Francia, Lecornu allontana le elezioni anticipate: verso una tregua tra partiti per la Legge di bilancio
- Postato il 8 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il premier dimissionario Sébastien Lecornu allontana lo spettro delle elezioni francesi prima della legge di Bilancio, con i conti pubblici in bilico. “Ho buone motivi per dire, tra le buone notizie (…) che c’è una volontà di avere per la Francia un bilancio prima del 31 dicembre di quest’anno”, ha annunciato Lecornu, in un breve punto stampa dalla sede del governo di palazzo di Matignon, intorno alle 9,30 del mattino. “Questo allontana le prospettive di scioglimento” dell’Assemblea, ha aggiunto, mentre “è in gioco l’immagine della Francia”. Stamane la Borsa di Parigi aveva aperto in lieve rialzo, che si è ampliato dopo le sue parole. Il premier parlerà di nuovo “questa sera”, al telegiornale delle 20 di France 2, la tv pubblica d’Oltralpe, dopo i colloqui con Socialisti, Comunisti e Verdi. Solo allora si potrà sapere se la Francia tornerà al voto oppure nascerà un governo con la missione di approvare la legge di Bilancio. Certamente Lecornu dovrà consultarsi con l’Eliseo.
Sono trascorse 24 ore, dall’inizio delle consultazioni con le forze politiche per trovare una soluzione alla crisi politica. Lecornu si è dimesso lunedì, 27 giorni dopo la nomina, diventando il premier con il mandato più breve nella storia del Paese. Subito aveva ricevuto il mandato dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron: trovare entro mercoledì – stasera – una soluzione per la formazione di un nuovo governo. Altrimenti l’Eliseo si sarebbe assunto “le proprie responsabilità”. Ovvero nuove elezioni politiche, senza una legge di bilancio mentre i conti francesi traballano. Ora si affaccia la possibilità di un accordo tra i partiti: prima la collaborazione sulla Manovra economica per mettere in sicurezza i conti pubblici, poi ognuno per la sua strada.
Di fronte alla “situazione internazionale”, “per fortuna che la Repubblica si fonda sulla solidità della funzione presidenziale e della sua rappresentanza all’estero e in Europa”, ha dichiarato Lecornu nel suo discorso di palazzo Matignon. “La volontà di avere un bilancio prima del 31 dicembre obbliga ciascuno ad avere la capacità di andare avanti e, tra l’altro, a permettere alle cittadine e ai cittadini francesi di svolgere le elezioni municipali nelle migliori condizioni”, ha proseguito. Il premier riceverà i rappresentanti di socialisti, comunisti ed ecologisti per “vedere quali sono le richieste rivolte alle altre forze politiche e quali sono le concessioni che sono disposti a fare”.
Le trattative tra i partiti dunque sono ancora aperte. L’annuncio del premier dimissionario è giunto poco prim delle 10, quando è iniziato l’incontro a palazzo Matignon con gli esponenti del Partito socialista. Il segretario Olivier Faure continua a rivendicare la nomina di un primo ministro di sinistra e rifiuta l’ipotesi di una “piattaforma comune anche minima” con i macroniani, come propone l’ex premier Gabriel Attal.”Non saremo nella confusione. Il dibattito deve svolgersi su tutti i temi”, ha detto prima dell’incontro con Lecornu. Faure intende anche “verificare” che la sospensione della riforma delle pensioni, ”un gesto importante e un progresso per i dipendenti”, non sia uno “specchio per le allodole”. Nel suo discorso mattutino Lecornu non ha menzionato la pensioni.
Più a sinistra dei socialisti, la capogruppo della France Insoumise (LFI), Mathilde Panot, avverte che il suo partito è pronto a sfiduciare “qualsiasi governo che continuerà la politica macroniana”. In un’intervista all’emittente radiofonica francese RMC-BFMTV, l’esponente della gauche radicale ha detto di “non credere alla nomina di un governo di sinistra”. Per lei, il segretario socialista, Olivier Faure, otterrà solo ”briciole” dal primo ministro dimissionario.
Marine Le Pen e Jean–Luc Mélenchon avevano già declinato l’invito a Matigon. L’estrema destra del Rassemblement national punta allo scioglimento dell’Assemblea nazionale e al voto anticipato. La France insoumise reclama le dimissioni o la destituzione di Macron. Ieri nel pomeriggio il primo ministro ha incontrato i Repubblicani e il loro leader, Bruno Retailleau. Colui che ha spinto Lecornu alle dimissioni, solo 14 ore dopo la nomina dei ministri. La lista includeva come responsabile della Difesa l’ex ministro dell’Economia, il gollista “traditore” Bruno Le Maire: la miccia che ha aperto la crisi politica francese.
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