Francesco Storace: cari americani in fuga, ma l'avete capita Roma?

  • Postato il 23 settembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Francesco Storace: cari americani in fuga, ma l'avete capita Roma?

Una settimana da infarto, per chi ha il cuore mezzo giallo e mezzo rosso. Quel tre a zero rifilato alla ex capolista Udinese sa di resurrezione, Juric santo subito verrebbe da dire. Perché è indicibile la sofferenza da pallone, quando vedi naufragare i sogni della tua squadra e fai i conti col dirimpettaio biancazzurro dall'altra parte del Tevere. No, non dimentichiamo Daniele De Rossi, ma anche nel calcio la guerra è guerra e la vittoria in campo, rotonda come la palla, è meravigliosa dopo sette giorni da brivido. Alzi la mano chi avrebbe scommesso sul 3 a 0 contro l'Udinese.

I Friedkin, padre e figlio, non sanno che si sono persi sfuggendo alla contestazione annunciata, imbarcandosi in volo per gli States. Sembrava di essere tornati ai tempi della Magica. E prima o poi arriva il momento del trionfo. Prima della partita tutti pensavamo alla proprietà. Ci ricordavano Alberto Sordi: «C'hanno rovinato l'americani...».

COLPO DI GRAZIA
La mattina nuvolosa più del solito, col colpo di grazia di Lina Souloukou, amministratrice delegata, pure lei trasferita per dimissioni. Torna in Grecia o dove la porterà la vita. Tutto lasciava pensare al ritorno di De Rossi. E all'ennesimo scivolone nei novanta minuti del nuovo corso. No, ora non c'è spazio per ripensamenti, il gioco senza tregua voluto da Ivan Juric, croato che si pensava senza pretese, ha avuto la meglio. 

Sì, la settimana di passione. Primo colpo: fuori il romano de Roma; secondo colpo, la fuga della greca dal cognome impronunciabile. Primo rimedio: Juric in panchina tutto solo a guardia del bidone; secondo, tre palloni rotolati in rete a restituirci la gioia. E novanta minuti giocati a percussione, sugli spalti il cuore in gola. Povero, 'sto cuore giallorosso, quanto stress, dalla maledizione di Mourinho a oggi. In una settimana hanno esonerato dalla sera alla mattina un allenatore, nessuno ne ha spiegato i motivi, i presidenti come sono venuti sono partiti, il Direttore sportivo Ghisolfi (a proposito, tutto a posto?) non ha mai parlato e ora la Ceo, scelta con chissà quale algoritmo si è dimessa. Troppe minacce, dicono. Quello che è accaduto a Roma nei giorni che precedono la Vittoria non succede manco tra i dilettanti. E invece, che risultato. Contro i friulani, fino a ieri secondi solo al Torino “ed ancora imbattuti”, recitava santa madre statistica. Tre le vittorie ed un pareggio in quattro partite giocate. È la quinta che è stata fatale.

PERFINO LOTITO...
Ma la famiglia Friedkin non può permettersi la fuga di fronte alla tifoseria. Dall'altra parte della barricata, Claudio Lotito appare più coraggioso. Arrivato alla Lazio vent'anni fa, ha cacciato tutte le bandiere, si è preso insulti e minacce e sta ancora lì. Spiegateglielo agli americani che cosa vogliono dire quei trenta minuti della curva Sud prima di entrare all'Olimpico: un atto di amore e rabbia, anche se pure i tifosi sbagliano. Perché quei fischi a Pellegrini e Cristante sono stato molto tristi; persino alla fine del primo tempo, ne sono stati sentiti una marea, e la squadra era già in vantaggio grazie a Dovbik. A proposito dell'ucraino: la sua rete ha commosso, l'ha cercata con la forza di un campione, è dei “nostri”.

Ora, se la Roma prende il volo, quanto dureranno quegli striscioni per De Rossi? Abbraccerete finalmente Juric? La frase più bella, prima della partita, quella di Gianluca Mancini: «Vincere ci aiuterà a ribaltare questa atmosfera, serve a tutto l'ambiente». Mancio profeta, avete vinto. Forse torna in ballo lo stadio nuovo. E magari torna in società pure Francesco Totti, chissà.

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Libero Quotidiano

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