Francia, Lecornu ci riprova con una nuova lista dei ministri: il nodo delle pensioni per la fiducia dei socialisti

  • Postato il 13 ottobre 2025
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Il primo ministro francese Sébastien Lecornu riunirà oggi pomeriggio il primo consiglio dei ministri. Domani pomeriggio pronuncerà davanti all’Assemblée Nationale, il suo discorso di politica generale, dopo la nascita del suo secondo governo nella serata di ieri. Lo ha confermato la nuova portavoce dell’esecutivo, Maud Bregeon. Il primo tentativo si era infranto sullo scoglio dei partiti restii al compromesso: la figura di Bruno Le Maire, ex ministro dell’Economia rispolverato alla Difesa, aveva portato alla rottura con i Repubblicani guidati da Bruno Retailleau.

La fiducia e il nodo delle pensioni – Il nuovo governo di scopo, con l’obiettivo di approvare la manovra finanziaria entro fine anno, tuttavia potrebbe avere i giorni contati. Già oggi la destra del Rassemblement National e la sinistra di La France Insumise annunciano mozioni di sfiducia. Ma il discorso di Lecornu è molto atteso, soprattutto per le reazioni che susciterà nei socialisti, negli ecologisti e nei centristi dissidenti, cui è appesa la sopravvivenza del governo. In particolare, il Partito socialista attende una risposta alla sua principale richiesta per non sfiduciare il Lecornu 2, ovvero la sospensione “completa e immediata” della riforma delle pensioni. Il progetto di manovra finanziaria per il 2026 verrà adottato domani mattina nel primo Consiglio dei ministri, con “un obiettivo di deficit inferiore” al 5% del PIL, ha precisato la Bregeon ai microfoni della radio RTL.

La nomina come ministro del Lavoro dell’ex presidente delle ferrovie, Jean-Pierre Farandou, è stata apprezzata dal sindacato. “Un segnale piuttosto positivo”, ha commentato stamattina in un’intervista a TF1 Marylise Léon. La leader dei lavoratori ha insistito sulla condizione “sine qua non” della sospensione della riforma delle pensioni per dare luce verde al nuovo esecutivo.

Il nuovo governo – Il governo Lecornu 2 è nato ieri sera con la lista ufficiale dei ministri. Ben sei arrivano dai Repubblicani di Retailleau. Subito è arrivata la scomunica dal partito: tra i “reprobi” c’è Rachida Dati, che è stata confermata ministra della Cultura. A sostituire Retailleau agli Interni, è stato chiamato il prefetto di Parigi Laurent Nuñez. Al loro posto sono rimasti il ministro dell’Economia, Roland Lescure, e la ministra dei Conti pubblici, Amélie de Montchalin. E’ sulle loro scrivanie che riposa il documento con la manovra finanziaria 2026: domani arriverà nel Consiglio dei ministri. Come Lescure, sono stati confermati i responsabili di altri due ministeri chiave, quello degli Esteri con Jean-Noël Barrot, e quello della Giustizia, con Gérald Darmanin. Alla Difesa va la ministra del Lavoro uscente, Catherine Vautrin. Al dicastero del Lavoro siederà l’ex presidente delle Ferrovie, Jean-Pierre Farandou. Esce dal governo Elisabeth Borne, con l’’Educazione Nazionale affidata a Edouard Geffray, ex direttore generale dell’Insegnamento scolastico. Manuel Valls lascia il ministero dell’Oltremare a Naima Moutchou, del partito Horizons dell’ex premier Edouard Philippe, ormai in rotta con Macron.

Prima reazione, quella caustica di Mathilde Panot de La France Insoumise: “Non disfate troppo presto i cartoni, la sfiducia sta arrivando”. Intanto, il nuovo governo ha alimentato la spaccatura definitiva dei Républicains. Il partito della destra che fu neogollista, guidato da Bruno Retailleau, aveva annunciato da giorni il rifiuto all’ingresso nell’esecutivo: inaccettabile la richiesta dei socialisti di sospendere la riforma delle pensioni, con il rischio di compromettere il risanamento di bilancio.

Lecornu aveva annunciato la nuova formazione con “volti nuovi che escono dalla società civile, con personalità di esperienza e giovani parlamentari”. Non è detto che basti a persuadere le forze politiche in Parlamento. E’ il secondo esecutivo in sette giorni, per il ministro macroniano: il presidente della Repubblica lo ha riconvocato e rinominato dopo appena 14 ore di governo, una settimana fa.

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