Fiorentina e l’incubo Serie B: chi si è salvato partendo (male) come la Viola
- Postato il 3 novembre 2025
- Di Panorama
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A Firenze sanno già come si fa, perché la ferita dell’incredibile retrocessione in Serie B del 1993 non si è mai rimarginata. Una Fiorentina partita con ambizioni europee, con in gruppo campioni come Batistuta, Effenberg e Brian Laudrup e ottimi giocatori come Massimo Orlando, Luppi e Carobbi, finita nelle pastoie della lotta per non perdere la categoria e alla fine retrocessa in un balletto di allenatori cambiati (da Radice ad Antognoni passando per Agroppi e Chiarugi) e infine rotolata in B pensando sempre che ci fosse un domani per salvarsi.
In comune Stefano Pioli, allora centrocampista che alla fine mise insieme 31 presenze (e nessun gol) e del nuovo psicodramma della Fiorentina è stato protagonista dalla panchina. La sua squadra ha firmato il peggior inizio di sempre in campionato per la Viola: 4 punti nelle prime 10 giornate. Nessuna partita vinta. Per fare peggio bisogna andare indietro di quasi un secolo, al 1928 con una sola vittoria e nove sconfitte. Esercizio inutile, buono solo per farsi venire il mal di stomaco.
La Fiorentina, insomma, sta scherzando con il fuoco perché più ci si introduce nella stagione e più diventa difficile piegare precedenti e statistiche a proprio vantaggio. Già oggi la situazione è seria e la retrocessione in Serie B, impensabile nell’estate degli oltre 90 milioni di euro investiti sul mercato e della conferma a furor di popolo di Moise Kean, non è più un’ipotesi così incredibile da non doverci fare i conti.
Serie A, chi si è salvato facendo solo 4 punti nelle prime 10 giornate
Da quando esistono i tre punti per vittoria (stagione 1994/1995), solo in tre occasioni una squadra è riuscita ad evitare la retrocessione in Serie B dopo una partenza negativa come quella della Fiorentina attuale. In altri due casi i punti in classifica erano anche meno, ma con l’asterisco di penalizzazioni iniziali eredità dei processi per Calciopoli. Dunque, la stessa Fiorentine la Reggina avevano già ingranato la quinta nell’autunno 2006 per poi salvarsi senza patemi a fine anno.
Le imprese cui aggrapparsi per il popolo viola sono altre. Nel 2005 il Cagliari allenato da Tesser e poi da Arrigoni, Ballardini e Sonetti, partì con lo stesso score fiorentino (4 pareggi e 6 sconfitte) salvo poi cambiare passo a dicembre e chiudere addirittura 16° con 39 punti e una salvezza guadagnata in anticipo.
Performance copiata dal Chievo nel 2013: 4 punti su 30 a disposizione all’inizio (una vittoria e un pareggio), rapida sostituzione in panchina da Sannino a Corini, e rincorsa fino a quota 36 con posizionamento sufficientemente distante dalla zona rossa della classifica.
Ancora più incredibile il miracolo del Crotone nel 2016/2017, con in panchina Nicola da lì diventato il mago delle salvezze. Partenza choc con 2 punti appena in 10 giornate, torneo che sembrava finito a Natale e clamorosa rimonta fino alla permanenza in Serie A ottenuta mettendone insieme 34 di cui 20 nelle ultime 9 partite con una media quasi da scudetto.
La morale? Spazio per ribellarsi al destino ce n’è anche per la Fiorentina, ma il tempo che passa è nemico. E’ vero che le statistiche sono scritte per essere smentite, ma la sintesi è che salvarsi partendo da fermo è ai limiti del possibile. E, in ogni caso, obbliga a correre con il passo di chi lotta per ben altri traguardi tenendo a bada l’ansia e il crescente timore che tutto stia andando a rotoli. Non facile, ma l’unico modo che ha la Viola per salvarsi.