Francia, prima vittoria degli “scoiattoli”: il Tribunale ferma (per ora) la costruzione dell’autostrada tra Castres e Tolosa

  • Postato il 28 febbraio 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Gli “scoiattoli” hanno vinto. Ieri sera alcune centinaia di militanti ecologisti si sono riuniti nel centro di Tolosa e davanti all’Assemblea nazionale a Parigi per festeggiare una “vittoria alla Davide e Golia”: il tribunale di Tolosa ha infatti interrotto il cantiere di costruzione della A69, l’autostrada “della discordia” che doveva collegare entro la fine dell’anno la cittadina di Castres a Tolosa, capoluogo della regione Occitania, e che era diventata negli ultimi anni il simbolo delle lotte ambientaliste in Francia. È “inconcepibile bloccare da un giorno all’altro un cantiere avanzato ai due terzi”, ha reagito il ministro dei Trasporti, Philippe Tabarot, annunciando che il governo farà appello. Già decine di alberi sono stati abbattuti, chilometri di asfalto sono stati colati e oltre 300 milioni di euro, su un budget complessivo tra i 450 e 500 milioni di euro, sono già stati investiti. È la prima volta che il cantiere di un’infrastruttura pubblica viene interrotto in Francia con una sentenza di tribunale, e non per decisione politica.

Dopo una ventina d’anni di discussioni, consultazioni e ricorsi, il progetto della A69, 53 chilometri di autostrada paralleli alla nazionale che già collega Castres a Toulouse, era stato dichiarato di “utilità pubblica” per “far uscire dall’isolamento e accompagnare lo sviluppo della zona di Castres e Mazamet”. Il cantiere, affidato alla società Atosca, aveva preso il via nel marzo 2023. Ma già nel 2022 gli ecologisti avevano denunciato l’impatto negativo sull’ambiente e la biodiversità, poiché per costruire la A69 era necessario abbattere 200 alberi e demolire centinaia di ettari di aree agricole e zone umide. Un progetto giudicato “anacronistico” anche dall’Authority per l’ambiente in un rapporto dell’ottobre 2022, in contrasto con le “attuali ambizioni di sobrietà, di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di limitazione dell’artificializzazione del territorio”. All’inizio del 2024 decine di militanti, soprannominati gli “écureuils” (“scoiattoli”), si erano allora accampati sugli alberi destinati ad essere abbattuti. Più volte la polizia è intervenuta per evacuare i militanti e permettere ai lavori di andare avanti, sollevando i dubbi della Lega dei diritti umani per i metodi utilizzati. Per dire no alla A69, su appello di collettivi come Extinction Rebellion e Les Soulevements de la Terre, si erano anche tenute a Saix, nel dipartimento Tarn, alcune grandi manifestazioni. La prefettura aveva vietato i raduni, ma diverse centinaia di ambientalisti, ai quali si era unita una volta anche Greta Thumberg, avevano manifestato lo stesso, prima di essere allontanati con i gas lacrimogeni dalla polizia. A ottobre erano intervenuti i blindati per demolire le ultime barricate. Nei violenti scontri con la polizia che erano seguiti, c’erano stati una trentina di feriti e una decina di fermi. Amnesty International France aveva allertato “sulle modalità di mantenimento dell’ordine utilizzate contro attivisti pacifici”. Le associazioni avevano quindi fatto ricorso alla giustizia.

Ieri, in una decisione già definita “storica”, il tribunale di Tolosa ha dunque ritirato ad Atosca l’autorizzazione di continuare i lavori considerando, a differenza di quanto affermano politici locali e governo, che “il territorio non presenta né un calo demografico, né economico”. E, poiché l’A69 presenta “solo benefici limitati”, scrive il tribunale, non vi è nessuna “necessità impellente” di realizzarla, né di “derogare all’obiettivo di conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche”. Mentre i responsabili Ecologisti e di La France Insoumise, l’ala più radicale della sinistra, festeggiano e chiedono al ministro dei Trasporti di rinunciare all’appello, il governo incassa la sconfitta. Localmente lo stop dell’A69 preoccupa. “Questa decisione mette in discussione la capacità della Francia di realizzare, in futuro, grandi infrastrutture”, ha commentato Carole Delga, presidente socialista della regione Occitania. Per il sindaco di Castres, Pascal Bugis, le conseguenze di una tale decisione “saranno catastrofiche” per il territorio. Atosca mette in evidenza che mille persone si ritrovano ora senza lavoro. A sua volta, il gruppo farmaceutico Pierre Fabre, basato a Tolosa, e principale datore di lavoro della regione, teme “l’isolamento definitivo” del Tarn e minaccia di spostare i suoi investimenti in “territori con accessi più rapidi, sicuri e adatti a attirare talenti”. Da parte loro, gli “scoiattoli” sono pronti a mobilitarsi di nuovo dal momento che il braccio di ferro giudiziario con il governo non è ancora finito.

L'articolo Francia, prima vittoria degli “scoiattoli”: il Tribunale ferma (per ora) la costruzione dell’autostrada tra Castres e Tolosa proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti