Francesco Storace: con Orban e Wilders nasce la "Lega Santa" contro sinistra e ong

  • Postato il 7 ottobre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Francesco Storace: con Orban e Wilders nasce la "Lega Santa" contro sinistra e ong

Il fango di Pontida è un'ode a quel popolo che è arrivato da tutta Italia per solidarizzare con Matteo Salvini, dopo l'enorme richiesta dell'accusa a Palermo. La minaccia dei sei anni di carcere ad un leader «che non mollerà mai»- sono le sue parole conclusive del discorso dal palco - ha mobilitato ancora di più la base leghista. Con quel popo' di leaders arrivati da tante parti d'Europa al fianco del Capitano. Impressionante il discorso dell'olandese Geert Wilders, rivolto al segretario di via Bellerio: «Sappi che quando sarai in tribunale, sarai il nostro eroe. Vai per la tua strada e seguila, non sarai mai solo». Ancora più clamoroso sul tema Viktor Orban, che ha scatenato l'entusiasmo della folla: «Noi festeggiamo Salvini come un eroe, perché ha chiuso i confini e ha difeso le case degli italiani e anche l'Europa. Meriterebbe un'onorificenza e non procedimenti penali», ha detto a chiare lettere il premier magiaro. Ed era entusiasta tutta quella gente che affondava le scarpe in una specie di palude per quanta acqua deve essere scesa in settimana sulla città cara ai raduni del Carroccio. Era popolo venuto da ogni luogo, «Matteo non si tocca», sui cartelli, sugli striscioni, negli slogan. Si sentiva voglia di fede nelle idee e nei valori.

Quel richiamo di Salvini ad una santa Lega è risuonato quindi in maniera impressionante e azzeccato in mezzo al suo popolo. Anzitutto nella memoria del 7 ottobre di un anno fa, con parole solenni e commosse per una tragedia indicibile. Perché nel secondo dopoguerra non c'è mai stata una strage di ebrei così dura. E ha rivendicato il messaggio partito da Pontida: «Abbiamo parlato di progetti e di futuro contro l'unico estremismo che rimane: l'estremismo islamico è il cancro della Terra nel 2024». Con Trump, Orban, Wilders, Rassemblement national e Vox. La collocazione dell'Internazionale è praticamente compiuta. Con questi alleati, la Lega sigla il patto per una nuova«Santa alleanza dei popoli europei», uniti per raggiungere «la pace» in Europa e «fermare l'invasione islamica». «Lo hanno fatto a Lepanto, lo faremo ancora noi», sostiene il segretario leghista, che organizza il raduno nell'anniversario della battaglia in cui, il 7 ottobre del 1571, la Lega santa sconfisse la forza navale schierata dall'impero Ottomano. Passaggi scanditi da applausi e ovazioni dei manifestanti accorsi al raduno, a conferma della straordinaria sintonia tra il leader e la sua base. Non era facile raggiungere il pratone e soprattutto rimanerci. Ma il sacrificio lo hanno fatto in tantissimi nel nome di una forza politica che non vuole mollare proprio sui valori dell'uomo. È davvero un partito senza eguali, questa Lega che richiama a sé, da così lontano, tutti quei militanti. Perché un tempo bastava per riempire Pontida - il viaggio dalle province lombarde. Solo da Bergamo ne arrivavano almeno diecimila. Ora arrivano da ogni angolo d'Italia, e i gazebo di tutte le regioni lo testimoniavano visivamente. Ma soprattutto le persone, le famiglie, i bambini.

Non c'erano certo pullman sindacali, ne' quadri politici reclutati a pagamento. Le facce erano tutte quelle affaticate dal loro viaggio da chissà dove. Abbiamo visto attivisti arrivati dalla Sicilia e dalla Calabria, dalla Puglia e dalla Campania, dall'Abruzzo e da tutte le regioni sotto il Lazio e Toscana. Delegazioni persino dalla Sardegna, non solo nord dunque. È qui, davanti a tutti, la trasformazione della Lega in movimento a vocazione nazionale: l'intuizione di Salvini è quella di radicarsi ovunque, uscire dai vecchi confini, dare voce e rappresentanza a quelle fasce sociali e culturali che da tempo non trovano risposta. È quello che non ha capito chi spera nel processo di Palermo per disfarsi di un leader scomodo: lo hanno rafforzato e adesso lui non intende fermarsi. E quando parla di valori e di alleanza sacra tra i popoli europei è perché Salvini sa che si tratta del più forte cemento unitario, in grado di resistere ad ogni potere che possa essere usato per comprare le coscienze. No, quella folla non è in vendita e lo ha manifestato senza alcun dubbio. E Salvini può essere orgoglioso di aver resistito ad ogni vento contrario. I gufi non vincono, chi remava contro ha già perso, lui ha rimesso in navigazione la sua antica imbarcazione, aggiornando la rotta. Ed è un bene anche per il governo.

 

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Libero Quotidiano

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