Freedom Flotilla e Thousand Madleens verso Gaza: “Domani arriveremo nella zona in cui Israele potrebbe attaccarci. Ue e Onu garantiscano la nostra sicurezza”

  • Postato il 7 ottobre 2025
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Mancano 24, al massimo 36 ore. La missione organizzata da Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza per tentare di rompere il blocco navale israeliano e raggiungere la Striscia sta per arrivare a ridosso della “zona rossa”, il tratto di mare nel quale Tel Aviv potrebbe intervenire come fatto nel caso della Global Sumud Flotilla. Ora il gruppo di 9 barche si trova nelle acque antistanti l’Egitto, tra Alessandria e Port Said. “La missione procede – racconta al Fatto Vincenzo Fullone, portavoce italiano della Conscience, la nave da 68 metri ammiraglia della flotta – Abbiamo scelto di fermarci per non arrivare in quelle acque il 7 ottobre per evitare che la missione potesse essere considerata una provocazione. Ripartiremo nelle prossime ore, per arrivare nella ‘zona pericolosa’ il giorno 8. L’unica cosa a cui teniamo è arrivare a Gaza”. Al termine di un viaggio in cui gli oltre 250 attivisti a bordo – tra medici, infermieri e giornalisti – continuano a non essere soli: “Anche stanotte diversi droni, di cui non conosciamo la nazionalità, ci hanno sorvolato”.

Oggi la missione ha rivolto un appello “a tutte le istituzioni governative e giudiziarie degli Stati, all’Unione Europea e alle Nazioni Unite”: “Siamo in mare, determinati a raggiungere Gaza e siamo preoccupati per la vostra inazione in questi due anni di genocidio e nella protezione dei diritti dei nostri compagni attivisti ora detenuti illegalmente. Denunciamo gli abusi, le violenze e le torture inflitte ai nostri colleghi della Global Sumud Flotilla durante la loro detenzione illegale in Israele. Questa è un’ulteriore prova della mancanza di reattività politica della comunità europea e internazionale e della lunga impunità dello Stato di Israele”. “Vi chiediamo urgentemente – proseguono gli attivisti – di garantire la sicurezza del nostro equipaggio e della nostra missione”.

“Siamo una nave di 70 metri, con circa cento persone di equipaggio da 25 Paesi di tutto il mondo”, spiega in un video su Youtube il medico trentino Riccardo Corradini, 32 anni, il primo e unico studente ad aver fatto l’Erasmus a Gaza nel 2019. “Stiamo portando non solo cibo, ma anche farmaci salvavita. Le piazze, i cortei e le manifestazioni sono indispensabili per proseguire la nostra azione e poter mantenere l’attenzione su quanto sta accadendo tuttora all’interno della Striscia di Gaza”.

Anche Ultima Generazione chiede una giornata di mobilitazione generale. L’iniziativa, lanciata insieme alle comunità Palestinesi d’Europa, punta anche a “mantenere alta l’attenzione sulla missione e aumentare la pressione politica sul governo Meloni per imporre un embargo totale su Israele”, si legge in una nota. A bordo della Conscience viaggia anche Francesco Prinetti, medico di 32 anni e attivista dell’organizzazione: “Ci apprestiamo a entrare nella zona ad alto rischio di attacco illegale da parte delle forze israeliane. Chiamo tutta la popolazione italiana, tutte le persone che si sono mobilitate fino a ora e anche quelle che non si sono mobilitate a scendere in piazza, a scioperare l’8 ottobre, visto che sarà la data di probabile attacco”.

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Il Fatto Quotidiano

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