Forse non sapevi che… il primo fax della storia era italiano
- Postato il 4 giugno 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Il primo telefax è italiano e fu inventato nel 1856 dall’abate senese Giovanni Caselli. Fu chiamato «Pantelegrafo» (dal greco Pan-Telé-Graphos, o scrittura a distanza universale) ed era un dispositivo elettromeccanico capace di trasmettere immagini e testi manoscritti utilizzando la linea telegrafica, praticamente uno scanner e un fax ante litteram. Caselli, nato nel 1815, si interessò dopo l’ordinamento ecclesiastico a Firenze, alla matematica e alla fisica ed in particolare al nascente ramo dell’elettromagnetismo. Fu assieme al fisico francese Alexandre Bain che mise in pratica le conoscenze nel campo elettromeccanico per la realizzazione del primo strumento che permetteva di inviare testi e immagini a lunga distanza a mezzo telegrafico.
La scrittura a distanza prima del telefono
Il pantelegrafo funzionava tramite un principio di scansione riga per riga: il messaggio da inviare veniva scritto con un inchiostro isolante su un’apposita tavoletta ricoperta da una vernice conduttiva. Le parti scritte risultavano quindi non conduttive e creavano una sorta di «negativo elettrico». Un pennino mobile scorreva sulla tavoletta e, quando toccava una zona di conduzione, la corrente passava, mentre quando incontrava l’inchiostro isolante, la corrente si interrompeva.
Il sincronismo tra il trasmettitore e il ricevitore era garantito da pendoli elettrici perfettamente sincronizzati, soluzione che assicurava che i pennini in entrambi i dispositivi (trasmittente e ricevente) si muovessero in modo sincrono. Il ricevitore invece utilizzava un foglio di carta imbevuto con sali chimici sensibili alla corrente, come il ferrocianuro di potassio. Quando la corrente arrivava, avveniva una reazione chimica che lasciava un segno blu sulla carta. In assenza di corrente, nessun segno veniva tracciato. In questo modo, il disegno o il testo scritto all’origine veniva riprodotto fedelmente sul foglio dell’apparecchio ricevitore.
Il sistema era in grado di trasmettere disegni anche complessi, firme, testi e persino spartiti musicali. Il tempo di trasmissione per una pagina era di circa 8-12 minuti, con una qualità incredibilmente alta per l’epoca. Il pantelegrafo, brevettato in Francia nel 1856, fu adottato con successo sulla linea telegrafica Parigi–Lione. Anche il grande compositore Gioacchino Rossini provò l’apparecchio dell’abate italiano. Giovanni Caselli non trasse vantaggi economici dal suo prodigioso strumento e morì a Firenze in una casa modesta nel 1891. Una replica del pantelegrafo si trova al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.