Gambino querela un cittadino per un post su Facebook: “Gravissimo etichettarmi come fascista”
- Postato il 10 ottobre 2024
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- Di Genova24
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Genova. L’assessore alla Sicurezza Sergio Gambino, candidato alle elezioni regionali di Fratelli d’Italia, annuncia la querela nei confronti di un cittadino che su Facebook ha accusato “lui e i suoi amici” di occupare “spazi istituzionali inneggiando a Mussolini e auspicando il ritorno al regime fascista”.
L’intervento in questione si riferiva al post di Paolo Carissimo, consigliere leghista nel Municipio Ponente, che il 25 settembre ha attaccato Ilaria Salis commentando: “Se oggi ci troviamo in politica questa gente è perché il duce tempo fa non ha usato abbastanza il bastone“. Parole che hanno suscitato indignazione e hanno indotto la segreteria del partito a formulare un richiamo nei suoi confronti.
“In questi sette anni di impegno politico ho sempre affrontato le sfide del ruolo con responsabilità e dedizione, consapevole che chi ricopre incarichi pubblici debba essere disposto ad accettare critiche, a volte anche pesanti. Nonostante insulti e diffamazioni non mi siano mai mancati, ho sempre scelto di non querelare nessuno. Ho ritenuto che far politica comporti anche questo: si ricevono elogi e denigrazioni. Tuttavia – scrive Gambino – oggi mi trovo costretto a riconsiderare questa posizione. Mio figlio, che ora è abbastanza grande per leggere e comprendere, mi ha chiesto perché qualcuno possa accusarmi di essere fascista o addirittura di incitare comportamenti legati a quell’ideologia. Lui sa, perché gliel’ho insegnato, che il fascismo rappresenta un capitolo buio e doloroso della nostra storia, una realtà che abbiamo superato per costruire una democrazia libera e aperta. Non riesco a spiegargli come si possa diffondere un tale odio nei miei confronti, e non solo per me come uomo o politico, ma per il rispetto della verità e del dibattito democratico”.
“Le accuse che mi sono state rivolte, pubblicamente sui social media, peraltro, in modo del tutto gratuito associandomi ad affermazioni e fatti in cui io sono totalmente estraneo, superano la normale dialettica politica – prosegue Gambino -. Etichettarmi come fascista o incitatore di fascismo è un insulto gravissimo che offende non solo me, ma la memoria collettiva di un popolo che ha lottato per la libertà. È importante ricordare che la legge Mancino e altre normative del nostro ordinamento condannano fermamente l’apologia del fascismo, e chiunque tenti di falsificare la realtà storica o accusi ingiustamente qualcuno di simili atteggiamenti va contro i principi che fondano la nostra Costituzione”.
Per questo Gambino annuncia di aver depositato querela: “Credo nella libertà di espressione, ma questa libertà non può essere usata come scusa per diffondere menzogne e odio. Mio figlio ha imparato che il fascismo è una cosa brutta, e io non posso tollerare che questa parola venga usata in modo strumentale per attaccarmi e distorcere la mia immagine, peraltro, lo ripeto, neppure quale diritto di critica ad una mia azione o decisione politica, essendo estraneo ai fatti ed alle circostanze cui sono stato associato. È il momento di dire basta e di tutelare la verità, soprattutto per il futuro delle nuove generazioni che dobbiamo educare con rispetto, onestà e senso civico”.
Nel 2018 Gambino era finito nell’occhio del ciclone per aver partecipato con la fascia tricolore alla commemorazione dei caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana a Staglieno, insieme ai militanti di Lealtà Azione, movimento politico di estrema destra.