Formula 1, il successo di Piastri a Jeddah è un segnale al Mondiale | L’analisi
- Postato il 21 aprile 2025
- F1 & Motogp
- Di Il Fatto Quotidiano
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Era dal Gran Premio del Giappone 2010 che un australiano non si trovava in cima alla classifica Mondiale di F1. Domenica sera a Jeddah, però, il digiuno è stato spezzato da un Oscar Piastri che sorprende e continua a inanellare successi, scavalcando un confusionario Lando Norris in cima alla vetta mondiale (99-89 punti in classifica). Nella domenica pasquale, Piastri ha saputo aspettare il pit di Max Verstappen, costretto a scontare i 5 secondi di penalità dopo il taglio della chicane di curva 1, e ha poi dovuto gestire fino al traguardo. Per lui è il terzo successo in stagione, il secondo di fila dopo il Bahrein, il quinto della sua giovanissima carriera (iniziata nel 2023) con di mezzo anche due trionfi nelle Sprint Race del Qatar. In vetta alla classifica ha anche rotto un record, con i suoi 24 anni e 14 giorni d’età, essendo il più giovane australiano leader del mondiale dietro a Jack Brabham, Alan Jones e Mark Webber, oggi suo manager.
Il sunto di queste prime tappe di Mondiale è dunque chiaro e preciso. Da un lato c’è un pilota, Piastri, che sa concretizzare occasioni e ha talento (vedasi il sorpasso da brividi su Lewis Hamilton domenica), dall’altro un compagno di box, Norris, che regala continuamente possibilità iridate all’australiano. Il tempo perso nel duello contro Hamilton (7°) non ha permesso al britannico della McLaren di lottare poi nel finale per il podio contro Charles Leclerc, e nel mezzo c’è anche una squalifica evitata di un soffio per aver sfiorato la linea bianca all’uscita della pit-lane. Un duro colpo mentale per un pilota che in inverno aveva confessato i suoi problemi di depressione, costretto così a vedere una specialista.
Se in casa papaya la sentenza è questa, con un Norris chiamato subito a rispondere a Miami, il GP di Jeddah ha messo di nuovo in mostra i talenti diVerstappen e Leclerc, rivali sui kart da piccoli e oggi indiscussi talenti di una F1 che li vorrebbe sempre in lotta al vertice contro i piloti McLaren. Dopo la magia per aver messo la sua Red Bull davanti a tutti in qualifica, come in Giappone, in Arabia l’olandese non è riuscito a scattare bene contro Piastri, arrivando dietro all’apex di curva 1, rispetto all’australiano, ed essendo così costretto al taglio della prima chicane. I cinque secondi di penalità gli hanno compromesso la possibilità di vittoria, ma non il secondo posto, a dimostrazione del talento di un pilota in grado di fare magie nonostante una Red Bull più lenta della McLaren di quattro decimi, come l’olandese aveva detto prima del GP arabo.
A Leclerc vanno invece fatti grandi applausi. Il terzo tempo è frutto della conduzione di una delle gare più belle della carriera, arrivata con una gestione di gomma da applausi che gli ha permesso di rientrare per la sosta nove giri dopo la Mercedes di Russell. Il monegasco ha potuto così accorciare nello svantaggio dall’inglese, superandolo in pochi giri. Dal giro 20 ha girato sempre sul passo dei primi, nel finale è stato poi eroico nel resistere al ritorno di Norris, realizzando il miglior tempo personale all’ultima tornata. Lo ha fatto con le Hard oramai spremute per i tanti giri da qualifica realizzati tornata dopo tornata in difesa sulla McLaren, arrivato prepotente a poco più di un secondo da lui con le gomme medie più fresche. Una magia, quella compiuta dal monegasco, che spera nell’arrivo degli aggiornamenti al più presto per far progredire una vettura ancora troppo distante dalle prime, specie in qualifica.
Se la Ferrari domenica ha potuto sorridere anche per la vittoria della hypercar 499P numero 51 di Antonio Giovinazzi alla 6 Ore di Imola, nel Mondiale Endurance, non ha potuto farlo per un Hamilton smarrito a Jeddah. Lewis ha chiuso a oltre 36” da Piastri e a più di 12” da Charles. Nel mezzo un duello con Norris durato due giri e il surriscaldamento alle gomme posteriori prima della sosta. Non c’è l’affiatamento a una vettura completamente diversa rispetto a quelle guidate in carriera in McLaren e Mercedes. Così è davvero difficile, lo stesso aggettivo da usare per definire le gare di Russell e Antonelli, che sulle Frecce d’Argento hanno faticato per la prima volta in stagione. Il giovane italiano è sempre rimasto dietro ai primi della classe, difendendosi nel finale su Hamilton. Russell non ne aveva per impensierire Verstappen e Piastri, non accendendosi mai sulle Hard, tanto da aver chiuso la gara con un’anteriore sinistra lamentata come “non buona” e con presente uno strappo sulla spalla dello pneumatico.
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