare dal giudice e farsi autorizzare ad aprire questi reperti che non sono mai stati sequestrati. Cosa è successo in quegli otto mesi in cui la spazzatura è rimasta in quella casa?”