Fraja: eretici e santi, la storia scritta dagli antipapa

  • Postato il 14 ottobre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Fraja: eretici e santi, la storia scritta dagli antipapa

Dicesi antipapa colui il quale è stato eletto al soglio pontificio nonostante la mancanza dei requisiti previsti dal fondamento canonico di Santa Romana Chiesa. In due millenni di Chatolica, di presunti usurpatori del ruolo di vicario di Cristo in terra, se ne contano più di trenta (37 ad essere precisi). Qualcuno di loro è stato visto addirittura come un “apostolo dell'Anticristo” oppure come “araldo del demonio” o, ancora, “drago potentissimo”.

 

CORREVA IL 217

Gli Antipapi “riconosciuti” hanno iniziato ad esercitare le proprie funzioni nel 217 dell'era volgare con Ippolito di Roma (dal 217), ricoprendo un arco temporale che va dal 217 al 1449 (l'ultimo è stato Felice V. Amedeo VIII, duca di Savoia). Ora, va detto che, nella narrazione di questi “intrusi” nei sacri palazzi, ci sono molte cose non vere. Una vulgata le cui narrazioni prova a confutare un esperto in materia come Mario Prignano con il suo Antipapi. Una storia della Chiesa (Laterza, 248 pagine, 19 euro). Prignano, oltre ad essere un saggista di grande spessore, ha tutti i quarti di nobiltà pontificia al posto giusto per trattare la materia. Egli discende infatti da Papa Urbano VI, porta con sé non solo un'eredità familiare di rilievo, ma anche un approccio critico e appassionato alla storia ecclesiastica.

Va innanzitutto considerato che molti antipapi sono finiti nella lista nera degli abusivi del soglio di Pietro nonostante si trattasse di uomini devotissimi e per motivi i più diversi e spesso improbabili. Ad esempio, perché sostenitori di posizioni dottrinarie di tutto rispetto ma perdenti.

Oppure perché abbandonati dai propri seguaci, o sconfitti sul campo dall'avversario o semplicemente perché, essendo morti prima di lui, gli hanno consentito di imporsi alla storia come legittimo.

 

NEL SEGNO DI ARIO

Prendiamo la storia di papa Liberio. Trentaseiesimo vescovo di Roma, esercita la sua funzione a metà del quarto secolo dopo Cristo, periodo durante il quale l'Impero romano/bizantino si gioca ogni tentativo di riunificazione nel segno dell'arianesimo. Nota: l'arianesimo è una dottrina secondo la quale la natura divina del Figlio era da ritenere inferiore rispetto a quella di Dio. L'avversità all'eresia di Ario costa a Liberio l'ufficio di romano pontefice.

L'imperatore Costanzo lo sostituisce infatti con l'arcidiacono della chiesa romana, Felice (filoariano). Che veste, per ciò stesso, i panni dell'antipapa dando il benservito al predecessore per mere questioni teologiche. Tra l'872 e il 965 si susseguono a Roma ben ventiquattro papi – nove di questi in un lasso di soli otto anni (dall'896 al 904) –, molti dei quali assassinati o destituiti.

Vi furono pontefici avvelenati, come Giovanni VIII, relegati in carcere appena un mese dopo l'elezione, come Leone V, o giunti al potere a soli diciotto anni, come Giovanni XII. La causa di questa falcidia di successori di Pietro? Una Roma in balia di alcune potenti famiglie costantemente impegnate in sanguinose lotte perla conquista del trono papale. Emblematico il caso di Giovanni XI. Verrà estromesso dal pontificato da Alberico II, duca di Spoleto e di Camerino e padrone dell'Urbe, che lo imprigiona costringendolo a esercitare il suo ministero, per così dire, agli arresti domiciliari.

Finché anche Alberico riuscirà a imporre il «suo» papa: il figlio. Che, conquistato il munus petrino nel 955, abbandonerà il nome Ottaviano, considerato poco consono per il capo della Chiesa, scegliendo di chiamarsi Giovanni XII. Nella deposizione e/o elezione di pontifici molto ha contribuito, ricorda Prignano, il cosiddetto fattore popolo. Un solo esempio tra i tanti: è il 22 aprile del 1073, giorno dei funerali di Alessandro II. Mentre è riunito in Laterano per rendere omaggio al In alto, da sinistra, un'immagine di Liberio, 36esimo vescovo di Roma, visse nel IV secolo: fu sostituito dall'imperatore Costanzo a favore del filoariano Felice; a destra, un affresco che ritrae Ippolito di Roma, primo antipapa della storia della Chiesa. Vissuto nel III secolo, si riconciliò con il papa legittimo e insieme a lui subì il martirio per cui è venerato come santo. A sinistra, una miniatura di Ulrich di Richenthal dell'antipapa Giovanni XXIII eletto nel 1410 durante lo Scisma d'Occidente quando di papi ce n'erano addirittura tre. Sopra, il libro di Mario Prignano pontefice defunto, il popolo, sobillato da chissà chi, acclama Ildebrando di Soana come successore. E che dire della santità di antipapi come Clemente III odi Baldassarre Cossa? Quest'ultimo, qui sibi nomen imposuit Giovanni XXIII, fu un antipapa sui generis.

 

IN TRE SUL SOGLIO

Vissuto durante lo Scisma d'Occidente (1378-1417), quando di papi se ne contavano addirittura tre, questo focoso ischitano rampollo di una famiglia dedita alla pirateria fu ingiustamente accusato dai suoi contemporanei di incredibili nefandezze, dipinto come un campione di avidità, violenza, depravazione, e, infine, dichiarato «indegno» e deposto dal Concilio di Costanza, che lui stesso aveva convocato per risolvere lo scisma. La fuga clandestina da Costanza, il carcere duro, la liberazione (grazie all'oro dei Medici) e la sottomissione al pontefice legittimo Martino V non attenuarono le colpe di Baldassarre. Ma, a seicento anni da quegli eventi, è forse il momento di guardare con più obiettività all'“altro Giovanni XXIII”. E magari scoprire che, quando la confusione è massima, perfino un antipapa può contribuire a salvare l'unità della Chiesa. Concludiamo con l'ultimo antipapa. Era un Savoia, pensate, Amedeo VIII, detto il pacifico. Si impose il nome di Felice V. Morì a Ginevra il 7 gennaio in odore di santità.

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Libero Quotidiano

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