Festival Puccini, maestranze in rivolta: “Basta lavoro precario e stipendi non dignitosi. Nessun rispetto per chi sta dietro le quinte”

  • Postato il 19 luglio 2025
  • Lavoro
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Nell’ora del dolore / perché, Signore, / perché me ne remuneri così?”, intona Tosca in Vissi d’arte. Ma d’arte, di questi tempi, si vive con difficoltà. Certo è sempre attuale l’opera in tre atti di Puccini, l’eroina tragica non si lamenta però della magra remunerazione ma di ben altri intrighi e passioni. Il 18 luglio a Torre del Lago, nel comune di Viareggio, il Festival Puccini ha inaugurato la stagione con la Tosca, ma nel frattempo i macchinisti sono in attrito con la direzione per le condizioni di sfruttamento a cui da anni sono sottoposti. Il Ccnl per i lavoratori dello spettacolo è scaduto dal 2018. In più nelle realtà territoriali, come a Torre del Lago, non si stanno facendo contratti integrativi.

Con il supporto sindacale di Usb, Cgil e Cub, una ventina di lavoratori del Festival esige condizioni di lavoro più sicure, anche attraverso una maggiore organizzazione degli spazi. Invece, si ritrovano “ancora una volta a fare i conti con promesse disattese e atteggiamenti che sono non solo inferiori alle aspettative ma peggiori rispetto al passato”. Chi permette la realizzazione del Festival, di anno in anno, ha ricevuto stipendi sempre insufficienti, tardivi o incompleti. Dal 2020, i lavoratori chiedono un contratto integrativo pluriennale che garantisca loro dignità, riconoscimento economico e più sicurezza sul lavoro. Quattro tecnici, il 28 maggio 2024, sono finiti in ospedale perché travolti mentre scaricavano una scena. “Quell’estate, mentre di giorno allestivo il Festival, la notte non riuscivo a dormire perché vedevo solo l’immagine del mio collega soffocato da un pezzo di scenografia” ha detto un lavoratore in lotta.

Per una giornata di lavoro prendono 100 euro lordi, onnicomprensivi di ferie, Tfr e tredicesima, che per un lavoro saltuario, intermittente e con poche tutele è tutt’altro che dignitoso. In più, mentre il successo del Festival ha reso la città inaccessibile, i lavoratori, chiamati da fuori Torre del Lago, non possono spesso permettersi l’alloggio (comunque sempre in nero, a cifre sempre più turistiche e condizioni indecorose).

Dal 2025 c’è una nuova direzione generale, artistica e un nuovo presidente che faceva sperare in un cambio di rotta, ma le condizioni lavorative sono rimaste invariate. Il 5 giugno alcuni dei macchinisti in lotta hanno accettato l’offerta della Direzione, mentre una decina non ha firmato e ora si mobilita chiedendo di più, promettendo “una stagione di rivendicazioni” e “un’estate tutt’altro che silenziosa”.

La direzione Pucciniana sembra voler gestire l’attrito mediaticamente: “I nostri macchinisti sono già a lavoro per preparare il palcoscenico del Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini: la 71ª edizione del Festival Puccini è ormai alle porte”, scrive sui suoi canali social accompagnando la didascalia con foto dei macchinisti al lavoro, e riconosce: “Tutto comincia da qui. Dal lavoro silenzioso e potente di chi, giorno dopo giorno, dà forma a un sogno”. Ma allora perché questo lavoro non viene riconosciuto?

La direzione si nasconde dietro al dito dei recenti tagli del Ministero della Cultura e durante il confronto con i lavoratori il presidente, Fabrizio Miracolo, ha chiesto “uno sforzo” ai macchinisti e un “più forte senso del dovere”. Per le organizzazioni sindacali “ancora una volta si pretende di realizzare un grande Festival con risorse inadeguate senza premiare le professionalità delle maestranze e in particolare quanti operano in condizioni di lavoro difficili. E mentre tutti siamo felici del rilancio artistico della manifestazione, che quest’anno porterà grandi nomi sul palcoscenico, non possiamo tacere l’assenza di rispetto verso chi, dietro le quinte, rende possibile ogni singola replica”. Si sa, l’arte per essere davvero appagante deve essere pagata. Diversamente a teatro avviene qualcosa in più di una semplice messa in scena, ma in questa stagione il palco inizia a scricchiolare e i macchinisti si preparano ad uscire da dietro le quinte.

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