G7, a Palazzo Brancaccio l’Italia prova a riscrivere una nuova industria

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Economia
  • Di Formiche
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G7 dell’Industria, atto secondo. Come anticipato pochi giorni fa, ha preso il via a Palazzo Brancaccio la seconda riunione ministeriale della presidenza italiana del G7 su Industria e innovazione tecnologica. Sono arrivate di buon mattino, presso lo storico complesso che affaccia su via Merulana, le delegazioni, accolte dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha preso parte alle tre sessioni di lavoro della giornata. Tra gli ospiti eccellenti, anche Gina Raimondo, segretaria al Commercio degli Stati Uniti d’America.

In rappresentanza dei Paesi del G7, invece, hanno varcato la soglia di Palazzo Brancaccio Marc Ferracci, neo ministro dell’Industria francese, Peter Kyle, segretario di Stato per la Scienza del Regno Unito, Francis Bilodeau, viceministro canadese per l’Innovazione, Udo Philipp, sottosegretario all’Economia e alla protezione climatica della Germania, e una delegazione governativa giapponese. Con loro la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager. Per i Paesi Outreach (Corea del Sud, India, Ucraina, Emirati Arabi) sono presenti Dirk Beljaarts, ministro degli Affari Economici dei Paesi Bassi, S. Krishnan, viceministro per il Digitale e le Tecnologie dell’India, e Keonki Roh, viceministro del Commercio della Corea del Sud.

Sponda africana, dal momento che uno dei baricentri della ministeriale è stato proprio il futuro dei governi in via di sviluppo, a Palazzo Brancaccio ha fatto il suo ingresso anche una delegazione di Stati africani coinvolti nell’AI Hub per lo sviluppo sostenibile, tra cui il ministro delle Tecnologie di Comunicazione della Tunisia, Sofiene Hemissi, e il presidente dell’Applied Innovation Center egiziano, Ahmed Tantawy. Unitamente poi alle organizzazioni internazionali come Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) e Itu (International Telecommunication Union), insieme alle startup africane selezionate per l’AI Hub tra cui IrWise, Kytabu, InstaDeep e Birrama Digital Commerce e importanti aziende nazionali e multinazionali, come Amazon Web Services, Engineering e Sony.

Il senso dei lavori è stato dato poi proprio dal padrone di casa, Urso.  “Abbiamo voluto ripristinare insieme a voi il G7 dell’industria che non si teneva da sette anni, perché siamo tutti consapevoli della sfida che abbiamo davanti a noi, che hanno le nostre imprese e quindi ci chiediamo come assicurare crescita alle nostre economie in un mondo purtroppo denso di minacce”, è stata la premessa del suo intervento. “Bisogna passare dal rischio alla resilienza, consapevoli che non esistono ricette preconfezionate, tantomeno ricette ideologiche ma che occorrono soluzioni pragmatiche e realistiche a fronte di realtà che nessuno pensava potesse esprimersi in queste forme che accompagnino, sostengano e incentivino la lotta al cambiamento climatico e risposte che siano necessariamente nel segno dell’inclusione degli altri, come abbiamo dimostrato in questo G7, soprattutto di chi sta più indietro sulla strada dello sviluppo e questo nel quadro di un contesto che deve garantire la nostra sicurezza”.

Il filo rosso che porta a Roma, però, è quello che parte da Verona e Trento, teatro della prima ministeriale. “In continuità con quello che abbiamo fatto a Verona ci auguriamo di raggiungere delle conclusioni fattive. In questi mesi si è svolto un lavoro molto inteso tra i nostri Stati per giungere alle conclusioni di oggi e qui a Roma faremo il punto sui risultati prima di passare il testimone agli amici del Canada che hanno collaborato con tutti gli altri intensamente ai lavori di questa ministeriale. “Sullo sfondo abbiamo tutti l’evoluzione tecnologia e i processi di digitalizzazione che richiedono risposte rapide e scelte nel segno della responsabilità risposte che devono anche tenere conto assolutamente di precisi caratteri, condizioni di sicurezza, sicurezza nazionale e sicurezza globale”.

 

 

 

Autore
Formiche

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