Galliera, uscite scaglionate e infornata di neolaureati per arginare la “fuga” degli infermieri

  • Postato il 17 dicembre 2024
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ambulanze pronto soccorso galliera

Genova. Da una parte un piano concordato tra ospedale Galliera, Asl e San Martino per diluire nei prossimi mesi le assunzioni previste. Dall’altra una selezione a tempo determinato con cui si confida di coprire gran parte dei buchi in organico che verranno a crearsi. È la strategia messa in campo dai direttori generali e dalla giunta Bucci per arginare la fuga di circa 80 infermieri da Carignano proprio a cavallo delle feste natalizie e del picco influenzale, pericoloso effetto collaterale del maxi concorso che ha generato 294 assunzioni su tutto il territorio genovese.

“Ci sarà un meccanismo di progressione che comunque è dettato dalle norme – spiega il direttore generale dell’ospedale Galliera Francesco Quaglia -. I tempi di preavviso sono variabili a seconda dell’anzianità di servizio e possono arrivare fino a un massimo di 60 giorni. Dopodiché potranno esserci differimenti limitati, ma non parliamo certo di quattro o cinque mesi. Decideremo anche in base al tempo necessario per l’acquisizione e l’entrata in servizio di nuovo personale, ma pensiamo che lo scaglionamento non potrà comunque eccedere il mese di marzo“.

Nessun blocco del concorso, quindi, ma una sorta di patto di non belligeranza per rallentare l’uscita degli infermieri dal Galliera facendo valere le prerogative di legge sui tempi di preavviso. Nel frattempo, il 31 dicembre scadono i termini per candidarsi alla selezione a tempo determinato che l’ente aveva già varato a fine novembre pronosticando che le assunzioni deliberate dagli altri ospedali avrebbero generato qualche problema. Il bacino da cui pescare è quello dei giovanissimi neolaureati in scienze infermieristiche freschi di iscrizione all’ordine.

“Complessivamente in Liguria si tratta di circa 250 persone, nell’area di Genova sono 110-120 di cui una trentina formati nella nostra scuola – ragiona Quaglia -. Abbiamo scelto questo tipo di selezione perché le procedure sono velocissime, a gennaio potremo contare sulle prime immissioni in servizio. Non c’è un numero indicato, quindi potremo prenderne quanti saranno necessari. In questo modo contiamo di recuperare un numero notevole di unità e potenzialmente anche coprire tutte le uscite, tenendo conto che non tutti i vincitori del concorso sceglieranno di lasciare il Galliera”.

Tutto starà a capire quanti infermieri alle prime armi risponderanno alla chiamata togliendo le castagne dal fuoco al Galliera, che altrimenti rischia di trovarsi pesantemente scoperto in pochi mesi. Ma il direttore generale è fiducioso: “Siamo gli unici in tutta la Liguria che stiamo facendo una selezione. L’obiettivo è intercettare i giovani, coloro che hanno voglia di sperimentare ciò che hanno appena imparato. E poi contiamo di poter avviare nel tempo un processo di fidelizzazione“. Nell’ambito dell’accordo c’è anche la promessa da parte del San Martino di cedere la graduatoria appena saranno terminate le assunzioni degli idonei (329 a fronte di 94 posti).

Al di là della vicenda Galliera, che secondo Quaglia ha suscitato “un po’ troppo allarmismo“, è evidente che la coperta è sempre più corta. Non solo perché gli infermieri mancano in generale, ma anche perché la sanità territoriale, senza turni di notte e senza lo stress delle emergenze, risulta più attrattiva (anche se non dal punto di vista della retribuzione) e fa concorrenza agli ospedali. In queste ore, dopo l’allarme lanciato sul Galliera dai sindacati confederali, dalla Fials è arrivato un altolà al rallentamento delle procedure di assunzione: “Se non si può sguarnire il Galliera non si può neppure penalizzare le altre aziende le cui strutture sono sottorganico e oberate di crescenti carichi di lavoro che tutti giudicano insostenibili. Oggi bloccare il concorso significa prendere in ostaggio l’utenza, i servizi e i lavoratori“. La Asl attende 149 unità di personale, il San Martino 94, il Gaslini 28, lo stesso Galliera 14 come pure l’Evangelico. “Tutte necessarie e urgentissime“, sottolinea il sindacato.

Nel frattempo il presidente dell’Ordine Carmelo Gagliano ha proposto un regolamento regionale sulla mobilità interna. Nei prossimi mesi dovrebbe arrivare poi un nuovo concorso su base metropolitana. Il rischio, però, è che possa ripresentarsi lo stesso problema. Il presidente Bucci, la settimana scorsa dopo la riunione di giunta, ha sintetizzato la filosofia di fondo: “Se apparteniamo alla stessa famiglia, non posso mangiare nel tuo stesso piatto. Se abbiamo bisogno di mangiare tutti e due, andiamo a cercare qualcosa in più da mangiare. Non vedo perché non dobbiamo fare la stessa cosa”. Principio che non sarà semplice applicare al prossimo bando.

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Genova24

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