Furlani, il salto in lungo non basta ma raccogliere l’eredità di Jacobs è un rischio. E il paragone con Sinner fa discutere
- Postato il 19 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Non solo salto in lungo, chissà cosa riserva il futuro di Mattia Furlani. A soli 20 anni, il saltatore italiano si è preso il gradino più alto del podio ai Mondiali di Tokyo ma la sensazione è che possa fare anche molto di più. La velocità espressa in pedana è una base di partenza importante ma i rischi sono altrettanto alti.
Il prossimo salto
In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, Mattia Furlani ha raccontato questo suo momento, le sensazioni dopo la vittoria dell’oro a Tokyo. Il rapporto con la mamma, la voglia di tornare nella sua Rieti, dalla fidanzata Giulia e alle partite di basket al campetto con gli amici. Ma ovviamente dopo una pausa dovuta, sarà il momento di tornare agli allenamenti sempre sotto gli ordini di mamma Khaty: “Posso migliorare ancora, per esempio nella chiusura. Solo nel salto da 8,39 è stata all’altezza. Ma è più una questione fisica che tecnica”.
Il record del mondo nel salto in lungo è una misura pazzesca, per qualcuno anche impossibile da superare: l’8,95 di Mike Powell è qualcosa che sembra distante nonostante il futuro sia dalla parte di Mattia. Ma i cambiamenti fatti in questa stagione servono soprattutto per il futuro, quella rincorsa ancora tutta da metabolizzare è arrivata con l’obiettivo di essere perfetta a Los Angeles 2028.
La sfida nei 100 metri
L’annuncio è una sorpresa a metà. La velocità che Mattia ha dimostrato nella sua rincorsa nella quale ha toccato i 40 km orari apre le porte anche a una possibile partecipazione nelle gare di sprint. E a confermarlo è lo stesso Mattia: “Non dico quanto valgo perché altrimenti passerei per spaccone, in pochi mi crederebbero. Un 100 o un 60 indoor lo vorrei fare, devo trovare l’occasione. La staffetta 4×100? Amo mettermi in gioco, mi farebbe piacere entrare nel lungo. Lewis non ne perdeva una, anche un lunghista le può fare”.
Dichiarazioni che arrivano a qualche giorno di distanza dalle parole di Jacobs che ha ventilato l’ipotesi di ritiro e in un momento in cui lo sprint azzurro è in difficoltà, con la staffetta (oro a Tokyo 4 anni fa) che ora sembra in fase di totale emergenza. Ma il doppio impegno (lungo-100 metri) è difficile da sostenere sotto il profilo fisico, lo stesso Jacobs ha abbandonato il mondo dei salti a causa dei frequenti infortuni ed è una componente da prendere in considerazione anche per Mattia, che in passato si è confrontato (e con ottimi risultati) anche nel salto in alto.
Il paragone con Sinner
In questo momento Jannik Sinner sembra diventato lo sportivo italiano di riferimento e il suo nome viene tirato in ballo in tutte le occasioni. E’ accaduto anche nella giornata di ieri quando ai microfoni Rai, a Furlani è stato messo di fronte a una sorta di parallelo con il tennista altoatesino. Domanda che Furlani ha eluso con grande eleganza: “Penso che ci dobbiamo godere quello che stiamo facendo io e lui, sono cose che non capitano tutti i giorni. Jannik è un grande campione, è stato numero 1 e tornerà a esserlo. Dobbiamo portare in alto il suo nome quanto il mio in egual misura”. Ma l’idea di creare un confronto tra Mattia e il tennista ha fatto storcere il naso a tanti.