Follia in Autostrada, fa le flessioni sul tetto dell’auto in movimento

  • Postato il 4 agosto 2025
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  • Di Virgilio.it
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Genova, ponte San Giorgio. Sul tetto di un’auto in corsa, in piena autostrada A10, un uomo si abbassa sulle braccia e inizia a fare flessioni, a pochi giorni dal settimo anniversario del crollo del Ponte Morandi. In meno di 24 ore il video ha fatto il giro dei social. Girato presumibilmente da un passeggero di un’altra macchina, ha raccolto migliaia di commenti e condivisioni. La reazione più diffusa non è stata però una risata, semmai indignazione, mista a un filo di disgusto.

Un ponte carico di memoria

Nel 2025 l’autostrada viene ancora trattata come un palcoscenico. E un ponte – che nel ricordo collettivo è legato a 43 vite spezzate nel vuoto – come uno sfondo da usare per il quarto d’ora di popolarità. Il 3 agosto ricorreva l’anniversario dell’apertura del nuovo ponte San Giorgio, progettato da Renzo Piano per rimettere insieme Genova dopo la ferita del 14 agosto 2018. Quel giorno, una pila – la numero 9 – cedette di schianto costando la vita a 43 persone, alcuni mai più ritrovati. Da allora, ogni anno, il nome Morandi torna come una scudisciata sulla pelle di una città che non dimentica. E vedere una scena del genere proprio su quel ponte, a ridosso della commemorazione, è un pugno nello stomaco.

Una (piccola) parte di utenti la definisce una goliardata, ma per il pensiero prevalente è la violazione sia della sicurezza stradale sia del rispetto. A livello pratico, mettersi in piedi su un’auto in movimento è un gesto in grado di costare la vita sia dell’autore sia di altri, il tempo di un colpo di vento o di una sbavatura al volante. E poi? Finisce come finisce sempre in questi casi: il video cambia tono, tra facce smarrite e sirene in lontananza.

Rischio emulazione

Tuttavia, la ferita più profonda è simbolica, segno di quanto il culto del contenuto stia divorando ogni forma di memoria. Che il fine (diventare virali) giustifichi il mezzo, anche se significa mancare di rispetto alle vittime e alle loro famiglie. I commenti online non sono teneri, tra chi invoca pene severe e chi teme una possibile “ondata di emulazione”, ormai una parola chiave non appena una follia social fa notizia. Poi qualcuno punta il dito contro le autorità, lamentando assenza di controlli, e propone di rendere certi tratti autostradali più “blindati” alle bravate. Forse, però, il punto o le barriere non sono il punto, quanto semmai il senso del limite.

Il ponte San Giorgio resta una cicatrice ricucita con fatica e ogni passaggio su quel viadotto dovrebbe essere un atto di consapevolezza, o meglio ancora di silenzioso rispetto. Invece, capita di assistere a show improvvisati, dove l’unica preoccupazione è avere una buona inquadratura. Cosa resterà di questo video? La clip continua a girare: salvata, inoltrata, commentata. Forse partirà un’indagine, forse arriverà una sanzione, oppure no. Intanto il ponte San Giorgio, carico di storia recente, è diventato per qualche ora un luogo simbolico prestato a un gesto fuori scala. A distanza di anni dal crollo, certe immagini sembrano scivolare via più in fretta di altre e in fondo è questo l’aspetto più triste: la facilità con cui tutto evapora.

Autore
Virgilio.it

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