Ford Transit, sessant’anni e una storia che ridefinisce la mobilità del lavoro
- Postato il 21 novembre 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il sessantesimo anniversario del Ford Transit non è soltanto la celebrazione di un modello iconico, ma il racconto di un passaggio di testimone che parla di continuità, di responsabilità e soprattutto di persone. A sottolinearlo è Fabrizio Faltoni, che dopo otto anni alla guida della filiale italiana della Casa dell’Ovale Blu lascia l’incarico per assumere un ruolo di primaria importanza in Ford Europa, come director sales & brand management per le divisioni vetture Blue e Model-e.
Faltoni passa il timone al nuovo amministratore delegato Marco Buraglio, una “staffetta in transito” che coincide con un momento cruciale per il settore: nuovi player, nuove tecnologie, una transizione ecologica e digitale che ridefinisce il concetto stesso di mobilità del lavoro. Faltoni, che ha sempre creduto nel valore del Transit e nel suo ruolo nell’economia reale, si congeda con la certezza di lasciare l’azienda in mani solide: “Marco guiderà Ford Italia in anni complessi, e lo farà in modo egregio”. E Buraglio raccoglie il testimone: “Per me è un grande orgoglio e una grande responsabilità. Arrivo dai veicoli commerciali, dove ho imparato la concretezza, a stare vicino alle aziende e a capire cosa serve davvero. È un patrimonio che porterò con me”. Un’eredità preziosa in un momento in cui i furgoni non sono più semplici mezzi da lavoro, ma nodi fondamentali dell’economia.
La fotografia più chiara del ruolo dei veicoli commerciali in Italia la offre lo studio realizzato da SDA Bocconi e presentato per celebrare i 60 anni del Transit. Un’analisi che rivela un dato sorprendente: l’economia “van-intensive” genera 108 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,9% del PIL italiano, e sostiene 1,53 milioni di posti di lavoro. Se fossero uno Stato europeo, le imprese che vivono grazie ai furgoni costituirebbero la sesta potenza economica dell’UE, subito dopo Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi. Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di Strategia della SDA Bocconi, sintetizza così: “Il Transit non è un veicolo, è una parte dell’organismo produttivo del Paese. È un nodo del ciclo aziendale, un vero sismografo dei cambiamenti economici e sociali”. Un mezzo che da “animale da tiro” è diventato “un tappeto volante”, capace di trasportare non solo merci, ma processi organizzativi, tecnologie, connessioni.
Il valore del Transit, spiegano dalla Bocconi, si capisce davvero solo ascoltando le storie. Quelle “storie straordinarie” che emergono “quando si strofina la lampada di Aladino” e che raccontano il rapporto fra le aziende italiane e il loro veicolo da lavoro. Come l’Antico Forno Roscioli di Roma, che ogni giorno affronta 30–45 consegne nel cuore della capitale. La scelta del Transit Custom elettrico nasce da un calcolo logistico ed economico, ma anche valoriale che si estende all’installazione in sede anche di pannelli fotovoltaici. Grazie all’E-Transit l’azienda ha ottenuto risparmi fino a 12.000 euro in tre anni, mantenendo la piena qualità del servizio e accedendo alle ZTL senza limitazioni.
Oppure ParkingGo, che con quasi 50 Transit in servizio h24 ha trasformato i propri veicoli in un dialogo costante fra flotta e azienda. La telematica Ford Pro ha ridotto i fermi macchina del 60%, permettendo di anticipare i guasti e ottimizzare i flussi. “La telematica ha cambiato radicalmente il nostro modo di lavorare”, racconta Andrea Luini: “Ogni giorno guadagniamo efficienza, sicurezza e qualità del servizio”.
Sono storie diverse, ma con un filo comune: l’ascolto, una sorta di Tromba di Eustachio. “Ford Italia – sottolinea Buraglio – ha sempre messo le esigenze delle aziende al centro, trasformando il Transit in una piattaforma viva, che ogni giorno si adatta alle loro missioni”. Una piattaforma che oggi conta più di 1.300 varianti, oltre 200 allestitori europei e una capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa: ambulanza, officina mobile, furgone frigo, camper. La Bocconi definisce il Transit “una piattaforma trasformista”, una “Mistery Machine” capace di cambiare volto a seconda della missione. La sua architettura si compone di tre layer:
• meccanico: robustezza, modularità, trazioni differenziate, fino alle versioni da 5 tonnellate;
• logico: software, ADAS, funzioni intelligenti come il Delivery Assist che automatizza le operazioni durante le consegne;
• organizzativo: la rete di allestitori, i servizi telematici, la manutenzione predittiva.
È questo mix che ha permesso al Transit di mantenere la leadership europea per 11 anni consecutivi e di diventare un compagno di lavoro più che un semplice mezzo. “Ogni giorno che un veicolo rimane fermo significa 300–400 euro di fatturato perso”, ricorda Buraglio. “Per questo, già dal 2019, Ford installa modem di serie: i dati sono un fattore di efficienza e riduzione dei costi. Oggi parlare con le aziende significa parlare di dati”.
La transizione elettrica resta un pilastro. Oltre al risparmio economico, l’E-Transit consente nuove modalità operative: consegne notturne grazie alla silenziosità, accesso ai centri urbani, pianificazione delle ricariche insieme ai flussi di lavoro. Non più un veicolo, ma una parte del sistema informativo aziendale. E poi c’è la servitization: il veicolo che diventa servizio, una relazione continua che lega Ford e le imprese attraverso dati, software, manutenzione predittiva.
Una strada che richiederà sempre più competenze, soprattutto ai fleet manager, che da gestori di mezzi diventano analisti di dati. E Buraglio guarda avanti: “I prossimi 60 anni saranno più complessi, con tecnologie sempre più sofisticate. Ma per noi è un’opportunità. Ci invita ad ascoltare ancora di più, a essere partner delle aziende per creare valore. Il libro del Transit ha 60 anni di storia, ma è ancora all’inizio”.
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