Furto in concessionaria, ladro si finge cliente: catturato e arrestato

  • Postato il 4 maggio 2025
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  • Di Virgilio.it
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Il giorno inizia come tanti altri, in una concessionaria di Le Mans, Francia. I venditori sistemano gli uffici, accolgono clienti, preparano i moduli. Nulla lascia presagire quello che sta per succedere. È il 1° febbraio 2024. Un uomo entra con passo tranquillo, si presenta come un cliente interessato a un’Opel Astra. Ha 39 anni, il tono sicuro, i documenti in tasca. Chiede un giro di prova, come fanno in tanti. Consegna la carta d’identità, firma un modulo. La prassi è rispettata, il venditore prende le chiavi, gliele porge. L’uomo sale in auto, accende il motore, imbocca l’uscita: non tornerà. Passano dieci minuti. Poi venti. Il cellulare resta muto, il cliente scompare. L’auto nuova è andata, e in concessionaria capiscono: quel test drive era solo una scusa.

Scatta la denuncia. La polizia comincia a cercare. Non servono mesi né inchieste sofisticate. Pochi giorni più avanti, gli agenti lo rintracciano a oltre 200 km di distanza, con la stessa Astra ancora sotto le mani. Il mezzo è rovinato: interni sporchi, carrozzeria danneggiata, danni stimati in 1.300 euro. Durante l’interrogatorio, l’uomo parla senza esitazioni. Racconta di aver avuto bisogno di una vettura per raggiungere un amico appena uscito di prigione. Tutto qui. Niente fuga organizzata, niente banda, nessuna vendita sul mercato nero. Un semplice passaggio per un vecchio conoscente.

La verità viene a galla

Il 24 aprile 2025, davanti al giudice, viene fuori la verità completa. Il soggetto ha un passato pesante: 29 condanne per furto, truffa, danneggiamento. Una vita vissuta sul filo, senza deviazioni. Evita di nascondersi dietro tesi fantasiose, rasentanti il ridicolo. L’imputato conferma tutto. La corte emette la sentenza: sei mesi di carcere, pena immediata, no alla sospensione.

Nessuna rete, nessun depistaggio. Il furto è semplice, quasi artigianale. L’uomo si presenta bene, recita la parte, ottiene le chiavi e se ne va. La targa resta quella originale, l’auto resta in strada. Il colpo si regge esclusivamente sulla faccia tosta e sul sangue freddo. Lontano anni luce da quei furti chirurgici visti in altri contesti. A Cerignola, una banda porta via un SUV parcheggiato in due minuti, senza lasciare tracce. In Texas, i ladri costruiscono intere scenette per confondere i venditori e fuggire. Qui invece il ladro entra da solo, prende un veicolo e si allontana.

Il punto critico

I test drive sono il nodo più vulnerabile. Servono per vendere, per convincere, per chiudere trattative, ma restano una crepa. I concessionari cercano di proteggersi: raccolgono dati, fotografano documenti, installano GPS. Eppure, nulla è infallibile. Il momento in cui un cliente sconosciuto sale su un’auto e gira la chiave è sempre delicato. Se ha un piano, anche rudimentale, può colpire. Le chiavi non vanno forzate né tocca superare antifurto sofisticati. Basta la fiducia concessa per pochi minuti.

Questa non è la storia di un criminale brillante. Solo abitudine. Un uomo abituato a prendere, a sparire, a finire in tribunale, uscire, ricominciare. Entra, agisce, accetta la condanna. I contorni hanno ben poco di epico, da mitizzare al cinema: hanno quelli di un uomo svuotato, che conosce bene l’ingresso del carcere, e ha smesso di cercare alternative.

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Virgilio.it

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