Fusione Amt-Atp, chiuse le indagini. La presidente Gavuglio e il vicepresidente Sivori accusati di aver truffato Autoguidovie e il ministero delle Finanze

  • Postato il 7 marzo 2025
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Nuovo bus Atp

Genova. La pm Patrizia Petruzziello ha chiuso l’inchiesta collegata alla fusione Amt-Atp. Sono dieci in tutto gli indagati tra i quali ci sono l’attuale presidente e direttrice generale dell’azienda del trasporto pubblico della città metropolitana Ilaria Gavuglio e il vicepresidente Enzo Sivori. Quest’ultimo era all’epoca presidente di Atp, mentre Gavuglio faceva parte del collegio sindacale sia di Amt sia di Atp.

Gli altri otto dirigenti indagati sono Marco Beltrami (all’epoca amministratore unico di Amt), C. M. (vicepresidente Atp), D. D. (responsabile affari legali Amt), P. R. (direttore commerciale Amt), L. B. (direttrice della Pianificazione strategica e governance societaria del Comune di Genova), P. A., direttore generale del consiglio metropolitano, B. H. e G. G., entrambi membri del collegio sindacale Atp.
Per tutti le accuse sono truffa, truffa ai danni dello Stato e ostacolo all’esercizio delle funzioni degli organi di vigilanza.

La fusione (mai realizzata) e l’affidamento in house ad Amt del trasporto pubblico metropolitano

L’indagine era nata dopo l’esposto presentato da Autoguidovie, società lombarda azionista di minoranza di Amt in Atp Esercizio che fino al 2020 gestiva il trasporto extraurbano nella città metropolitana. Autoguidovie nell’ottobre 2019 si era opposta all’incorporazione di Atp, di cui deteneva il 48,46%, in Amt. L’obiettivo, fortemente voluto dall’allora sindaco Marco Bucci era creare un’unica azienda nell’intero territorio provinciale. L’operazione avrebbe portato tuttavia Autoguidovie ad avere nelle nuova società solo il 2,48%: i bergamaschi si erano opposti e l’operazione era saltata. Dopo lo stop alla fusione l’azienda lombarda, per dimostrare di voler restare sulla piazza genovese a gestire il trasporto pubblico aveva comunque partecipato con 1,7 milioni alla ricapitalizzazione da 3,5 di Atp (la restante quota era a carico di Amt). Era il 25 ottobre 2019, Ma pochi mesi dopo il nuovo colpo di scena con la decisione presa da Città Metropolitana (il cui sindaco era sempre Bucci) di affidare “in house”, quindi senza gara il trasporto extraurbano ad Amt, trasferendole personale e mezzi di Atp Esercizio.

L’accusa di truffa nei confronti di Autoguidovie

Per la Procura gli indagati quando presentarono il piano industriale finalizzato alla ricapitalizzazione avrebbero “raggirato” i privati di Autoguidovie indicando “falsamente di voler realizzare nuovi investimenti”, vale a dire l’acquisto di 20 autobus e il rinnovo delle strutture e degli impianti, “con la consapevolezza che i denari dell’aumento di capitale sarebbero stati invece utilizzati per fini diversi, ovvero, per l’estinzione di un debito pregresso con il fornitore Iveco Orecchia da cui avevano comprato 24 bus nell’ambito del Patto per Genova e per “il pagamento di spese correnti relative alla gestione ordinaria della società Atp” quindi secondo l’accusa per nulla inerenti gli investimenti del piano industriale. Secondo l’accusa gli amministratori avevano proposto l’aumento di capitale ben consapevoli che spirata la fusione, il servizio sarebbe stato affidato ad Amt e nonostante ciò deliberarono l’aumento di capitale che una volta versato veniva usato per spese correnti e per saldare vecchi debiti. Atp a giugno con un atto dirigenziale veniva nel frattempo privata del suo asset e i mezzi acquistati ( tra cui 24 bus finanziati con il Patto per Genova) passavano, insieme ai dipendenti, ad Amt che dal 1 gennaio 2021 gestisce il trasporto pubblico di Genova di tutto il territorio metropolitano.

La truffa ai danni del ministero dell’Economia e delle Finanze

Oltre alla truffa ai privati di Autoguidovie la Procura accusa i dieci dirigenti anche di truffa ai danni dello Stato. Anzitutto avrebbero indotto in errore l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) “omettendo di comunicare alla stessa Agcm in maniera completa ed esaustiva l’effettiva e reale destinazione delle somme da impiegare per l’aumento di capitale di Atp Esercizio”. Così l’Agcm aveva archiviato la vicenda sollevata da Autoguidovie “per mancanza di profili di contrasto con le norme a tutela della concorrenza e del mercato”, un’archiviazione indispensabile per poter procedere all’aumento di capitale. In questo modo, si legge nel documento di chiusura delle indagini “Amt, autorizzato dal Comune di Genova e dagli altri soci pubblici, versava anticipatamente ad Atp, in conto futuro aumento di capitale, l’importo di due milioni di euro, consentendo ad Atp di avere a disposizione una provvista finanziaria per estinguere i debiti pregressi (debiti contratti nell’ambito della misura di finanziamento del Patto per la Città di Genova per l’acquisto di 24 autobus, finanziamento di cui aveva già ottenuto parte del denaro e che avrebbe dovuto restituire se non avesse onorato i pagamenti) nei confronti del fornitore, (debiti che altrimenti ATP non avrebbe potuto onorare) per poterne successivamente chiedere il rimborso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (soggetto pagatore delle risorse erogate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), visto che il rimborso poteva essere richiesto solo in riferimento alle spese effettivamente sostenute e solo dopo aver dimostrato di aver pagato il debito contratto per l’acquisto dei autobus”. “Il versamento in conto futuro aumento di capitale – sottolinea la pm Petruzziello – era entrato nella disponibilità di ATP il 16 giugno 2019 ed era fuoriuscito il 17 giugno 2019 per pagare il debito con il fornitore”.

Gli indagati, difesi dagli avvocati Massimo Boggio, Andrea Andrei, Giuseppe Sciacchiano e Massimo Ceresa Gastaldo, hanno adesso dieci giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive. Poi la Procura chiederà il rinvio a giudizio.

Autore
Genova24

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