Foto di Amatrice usata per commemorare il terremoto dell’Irpinia, gaffe sui social del ministro Musumeci
- Postato il 23 novembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una fotografia fuori posto, un errore che si trasforma in caso politico e mediatico. È bastato un post commemorativo sui social del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, per scatenare dure reazioni e costringere la società di comunicazione a porgere pubblicamente le proprie scuse.
La ricorrenza era solenne: il 23 novembre 1980, il terremoto dell’Irpinia devastò Campania e Basilicata, causando quasi 3.000 morti. Nel suo messaggio, Musumeci ha ricordato quei tragici momenti sottolineando come proprio da quella emergenza nacque l’attuale sistema di Protezione civile, definito “simbolo di solidarietà e organizzazione”. Il ministro ha poi collegato la ricorrenza alle recenti scosse avvertite nell’area di Avellino, rimarcando l’importanza della prevenzione strutturale e rivendicando l’impegno del governo Meloni dopo “anni di inerzia”. Tutto nella norma, se non fosse per la foto scelta ad accompagnare il messaggio: non l’Irpinia del 1980, ma Amatrice dopo il terremoto del 2016. Un errore che non è passato inosservato.
A denunciarlo è stato, tra gli altri, il senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, che sui social ha scritto parole durissime: “No, ministro, Amatrice non è l’Irpinia. Ricordare significa rispettare i morti, i luoghi, le storie, le famiglie. Rappresentare gli italiani comporta attenzione, cura, fatica”. Un richiamo che ha rapidamente alimentato il dibattito pubblico, trasformando quella svista in una gaffe istituzionale. Di fronte al dilagare delle polemiche, la società di comunicazione del ministro, SocialCom Italia, è intervenuta con una nota ufficiale assumendosi “pienamente la responsabilità dell’accaduto”. Nell’ammissione pubblicata sui social, l’agenzia ha parlato di “errore materiale” e ha rivolto “le più sincere e profonde scuse agli abitanti dell’Irpinia, alla comunità di Amatrice, al ministro Musumeci e a tutte le persone che si sono sentite offese”.
A rafforzare il mea culpa è stato il presidente di SocialCom Italia, Luca Ferlaino, che ha aggiunto una motivazione personale al rammarico: “Da napoletano ho vissuto personalmente il dramma del terremoto negli anni ’80 e conosco bene quanta morte e quanto dolore abbia portato alla comunità campana. Questa circostanza mi mortifica ancora di più: sono profondamente addolorato per l’errore”.
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