Fido è vegano (ma non lo sa): il nuovo fanatismo animalista

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Cosa mettiamo nella ciotola di Fido? Una braciola? No, una carota. È quello che sostengono i vegani proprietari di cani e gatti che hanno scelto di nutrirli nello stesso modo in cui si nutrono loro. A nulla serve che le associazioni di veterinari nel mondo lo sconsiglino per motivi comprensibili, ovvero che sono animali che la natura ha creato carnivori. I vegani ritengono che le motivazioni etiche, come tutela degli esseri viventi e dell’ambiente, o ipotetici benefici per la salute, siano più forti della razionalità.

Il mese scorso sono arrivati i risultati di uno studio della School of veterinary medicine and science dell’università di Nottingham a gettare benzina sul fuoco. «Le diete a base vegetale, se formulate correttamente, possono essere un’alternativa sana e praticabile alle opzioni a base di carne. Poi, sono migliori per l’ambiente», si legge. «Ma non ci sono ancora prove che l’alimentazione vegana sia sicura a lungo termine per i nostri animali domestici», hanno prontamente ribattuto dalla British veterinary association. «Non basta aggiungere taurina e altri nutrienti alla loro dieta, bisogna vedere quanto diventano disponibili per gli animali se sono in forma sintetica. Potrebbero addirittura interferire con l’azione di altri nutrienti visto che non sono cibi naturali ma è mangime creato in laboratorio. Sebbene molti alimenti “Pets” contengano integratori e sostanze nutritive sintetiche, non c’è nessuna evidenza scientifica che allunghino loro la vita. Anzi, al momento negli animali domestici “vegani” si osservano più carenze di nutrienti, con conseguenze sulla qualità degli organi e delle ossa, che benefici», recita il loro comunicato.

Nonostante ciò, tra le celebrità avere un “vegan pet” è diventato questione di status. Il campione di Formula 1 Lewis Hamilton ha commosso il mondo rimanendo sino all’ultimo al capezzale del suo Roscoe, bulldog deceduto per una polmonite e alimentato, dal 2020, con dieta vegana. «Da quando è vegano, le sue zampe sono guarite, non zoppica per il dolore dell’artrite e il suo respiro è più profondo», dichiarava il ferrarista solo qualche mese fa.

«Ho iniziato 20 anni fa a nutrire i miei cani con una dieta vegana”, scrive invece l’attrice Alicia Silverstone su Instagram. «Sono tutti morti a un’età media di 16 anni. Per me è merito di quello che hanno mangiato».

Katy Perry è diventata vegana all’inizio del 2025 coinvolgendo il suo cane Nugget in questa “avventura alimentare”. Travis Barker, batterista dei Blink 182 e marito di Kourtney Kardashian, è così felice della dieta vegana dei suo cani da aver creato una linea di alimenti vegan per Pets chiamata Cbd.

Non li sfiora neanche il dubbio che l’intestino dei loro migliori amici sia più corto rispetto a quello degli erbivori perché non ha bisogno di fermentare il materiale di origine vegetale per digerirlo. Così come il fatto che, nel nutrire un animale, si dovrebbe pensare al suo bene, non a quello dell’ambiente. «Cani e gatti sono carnivori. È la natura ad averli fatti così. Dareste da mangiare carne a un panda, che è erbivoro?», spiega Pier Paolo Mussa, già docente presso la facoltà di medicina veterinaria all’università di Torino e massimo esperto di alimentazioni animale. «I fabbisogni nutritivi dei cani oggi li conosciamo bene e sono riconducibili a più di 40 principi nutritivi tra aminoacidi, minerali, vitamine e acidi grassi essenziali. La loro copertura integrale è molto problematica senza l’apporto di prodotti di origine animale. La selezione naturale avvenuta nel corso di millenni ha reso questi animali carnivori completamente diversi dagli erbivori».

Dal punto di vista tecnico, ricorrendo a prodotti oggi reperibili in commercio, sarebbe possibile formulare alimenti completi, ma mancano dati scientifici relativi a parametri come il grado di assimilabilità, di appetibilità, di risposta metabolica nel lungo periodo. Nella breve distanza possono non sorgere complicanze, ma a lungo andare ci si potrebbe trovare di fronte a problematiche riguardo l’aspettativa di vita, la resistenza alle malattie, la funzionalità del sistema immunitario. «Quella degli animali domestici vegani è un’idea tutta umana, perché un animale non ci pensa proprio a mangiare esclusivamente vegetali», prosegue Mussa. «Anzi, a dargli da mangiare proteine vegetali non facciamo che  complicare loro la digestione. Non è vero che gliela facilitiamo. I prodotti vegetali servono, ma in basse quantità, per la peristalsi intestinale. Il concetto del benessere animale non può prescindere dalle sue caratteristiche. In questo caso, l’essere carnivoro».

La dieta vegana per Fido è un argomento relativamente recente. Non ci sono ancora dati ufficiali sulla sua efficacia. Certo è che la natura pone, per tutti gli esseri viventi, limiti invalicabili. «Se il tuo cane potesse parlare, che direbbe? Trattami da cane. La natura mi ha fatto cane. Cambiare le regole naturali non dà mai buoni risultati. Voler inculcare nell’animale una nostra convinzione non è amore» conclude l’esperto, «è egoismo. Io ai miei cani una cosa del genere non la farei mai».

Ci sono casi in cui la dieta vegana è prescritta dagli specialisti, ma in genere è perché sono presenti patologie. «Se il cane o gatto ha problemi di natura intestinale, posso somministrare una dieta “a eliminazione”», chiarisce Giuseppe Febbraio, medico veterinario esperto in gastroenterologia ed endoscopia del Centro Einaudi di Bari. «E una dieta esclusivamente a base di amido e soia idrolizzata, in attesa di scoprire quale proteina di origine animale gli dà fastidio. Una volta scoperta, si torna all’alimentazione consueta ma senza quella proteina. In pratica, scavalchiamo il problema con l’alimentazione vegana. Altri cani hanno dermatiti, allergie, oppure patologie congenite. Nello specifico, i cani con leishmaniosi assumono l’Allopurinolo. Se mangiano proteine della carne o del pesce durante il trattamento con questo farmaco, rischiano la formazione di calcoli di xantina, tipici della malattia. Con la dieta vegetale non hanno questo problema». Ma questi sono casi limite. Il cane è malato e quindi ha bisogno di un’alimentazione diversa rispetto a uno sano. «Se però l’animale sta bene, non consiglierei assolutamente la stessa dieta. Non è un erbivoro. È un carnivoro che si è adattato in milioni di anni a essere onnivoro conservando le sue specifiche esigenze. Per la mia esperienza una dieta vegana prolungata non integrata può portare anche a miocardiopatia dilatativa. Per un cane mangiare bene non è mangiare vegano. Ma i proprietari li considerano ormai come dei bambini e gli danno da mangiare quello che darebbero ai loro figli scombussolandogli la salute».

Autore
Panorama

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