Franco Carraro riapre Calciopoli vent’anni dopo: “Sbagliato dare lo scudetto all’Inter”

  • Postato il 4 settembre 2025
  • Di Panorama
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Franco Carraro, eminenza dello sport tricolore di cui ha attraversato la storia dell’ultimo mezzo secolo, già presidente della Figc per otto anni in diversi momenti – oltre che del Coni dal 1978 al 1987 -, riapre Calciopoli alla vigilia dei vent’anni del più grave scandalo del calcio italiano. Una presa di posizione netta e che getta nuove ombre sulla vicenda, conclusa nell’estate del 2006 con la retrocessione della Juventus in Serie B, diversi altri club penalizzati e due scudetti revocati ai bianconeri di cui uno (quello della stagione 2005/2006) riassegnato all’Inter di Massimo Moratti.

Travolto all’epoca dallo scandalo, costretto a dimettersi dalla carica di numero uno della Federcalcio allo scoppiare dello stesso (8 maggio 2006), Carraro ne ha ricostruito la genesi “politica” in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. E, soprattutto, ha offerto un nuovo punto di vista su uno dei nodi rimasti irrisolti e che ancora avvelena il clima del calcio italiano: l’assegnazione del titolo all’Inter.

Questa le parole dell’ex presidente Figc: “Calciopoli? E’ un bene che ci sia stata un’indagine e che siano stati punite le squadre responsabili. Gli scudetti andavano tolti alla Juve perché i suoi dirigenti avevano fatto degli errori, ma quello all’Inter del 2006 non andava riassegnato. Dovevano rimanere entrambi non assegnati come nella tradizione della Federcalcio“. Non fu Carraro a decidere per la riassegnazione bensì il commissario straordinario Guido Rossi, nominato per gestire l’emergenza nell’estate culminata con la vittoria nel Mondiale a Berlino.

Carraro già in passato aveva definito una forzatura la scelta di riassegnare lo scudetto 2006 all’Inter, giustificata con la necessità per scorrimento di consegnare alla Uefa una classifica definitiva che prevedesse un vincitore. Ora bolla come errore il finale della storia che, va ricordato, ha fin qui retto a tutti i ricorsi presentati dalla Juventus per cercare di ribaltare quel verdetto.

A proposito della genesi di Calciopoli, Carraro ha parlato anche delle sue scelte da presidente Figc in materia di vertici arbitrali: “Mi resta l’amarezza di aver capito che tutto (Calciopoli ndr) è nato da un mio grande errore politico. Nel 2004 pensai che Bergamo e Pairetto non potessero più essere designatori arbitrali, non perché avessero fatto male, ma perché certe posizioni ogni tanto per me vanno cambiate. Chiamai Collina che avrebbe smesso l’anno dopo offrendogli quel ruolo, ci pensò qualche giorno e mi disse di no, voleva continuare ad arbitrare. Non feci più nulla”. Una mancanza di intervento oggi indicata come inizio di tutto: “Anni dopo, in una trasmissione televisiva di History Channel dedicata a Calciopoli, scoprii che Collina l’aveva detto a Meani (addetto agli arbitri del Milan ndr), Meani lo aveva riferito ai confermati Bergamo e Pairetto che in quel momento hanno pensato di sopravvivere appoggiandosi a Moggi. Ho sbagliato, avrei dovuto cambiarli comunque”.

Carraro è stato prosciolto in sede penale dall’accusa di frode sportiva, uscendo dal processo nel 2009. Per la giustizia sportiva fu, invece, ritenuto responsabile e squalificato per 4 anni e mezzo nella sentenza di primo grado per poi veder tutto ridimensionato a una multa da 80mila euro in appello.

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Panorama

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