Fincantieri: “A Genova costruiremo le navi più grandi del mondo”. Maxi bacino pronto a giugno 2027
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Scommettere su Genova per costruire “le navi più grandi del mondo“. È la sfida lanciata oggi da Fincantieri nella tappa dell’evento Cantieri aperti – Vista sul futuro a Sestri Ponente a bordo della Oceania Allura, nave da crociera da 67.700 tonnellate in consegna il 10 luglio. “Questo è un cantiere che dieci anni fa doveva chiudere – ricorda l’amministratore delegato Pier Roberto Folgiero – oggi invece si sta programmando qui il bacino più grande della storia di Fincantieri, che farà concorrenza ai Chantiers de l’Atlantique”.
Confermati ad oggi i tempi del ribaltamento a mare. La fase 1, relativa alla messa in sicurezza dei rii Cantarena e Molinassi, è ormai prossima alla conclusione, mentre la seconda fase è in corso con gli obiettivi categorici di approntare entro febbraio 2026 la nuova banchina da 315 metri e soprattutto di avere operativo entro giugno 2027 il maxi bacino da 400 metri di lunghezza, 60 di larghezza e 11 di profondità. “Se non lo fosse – precisa il direttore Massimo Canesin – metteremmo a rischio l’operatività del cantiere”.
La terza fase sarà quella del ribaltamento vero e proprio col riempimento a ponente, dove nasceranno le nuove officine, e lo spostamento della linea ferroviaria che oggi taglia in due il cantiere. “A fine estate – annuncia il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi – dovremmo vedere finalmente da Rfi il Pfte che dovrebbe darci certezze sugli investimenti e sul disegno finale dell’area”. Il progetto preliminare prevede oltre mille posti auto per il quartiere, aree verdi per separare la parte industriale da quella residenziale e un museo della cantieristica.
Rixi guarda ancora più avanti: “Abbiamo bisogno di prendere anche la parte del refitting dei traghetti, che oggi è in mano al Sud-Est asiatico e alla Turchia. Questo vuol dire cambiare alcune regole del mercato europeo, ma anche industrializzare gli scali, avere più lavoratori diretti per riuscire a fare più navi in serie”. E lancia un’idea proprio da Sestri Ponente: “Creare un grande bacino di refitting oltre i 400 metri, largo quasi 90 metri, in grado di ospitare e fare qualsiasi lavoro su qualsiasi nave esistente nei prossimi 20-30 anni. Questo vorrebbe dire consentire al nostro Paese di avere la capacità, che pochi paesi al mondo hanno, di accogliere navi di queste dimissioni. L’area ce l’ho già in mente ma non la dico”.

“Se siamo qui a discutere del cantiere di Sestri è grazie anche alle lotte che i lavoratori hanno fatto quando c’era chi pensava che dovesse chiudere – rimarca Maurizio Landini, segretario generale della Cgil -. Il ribaltamento era una delle ragioni che noi avevamo sostenuto per evitare che si chiudesse. Stiamo discutendo di dare un futuro non solo al cantiere ma anche all’industria e al territorio”. Da Genova poi lancia una proposta per i lavoratori dei subappalti: “Bisogna metterli in condizioni di sapere che hanno dei diritti, che hanno delle tutele, che nel nostro Paese esiste un diritto al lavoro, dei contratti. Se si vuole davvero investire sulla qualità, sulla legalità, sul rispetto dei diritti, penso sia importante che ci siano delle ore in cui queste persone sono pagate perché acquisiscano formazione, competenze sui loro diritti e sui diritti sindacali e sulla possibilità di potersi organizzare nel sindacato, naturalmente se lo vorranno fare, nessuno vuole obbligare nessuno”.
Oggi sono 850 i lavoratori diretti di Fincantieri a Genova, 3.500 quelli dell’indotto, 2.400 gli stranieri. Uno schema che rimarrà inalterato anche dopo l’ampliamento, sebbene con numeri pressoché raddoppiati. Durante l’evento il direttore del personale Luciano Sale ha presentato i risultati del programma Maestri del mare che a fine 2025 avrà permesso di formare e assumere direttamente 243 giovani italiani suddivisi tra tutti gli stabilimenti, ma alle selezioni si erano presentate 20mila persone. Altre iniziative mirate sulla base dei decreti flussi e del piano Mattei sono state condotte in Ghana, Tunisia e Filippine.
“Probabilmente questa storia che si racconta che i giovani non abbiano voglia di partecipare o che non che non si riescono a trovare gli operai o i tecnici specializzati viene un po’ smentita da quei numeri – commenta Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil -. La verità è che, se c’è un’azienda seria, che paga bene con il contratto dei metalmeccanici ed è in fase di sviluppo, i ragazzi vogliono lavorare, probabilmente rifiutano quei posti in cui sono chiamati a fare lavoro precario, vengono sottopagati e non vengono garantiti i diritti”.
“Nel 2022 era stato introdotto un approccio diverso alle relazioni sindacali. Non vogliamo abbassare la guardia su sicurezza e salute sul lavoro – aggiunge Daniela Fumarola, numero uno della Cisl -. A maggior ragione pensiamo che una legge sulla contrattazione possa favorire la partecipazione alla vita lavorativa. Dobbiamo valorizzare di più e meglio gli immigrati e fare formazione nei luoghi di provenienza, ma è altrettanto importante accogliere gli italiani. Dobbiamo fare un potentissimo investimento in formazione. Il tema dell’abitare è fondamentale per trattenere le persone e fare sì che anche questo lavoro possa diventare appetibile.