Fognini manager di Cobolli: "L'ho scelto perché ha cazzimma, ma la finale di Davis non la guardo"
- Postato il 23 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Il tennis è il suo passato. Oggi, giura, pensa solo al ballo. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la sua nuova avventura da concorrente di Ballando con le Stelle sta andando a gonfie vele. Fabio Fognini è capace di bucare lo schermo come pochi e stavolta non se la prende neanche più coi giudici, come faceva quando era un giocatore professionista. Anzi, lo spezzino è uno dei pochi a essere “risparmiati” dai giudizi taglienti della più temuta, Selvaggia Lucarelli, la giudice che invece litiga un po’ con quasi tutti gli altri. Eppure, qualcosa di tennistico nella vita del buon Fabio è rimasta: è il manager di Flavio Cobolli.
- Fognini, messaggino a Cobolli dopo la vittoria su Bergs
- Davis da rifondare: "Alle Finals solo un top player, Zverev"
- La certezza di Fognini: "Cobolli può crescere ancora tanto"
Fognini, messaggino a Cobolli dopo la vittoria su Bergs
Lo ha sottolineato lo stesso Fognini in una lunga e interessante intervista al Corriere della Sera, in cui ha chiarito che comunque il tennis lo appassiona sempre di meno. Non ha neppure visto il match epico vinto dal suo pupillo, Cobolli, su Bergs che è valso l’approdo in finale di Davis dell’Italia a scapito del Belgio. Una partita condita da 14 matchpoint. “Seguo i risultati ma non guardo più il tennis: ho staccato. No Fognini, no party. Ora sono concentrato sul ballo”. Ma un messaggino gliel’ha mandato: “Qualsiasi bambino italiano sogna di vestire l’azzurro, da grande. Io mi trasformavo, rendevo di più. Ho scritto a Flavio: hai vinto una partita da Davis, bravo, hai giocato un match come piacciono a me”.
Davis da rifondare: “Alle Finals solo un top player, Zverev”
C’è chi pensa che la Davis vada rifondata, tornando al passato magari, oppure trasformandola in un grande torneo a cadenza biennale o quadriennale. “L’hanno trasformata, dicono in peggio. Lo penso anch’io. I top player chiedono di disputarla una volta ogni due anni, non so cosa pensare. Certo i forfait di Sinner e Alcaraz le hanno fatto perdere smalto. Mancano i nomi, tra i top 10 c’era solo Zverev. Non fa bene alla Davis. Va rivista”. Il ricordo più bello di Fognini da tennista è legato proprio alla Davis. A Napoli contro Murray che aveva appena vinto Wimbledon, nel 2014. Una vittoria travolgente. Il più brutto? “Il 7-5 al quinto nel match decisivo con Nedovyesov ad Astana, per esempio: Kazakistan avanti e noi ai playoff”.
La certezza di Fognini: “Cobolli può crescere ancora tanto”
Quindi la spiegazione del motivo che l’ha portato a diventare manager, consulente, consigliere di Cobolli: “Mi allenavo a Roma con Corrado Barazzutti, il mio capitano, dopo l’operazione alle caviglie. Conoscevo Stefano Cobolli, il papà-coach: dai mandami tuo figlio per allenarmi, gli ho detto. Ho capito subito che Flavio era un cagnaccio, uno che dà sempre battaglia. È giovane, può crescere tanto. Per esprimersi deve stare bene fisicamente: in questo mi ci rivedo. Ha grinta, cazzimma, non molla mai: il tennis gli va dietro. Deve aggiungere livello tecnico, ma lo sa anche lui. Come carattere, niente da dire. Con Bergs si è notato“.