Funivia del Faito, l’inchiesta mira al sistema dei controlli. I pm: “C’è chi disse che non c’erano criticità, così riaprì”

  • Postato il 15 maggio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Ora nel mirino ci sono le ispezioni, le manutenzioni, la vigilanza. Insomma, il sistema dei controlli sulla sicurezza della funivia del Faito di Castellammare di Stabia, precipitata il 17 aprile con il suo terribile strascico di quattro morti e un ferito grave. L’ipotesi degli inquirenti è scritta nero su bianco: tutti potrebbero aver avuto “condotte omissive” in relazione “alle attività di progettazione, manutenzione, controllo verifica, vigilanza, ispezione”. In 14, inoltre, devono rispondere di falso per aver “attestato l’assenza di criticità o comunque di problematiche” della funivia, “consentendone la riapertura al pubblico il 10 aprile 2025 e il prosieguo delle attività”.

Tra gli indagati ci sono dai dipendenti Eav che effettuarono le verifiche e le prove quotidiane, tra cui i due tecnici che le svolsero proprio quel giorno. Uno di loro era la decima volta che ci lavorava in meno di un mese (la prima prova risaliva al 2 aprile, quella del suo collega al 24 marzo). Inoltre, aveva partecipato anche alle verifiche e prove mensili a dicembre 2024, gennaio, febbraio e marzo 2025, alle verifiche e prove trimestrali a dicembre 2024 e marzo 2025, alle operazioni di controllo e manutenzione trimestrali l’11 e 12 dicembre 2024 e mensili il 16 e 17 dicembre dello stesso anno. Insomma, ci sono tracce di numerosi controlli prima e dopo la riapertura dell’impianto, fermo come prassi durante l’inverno e riattivato il 10 aprile, solo una settimana prima della tragedia.

Sono indagati anche i colleghi che fecero le verifiche e le prove trimestrali tra gennaio e marzo, oltre ad amministratori e dipendenti delle ditte che collaboravano, per un totale di 25 persone. E il dipendente Eav che fece i controlli giornalieri immediatamente prima e immediatamente dopo la riapertura della funivia: quattro controlli tra il 4 e il 12 aprile. E l’altro dipendente che fece verifiche tra il 3 aprile e il 15 aprile. Ed altri ancora, su più controlli, con diverse scansioni temporali. Uno dei dipendenti indagati aveva fatto una verifica il giorno prima del crollo.

Infatti le otto pagine dell’avviso di garanzia della procura di Torre Annunziata – procuratore Nunzio Fragliasso, pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio – documentano che la funivia era attenzionata con minuzia e frequenza. Eppure è precipitata durante una giornata di vento e pioggia, e ora bisognerà capire come e perché. E se quei controlli, continui ed incessanti, siano stati fatti a regola d’arte oppure no. E che cosa abbia certificato Ansfisa, l’Agenzia per la sicurezza creata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, durante l’ispezione annuale svolta dal 24 marzo al 2 aprile scorsi. Sono indagati anche due loro tecnici che vi hanno partecipato.

L'articolo Funivia del Faito, l’inchiesta mira al sistema dei controlli. I pm: “C’è chi disse che non c’erano criticità, così riaprì” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti